Venerdì mattina ho arbitrato The Pool durante l’autogestione di un liceo. Avevo già scritto un post al riguardo, lo trovate qua sotto.
Apro un secondo thread per parlare della giocata. Alla sessione hanno partecipato tre giocatori: due ragazzi di 17 e 14 anni e una ragazza di 14 anni (non si conoscevano). I ragazzi conoscevano da poco Dungeons & Dragons 5e (uno di loro si era portato la scheda del pg da casa), mentre la terza giocatrice era totalmente a digiuno. Dare inizio alla giocata è stato complicato (probabilmente più per me che per loro), non avevo molti supporti di gioco come descrizioni dei pg già pronte o un aggancio per lo scenario. Lentamente siamo riusciti ad ingranare partendo da alcune tavole prese dal fumetto Negalyod e passando la prima mezz’ora a farci domande a vicenda (sui personaggi, sul mondo di gioco, ma anche su di noi per conoscerci meglio). La parte più difficile è stata l’assenza di riferimenti in comune tra me e i ragazzi (se ricordo bene ho citato loro Io sono Leggenda, Mad Max e qualcos’altro ricevendo sempre sguardi interrogativi…mi sono salvato con Star Wars, grazie Star Wars).
In soldoni ho proposto loro di giocare questa cosa qua:
Vivete in un mondo simile alla nostra Terra dove l’acqua ormai scarseggia ed è controllata da un’Intelligenza Artificiale con la voce di Darth Vader. L’IA ha sede in una grande città futuristica, fuori dalla città è tutto desertico. Ci sono i dinosauri e i pastori di dinosauri. Voi potete creare il personaggio che preferite, potete essere qualsiasi cosa: alleati o nemici dell’IA, ribelli, nobili o pastori di dinosauri. Potete anche essere rivali, non per forza amici.
Ho fatto alcune domande per capire come impostare la scena iniziale, facendo decidere a loro tutto: siete insieme o separati? In città o nel deserto? Quali sono i vostri obiettivi a breve termine? Con cosa viaggiate?
Poi siamo partiti: si trovavano presso una base militare nel deserto e uno dei personaggi (un predone ribelle) si era appena messo nei guai mentre gli altri preparavano l’accampamento. Si sono occupati dei soldati che lo inseguivano e hanno scoperto che un potente generale, responsabile della rovina degli altri due personaggi, avrebbe visitato la base il giorno dopo. Hanno quindi deciso di infiltrarsi per farlo fuori e tutto è terminato con una grande esplosione (lo considero un grande successo).
Alcune osservazioni sparse:
Quanti dadi scommettere? Al primo tiro uno dei giocatori ha chiesto cosa impedisse loro di tirare sempre tutti i dadi del pool per massimizzare le possibilità di successo. Ho spiegato loro alcune delle cose che erano state dette da @ranocchio e @Bille_Boo nel thread “The Pool - 15 dadi tutti in riserva” e sono rimasto molto colpito da come hanno applicato le cose dette ai Conflitti successivi, ragionando sull’importanza o meno di certi fallimenti rispetto ad altri, o su quanto tenessero agli elementi di gioco a rischio in caso di fallimento (veicoli, compagni animali, piani, png). Questa cosa ci ha aiutato a capire chi fossero i personaggi e a cosa tenessero.
Strumenti di sicurezza. Ho detto ai giocatori di non farsi problemi a dichiarare in qualsiasi momento problemi o dubbi, di usare la semplice conversazione per risolvere i problemi. Pensavo fosse una cosa banale, ma durante la giocata penso abbia ripagato e sono rimasto colpito da un po’ di cose (non saprei dire se ciò sia dovuto alle peculiarità di questa giocata o ad una mia maggiore consapevolezza durante questo tipo di attività). Uno dei ragazzi ha per esempio tirato in ballo la possibilità di morte dei personaggi e sono stati i giocatori a risolvere la questione senza che io dovessi intervenire, mentre la giocatrice ha fatto subito notare il suo disagio nell’avere dei roditori in una scena, aiutandomi man mano che proseguivo con la descrizione a tagliare/ridurre i dettagli (in pratica ha usato i Veli senza saperne assolutamente niente, è un grado di maturità che spesso non trovo ai miei tavoli e che mi ha fatto molto piacere).
In generale è stata una bella giocata, a posteriori non sono troppo contento di aver “storpiato” alcuni aspetti di The Pool per comodità (non sempre il Conflitto ha portato ad un cambiamento netto della scena, ad esempio).
Che bel resoconto, Gregorio! Ci sono tanti argomenti e tanti spunti di discussione.
La scheda portata da casa
Questa situazione è molto interessante e non vorrei che rimanesse solo così menzionata. Il giocatore in questione è stato reticente a non poter giocare il personaggio che si era portato da casa? Ha mostrato altre abitudini portate dalla sua campagna sulle quali sei dovuto intervenire?
Domande
Faresti qualche esempio delle domande che vi siete fatti? Non riesco a figurarmi la dinamica dalla tua descrizione.
Gioco di gruppo
Mi sembra dalla tua descrizione che abbiano giocato come gruppo e non come personaggi indipendenti. The Pool certamente permette di farlo ma non lo obbliga né lo suggerisce. Di chi è stata questa scelta? È arrivata per via di un’aspettativa dei giocatori di giocare come “team”? C’era qualche idea che giocare personaggi contrapposti potesse essere negativo?
Quanti dadi scommettere?
Non ho mai avuto dubbi, ma fa piacere che confermi la validità delle mie esperienze a riguardo.
Strumenti di sicurezza
Anche qua, non mi stupisco per niente, e continuo a reiterare la mia opinione che ho espresso nello speciale “Siamo Sicuri?” sul blog di @Bille_Boo. (link alla discussione qua sul forum)
Nel momento che impostiamo una conversazione che (ciascun punto è conseguenza del precedente) (a) contiene fiducia reciproca (b) ha autorità plurali e chiare (c) non suddivide le suddette in base al diritto di parola e (d) commentare su quello che fanno gli altri diventa normale, allora parlare e discutere di quello che ci dà fastidio non è un problema, e il massimo che ci serve è un vocabolario per farlo (Linee e Veli).
Ho sempre trovato che i vari “strumenti di sicurezza” formalizzati fossero al meglio una pezza goffa per il fallire nello stabilire il contesto che ho citato, che secondo me è a priori importante per giocare in maniera fruttuosa.
Non-conflitti
Anche qui, mi piacerebbe avere un paio di esempi per poter capire esattamente cosa è successo. In particolare, la dinamica di chi ha detto cosa: come si è impostato il conflitto a livello di dinamiche tra le persone, come si è risolto.
Ho fatto notare la cosa per far intendere quanto fosse sul pezzo più che come commento negativo. Ai partecipanti non è stato detto cosa avrebbero giocato e penso che nessuno dei ragazzi al mio tavolo sapesse dell’esistenza di altri gdr oltre a D&D. Durante la sessione aveva la tendenza a chiamare i tratti come fossero le abilità di d&d (es. “uso Razziare per…”), ma era super interessato e ben disposto, dopo avergli spiegato le differenze tra The Pool e la 5e si è subito adattato.
Ho iniziato a chiedere ai giocatori cosa pensavano del setting e se avevano in mente dei personaggi presi da altre fonti (il giocatore con la scheda di d&d ha tirato fuori un personaggio ispirato ad un videogioco, Borderlands). Poi loro hanno iniziato a chiedermi dettagli sul mondo man mano che scrivevano la descrizione, ad esempio come fosse il deserto e l’aspetto dell’IA. Nel mezzo chiacchieravamo della loro scuola e del perchè avessi portato quel gioco.
Io ho detto loro che avevano totale libertà in materia, che potevano collaborare all’interno della Ribellione, essere rivali o qualunque via di mezzo. Loro hanno deciso di voler giocare come gruppo, il gioco si è sviluppato in tal senso in maniera naturale. Non ci sono stati conflitti tra i personaggi.
Questa seconda domanda mi permette di sviluppare ulteriormente il ragionamento iniziato con la risposta precedente, sono contento della tua domanda perchè nel frattempo ho chiarito alcune idee (per questo motivo ho liquidato questo aspetto della sessione con una frasetta conclusiva nel primo post).
Ritengo che la sessione giocata non sia stata un’ottima sessione a The Pool, ma piuttosto un’ottima sessione di gdr. Date le circostanze (giocatori neofiti, poco tempo a disposizione, lontananza generazionale) è stato per me naturale (e me ne sono reso conto solo tornato a casa) prestare più attenzione a principi base del gioco di ruolo (ascoltarsi al tavolo, rispettare le scelte dei giocatori e rendere concrete le loro azioni, chiarire gli obiettivi) che alle procedure di The Pool. La scarsa dimestichezza con il gioco ha fatto il resto. Faccio qualche esempio:
Descrizioni dei personaggi: non ho fatto nessun intervento nonostante ci fossero molti elementi generici e liste di aggettivi.
Conflitti e scene: nella scena iniziale è scoppiato un combattimento tra loro e i soldati che si è sviluppato in maniera più simile ad un combattimento di d&d che ha un Conflitto di The Pool. I giocatori hanno attaccato a turno i soldati e il combattimento si è tradotto in tre Conflitti (Personaggio A attacca prima guardia, fallisce e viene disarmato; Personaggio B colpisce la prima guardia e la uccide; Personaggio C attacca la seconda guardia e la uccide).
Insomma, ho piegato alcuni aspetti del gioco perchè mi sembravano più d’intralcio che d’aiuto in quel particolare momento e ho dato la priorità ai “principi base” piuttosto che a pratiche tipiche di The Pool ma non universali.