Recentemente, Mothership 1E sta diventando uno dei miei giochi preferiti: lo facilito in più occasioni in una o più sessioni.
Recentemente ho giocato con una oneshot. La sessione è stata molto divertente ed è stata soddisfacente per tutti, soprattutto il finale coerente col mood senza alcun tipo di aspettativa o pianificazione.
Spoiler Avventura
Incontro casuale dentro questa fregata mineraria fantasma, Fear Save per evitare di essere colti di sorprese fallito con fallimento critico; la creatura che infesta il luogo li possiede uno a uno, riesce a sopravvivere solo l’androide fuggendo nelle viscere della nave. Lì abbiamo chiuso, ma vorrebbero continuare con nuovi personaggi la stessa avventura.
Abbiamo avuto difficoltà iniziali lato “vocine” e teatrino nonostante sia filato tutto liscio in seguito.
Ho giocato con @Bi.effe e altre due persone: una persona (A) giocava già da molto ma non è attivo nell’ultimo periodo con sessioni o campagne; l’altra (B) ha cominciato a interfacciarsi all’hobby con D&D 5e, tendenzialmente solo come DM.
Ho introdotto i principi su come giocare tratti dal Warden’s Manual e la situazione iniziale.(A) e (B) sopra si sono messi a performare il proprio personaggio senza prendere reali decisioni. Lo facevano spesso e hanno passato venti minuti buoni di fatto a guardare fuori da un oblò.
A una certa banalmente ho solo ricordato: “Se vi diverte fatelo, ma non stiamo qui a intrattenerci. Ditemi che scelte fate in prima o terza persona senza molti giri, altrimenti non capisco cosa fanno davvero i vostri personaggi.”
Nessuno si è offeso, anzi. la giocata è migliorata in quel momento. Hanno poi giocato finalizzati a prendere decisioni significative, fare domande ed esplorare l’ambiente.
(A) ha iniziato a descrivere in un misto di prima e terza persona cosa il personaggio facesse in modo neutro.
(B) ha cominciato a chiarire prima l’azione da fare e solo dopo a performare una breve vignetta su come il personaggio lo facesse e cosa dicesse. Per me è stato accettabile e decisamente meglio di prima.
Quando qualcuno con cui non abbiamo mai giocato (o con cui non giochiamo spesso) comincia con questi atteggiamenti, basta ricordarglielo senza drammi. Di fatto, la giocata è stata molto più bella e ci siamo divertiti di più. Non bisogna avere paura di dirlo.
Una cosa qui non è mi è chiara.
Mothership non è Wanderhome. Ma se in scena (o nell’antefatto) non sta succedendo nulla, o se i PG non hanno una “esca” forte da seguire, non mi sembra così strano che se la raccontino un po’, o passino il tempo ad osservare lo spazio esterno.
Queste scene possono essere molto belle, in linea di massima.
Ma se tu come GM hai detto qualcosa tipo “Sentite un forte rumore di metallo piegato arrivare dalla sala motori”, mi sembra quanto meno strano che entrambi non agiscano coerentemente, reagendo alla tua descrizione, in modo più o meno prudente o avventuroso, a seconda del carattere del loro PG.
Essendo Mothership 1E un gioco di esplorazione e problem solving, non era interessante quello che tu hai evidenziato dati i principi spiegati prima di cominciare a giocare. Inoltre, ho inquadrato molto bene la situazione dove c’erano delle scelte chiare. Tipo, dove riparare la nave, cosa fare col carburante, i luoghi che vedevano e potevano raggiungere, ecc.
Si sono messi a un certo punto a fare scenette che
Non aggiungevano nulla riguardo ai personaggi
Non accompagnavano un cambiamento del mondo.
Di fatto, non è per me il problema di parlare facendo il teatrino, quanto piuttosto farlo senza davvero prendere decisioni significative.
Se ti dico che la tua astronave è in panne nel vuoto cosmico e mi fai battute scherzose irriverenti sulla cassetta degli attrezzi o quanto sei anziano, beh non è chiaro cosa ci siamo seduti a fare.
Di fatto, una volta chiarito, è filato tutto liscio senza nessun dramma.
Mmh, Alessio, sai che non mi convince molto quello che dici in questo ultimo messaggio?
Ti faccio riferimento a un altro thread dove abbiamo parlato del “colore” e del fatto che non tutto quello che sembra inutile poi diventa inutile, e che in realtà godendoci le descrizioni “inutili” creiamo dettagli che poi possiamo usare in futuro.
Anche io gioco a Mothership e condivido un sacco del tuo piacere nel farlo. Però non penso che la domanda di @AndreaParducci fosse priva di senso. L’orientamento del gioco verso “l’esplorazione e il problem solving”, il che è una frase che sto cominciando a trovare sempre meno utile, non toglie secondo me il valore dell’apprezzamento dei dettagli della finzione narrativa, anche quelli che non hanno un chiaro utilizzo al momento.
Mi ricordo una sessione dove ho trovato divertente soffermarmi sulla maniera in cui una nave attraccava a una stazione spaziale. E soltanto dopo, quei dettagli sono entrati in gioco quando i personaggi hanno deciso di scappare dalla stazione a gambe levate. Ma potevano anche non entrare in gioco affatto e rimanere di contorno! Nel momento in cui li ho aggiunti, l’ho fatto solo per apprezzamento dell’immaginato che stavamo creando.
La questione secondo me non è di obbligare tutti quanti ad “arrivare al dunque” e affrontare il gioco in maniera puramente procedurale.
La questione è: i dettagli che aggiungi sono cose che dici in risposta a quello che hanno detto gli altri? Sono cose che emergono dalle sensazioni che hai giocando? Oppure stai cercando di sbalordire gli altri e mettere su una performance?
E quello che ti chiedo è: sei sicuro che quello che hai corretto in questa sessione fosse davvero da correggere?
Forse penso (se non ho capito male) che il problema è che la situazione non stesse aggiungendo proprio nulla, né dal punto di vista del colore, né dei dettagli della fiction di gioco emergente e neppure soprattutto dal punto di vista dell’azione, e per quest ultimo aspetto in un gioco come Mothership capisco il suo cruccio. Tenere un certo “ritmo” nell’azione di gioco per Mothership secondo me è fondamentale soprattutto man mano che la situazione evolve, in modo da tenere i personaggi sotto pressione. Io nella stessa situazione di solito uso il “metodo” Dungeon World, se mi sembra che i personaggi non stiano andando da nessuna parte, faccio qualcosa (possibilmente di brutto) io per costringerli ad agire.
“Guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po’ …” e improvvisamente guardando lo spazio profondo vedete un grosso grosso sasso dirigersi alla velocità del tuono dritto dritto nel fianco della nave. Cosa fate?
La situazione è analoga a quello che hai detto. C’era una performance istrionica nonostante avessi chiarito i principi di quello che saremmo andati a giocare. Come ho detto nulla di grave e l’abbiamo risolta parlando. Cosa interessante, dopo la partita abbiamo parlato ulteriormente ed è uscito fuori che (B) (vedete il post iniziale) non si sente molto a suo agio a giocare horror. Quindi ci siamo confrontati serenamente sulla questione e mi ha detto che in seguito si è comunque divertito uscendo dalla proprio comfort zone. Quindi credo fosse anche il suo tentativo per smorzare il tono in un tipo di gioco e genere fuori dalle sue abitudini.
Il punto del mio actual play è appunto che si può risolvere col semplice dialogo questo genere di difficoltà. Proprio per questo, preferisco chiarire direttamente con le persone più che introdurre un qualche tipo di bang improvvisamente in quello che stiamo dicendo.
Provvedo a chiarire anche la mia posizione sul colore @ranocchio a fronte della tua domanda.
Aggiungere colore come dici tu come risponde e in modo inerente alla situazione è più che benvenuto! Sono il primo che lo faccio quando descrivo un personaggio o entro nei dettagli più lugubri quando gioco a Mothership o altri giochi vecchia scuola. Ho problemi quando non derivano dalla situazione corrente e sono fuori contesto. Nel nostro caso, si è presentato quando sono rimasto in silenzio ad ascoltare cosa i giocatori avrebbero fatto; si è riempito il silenzio con scenette e un po’ in vacca non in risposta a quello che avevo dichiarato. Ma avendo chiarito il perché è successo e introducendo colore laddove era interessante “pitturare” quello che abbiamo dichiarata, la giocata è stat poi soddisfacente. Un’altra lezione che ho imparato è anche questa: può accadere che un reazione istrionica sia un meccanismo al tavolo per difendersi dal disagio di giocare qualcosa fuori dalla comfort zone; può accadere perché quella persona non è abituata a esprimerlo in modo diverso. Per me è stata utile anche per questo l’esperienza.
@ranocchio Ti dico volentieri cosa penso perché è qualcosa su cui sto riflettendo da un po’, ma continuerei su un thread separato.
Mi fa piacere questa discussione perché mi dà l’occasione di scrivere di un’esperienza recente, alla quale non mi sembrava indicato dedicare un post intero.
Alla fine dell’anno scorso ho provato a rigiocare, con un gruppo diverso, la “pazza” three-shot di D&D 5 al livello 15 di cui vi avevo raccontato. Avevo apportato diverse correzioni al modulo e avevo voglia di testarle.
Abbiamo giocato online. Non conoscevo i 3 giocatori, che avevo reclutato attraverso gruppi Telegram. Ci siamo sentiti in chat per i preparativi, ma sporadicamente.
Alla prima sessione, hanno rotto il ghiaccio parlando in modo molto appassionato delle “build” dei loro PG, attuali e passati, e di varie opzioni del regolamento.
Uno di loro aveva chiesto di usare materiale non ufficiale e aveva messo insieme un PG stranissimo, una specie di ombra volante con un sacco di poteri.
Iniziamo a giocare, e da subito “fanno le vocine” (come si suol dire) e interpretano in modo molto “caricato”, imbastendo scenette tra loro eccetera.
Cerco di non avere pregiudizi, ma messe insieme tutte queste cose confesso che in quel momento ho vacillato, temendo che sarebbe stata una giocata da dimenticare.
Con mia sorpresa, invece, non è andata così. Dopo poche interazioni con il mondo di gioco hanno iniziato a prendere decisioni molto impattanti, facendo buona strategia, e assumendosi anche dei bei rischi.
Hanno approcciato un paio di incontri (soprattutto uno) in maniera creativa. Hanno scoperto il “dilemma morale” nascosto nello scenario, l’hanno preso sul serio e hanno escogitato una bella soluzione che non mi aspettavo.
Tutto questo era sempre condito da quella loro maniera un po’ “istrionica” di interpretare, ma a postieriori posso dire che non ha interferito con la loro capacità di ingaggiare il gioco.
Hanno finito l’avventura in due sole sessioni anziché le tre che avevo previsto: per una giocata online direi che è un record.
Ottimo resoconto e, per me, ottimo esempio di come una possibile Red Flag, dopo tutto, rimane solo una possibile Red Flag.
Si può giocare bene anche facendo le vocine e le scenette fra personaggi? Sì.
Può comunque dare fastidio? Sì.
Insomma, dipende da persona a persona e da gruppo a gruppo, e sicuramente è uno spettro di comportamenti. Se comunque si gioca in maniera efficace (come mi pare tu abbia descritto) e questi elementi arricchiscono in qualche modo l’esperienza dei giocatori (magari semplicemente perché si fanno due risate), è tutto ok per come la vedo io !