Sciogliere il nodo: La falsa equivalenza tra manuale e sistema

@AndreaParducci, se qualcuno ti ha insegnato delle tecniche che consideri migliori, può averlo fatto a voce o per iscritto, e quello scritto può benissimo essere stato parte di un testo di gioco. È innegabile. Ad esempio sono grato a Sex & Sorcery e Circle of Hands per le Linee e i Veli, che uso attivamente.

Però qua stai rispondendo a una versione uomo di paglia di quello che ho detto. Non ho detto “I testi di gioco non servono a niente” o “I giochi recenti fanno tutti schifo”. Altrimenti non andrei in giro a sbandierare Tales of the Round Table alle persone.

Sto stabilendo l’importanza di quello che fai tu, effettivamente, al tavolo, rispetto a quello che c’è scritto in un libro. Che il libro non è quello che giochi, è al massimo:

E tutti questi processi hanno valore! Ma non sono quello che fai al tavolo.

L’idea che ti do un testo in mano e ti fa giocare bene per via delle sue regole perfettamente progettate dall’autore ha preso piede in maniera molto forte, ed è questo mito che sto cercando di sfatare con il post d’apertura. Dal punto di vista di autori e case editrici, aiuta a vendersi. Dal punto di vista del giocatore, è più facile pensare in questi termini che dire “devo migliorare il modo in cui gioco”.

Spero di essermi chiarito.


Parentesi brevi su cose secondo me fuori tema:

La cosa delle meccaniche carota e bastone merita un thread a parte. Però in breve, non penso che si possa fare game design con il condizionamento operante di skinner, e che le regole inerte non “spingono” un bel niente. Ne avevo già parlato qui.

I miei pensieri sul tema degli “strumenti di sicurezza” li trovi qui. Non penso di essere in grado di esprimermi meglio di quanto non abbia fatto con @Bille_Boo e se ti interessa continuare la conversazione lo farei in quel thread.

7 apprezzamenti