Spinoff thread dell’argomento aperto da @ranocchio [Il gioco è uno strumento musicale].
Una delle cose che più di tutte, secondo me, penalizza il nostro hobby e gli impedisce di fare il salto e diffondersi davvero, è che i giochi hanno una barriera all’ingresso molto ripida.
Ci sono giochi con 300 pagine di manuale e ci sono giochi da 1 pagina sola.
Nel primo caso la barriera è data dalla mole di informazioni che una persona deve acquisire - ci vuole tempo e dedizione (esattamente come nell’esempio del produrre musica - ma su questo ci torneremo).
Nel secondo caso la barriera non sembra esserci, eppure c’è e forse anche più ripida: sono giochi che spesso danno per scontato certe cose e non ti insegnano a giocare di ruolo, ma ti insegnano semplicemente a giocare a quel gioco e l’aspettativa dell’autore è che tu sappia già tutta una serie di informazioni.
Anche il più semplice dei giochi (e probabilmente uno dei più diffusi) come Laser & Feeling, ha questo problema: se lo metto in mano a mio padre che non sa cos’è un gioco di ruolo, non sa come usarlo.
Ora, con l’esempio del giocare di ruolo è come suonare in una jazz band secondo me si rischia di essere fuorviate. Credo che l’affermazione più corretta sia:
- fare musica = scrivere un gioco.
- creare una playlist, condividerla, esserne intrattenuti = giocare una sessione.
L’assunto per il quale, per usufrurire di un gioco (o medium di intrattenimento) sia necessario studiare e impegnarsi a priori, mi pare pericoloso - lo sposta dal mezzo di intrattenimento al produrre intrattenimento (per sé stessi o per altri). Se questo fosse vero, il medium sarebbe condannato per sempre alla nicchia, visto che la maggior parte delle persone non vuole essere autore ma giocatore.
Io, però, non credo che sia così (e non credo che debba esserci questa condanna a priori).
E’ chiaro che come in tutti i medium ci sono delle abilità che l’usufruitore deve possedere (se voglio leggere un libro devo sapere leggere), ma io credo che il gioco di ruolo debba capire che è soprattutto un gioco - e come tale il suo scopo è quello di intrattenere (in inglese userei il termine fun).
Se questo assunto è vero (ed è un SE grosso come una casa, perché non sono qui a pontificare realtà oggettive, ma a porre dei quesiti per ragionare tutti assieme), allora meno barriere all’ingresso ci sono e meglio è - per il medium stesso e la sua diffusione.
E visto che uno dei miei pensieri guida nella vita è “se non proponi soluzioni sei parte del problema”, ecco cosa sto cercando di fare:
sto scrivendo un gioco che ti insegna a giocare (sia come GM che come giocatore) man mano che lo giochi - proprio come fanno i tutorial dei videogiochi.
Non ho ancora una bozza davvero condivisibile (spero di riuscire a chiuderla nel weekend) ma l’idea mi è venuta guardando Fall of Magic - un gioco che letteralmente si strotola
Quello che voglio fare è questo: non isolare il GM nella lettura del manuale a priori della prima sessione, ma rendere la lettura e l’apprendimento delle regole parte della prima sessione di gioco.
Un giocatore prende il manuale in mano e legge ad alta voce il primo paragrafo. E il gioco ha inizio.
Paragrafo, dopo paragrafo, il gioco insegna a tutti i partecipanti le sue regole fino alla fine della prima sessione dove tutti hanno imparato le regole base.