Critica su argomento "Autorità: In o Sopra"

sono giorni che ci rifletto e alla fine ho capito il mio problema.

lo esporrò in maniera maleducata, aggressiva, accusatoria e discriminatoria, non perché mi faccia piacere, ma perché ritengo che potremmo scrivere di cose per tutti e avere un contesto più ampio di cui parlare e un pubblico più ampio a cui parlare, e invece la mia personale percezione è che siamo qui a scrivere lunghe discussioni spiegando agli altri la nostra teoria del tutto a beneficio solo di noi stessi.

Se Froggy ritiene il mio messaggio eccessivamente denigratorio si senta libero di cancellarlo, senza spiegazioni, lo incoraggio a farlo, con profondo affetto e senza ironia; credo che quello che segue sia sbagliato da parte mia esprimerlo ma ho una necessità fisiologica di farlo e non so come farlo diversamente, ma è più uno sfogo personale che altro.

quindi? iniziamo:

'sta roba per me è fuffa.

punto, basta, finito.
si parla di teoria, di autorità, di sistemi, ma dov’è il gioco giocato?
quali sono le situazioni reali accadute e i giochi o sistemi dove succede e/o è successo?
se ne stiamo parlando, qual è la situazione identificata e il contesto?

io, e mi sembra evidente che non solo io, non capisco perché cerco di riportare il tutto alle mie esperienze e ogni volta che mi sembra di trovare una quadra sbaglio.
Io sono scemo e ci sta’, ma allora il problema è che stiamo pontificando sul nulla e pontificare è sbagliato.

p.s. stiamo organizzando per giocare, e magari capire, ma non può essere una via di comunicazione, il gioco giocato deve essere la partenza e non un mezzo.

p.p.s.
ho ammorbidito alcune espressioni che per me erano giocose ma che obiettivamente risultavano offensive. volevo essere aggressivo e non insultare.

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Osiride – nessuno qua è salito in cattedra. Non cancello nulla, ma a mio parere sei stato davvero inappropriato.

Dato che ti sei espresso con parole dure mi esprimo con parole altrettanto dure.

Questa impressione che Ron parli ex cathedra è una minchiata tutta italiana dovuta dall’atteggiamento di Moreno Roncucci che ha agito dieci anni fa da prete e interprete (non richiesto) di Ron Edwards e onanista in cattedra – tra l’altro associando idee sue come parte del corpus del ‘Maestro’ – prima sul Narraforum e poi su Gente che Gioca, con la totale compiacenza dei gestori per cui l’idea del game designer illuminato era di comodo per vendere giochi.

Parliamo della stessa scuola che ha portato a seghe mentali sugli “intenti creativi”, alla definizione di “parpuzio”, giochi “coerenti” e “incoerenti”, “moderni” e “tradizionali”, dell’avanzata del “progresso dei GDR”, dei “bomboloni alla crema”, dell’evangelismo fatto alle convention e negli altri forum, e varie altre pugnette da culto per sentirsi superiori al resto del mondo del GDR. Roba che di Ron non ha manco l’ombra, e oltre a cooptarne il linguaggio queste idee hanno poco in comune con Adept Play e il suo modello di pensiero.

Sinceramente, se ti devi incazzare con qualcuno, incazzati con quelli che hanno messo Ron su un piedistallo. Non con lui, e non con me. Non sei l’unico che se ne esce con queste reazioni difensive a qualunque concetto che provenga da lui o Adept Play, e a me questo atteggiamento ha davvero rotto il cazzo.

Se tu fossi andato a parlare di persona anche una volta con Ron ti renderesti conto che lui vuole tutto il contrario di essere messo su un piedistallo. Prima ce lo togliamo questo atteggiamento meglio è, perché non è giusto continuare a puntare il dito contro una persona per via della maniera in cui è stato proiettato da altri, tra l’altro in una lingua nella quale non può comprendere e rispondere.

L’unica ragione per cui mi sento di difenderlo è che in lingua italiana non è in grado. Se andassi a parlarci di persona potrebbe difendersi da solo. Ora, questo tipo di attacchi personali verso qualcuno che non può rispondere per via della barriera linguistica non li permetterò in alcun modo – se lo vuoi fare in futuro glielo puoi andare a dire di persona.

Se vuoi criticare me, è un’altra cosa. Criticami pure. Io ho riportato il testo perché sono concetti che sono stati utili a me negli ultimi due anni per analizzare il mio gioco, concretamente, e sono migliorato sensibilmente come giocatore. L’autorità è una delle cose più concrete di cui si sia mai parlate. Quando non l’hai capita ti ho proposto di giocare insieme e confrontarci.

L’onanismo intellettuale ce lo vedi soltanto tu. Qui intanto stiamo a giocare, e i miglioramenti li ho visti sulla mia pelle.

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bada bene, io Moreno non lo conosco, non ci ho mai avuto niente a che fare, non ho letto niente di suo ne parlato con lui, e da quello che in tanti raccontano, per me sta bene lì dove sta, ovunque esso sia.
Stessa cosa vale per tutti i forum che hai citato, ci sono entrato per sbaglio non più di un paio d’anni fa e ci sono uscito alla stessa velocità.

Se mi devo incazzare con qualcuno è con me stesso e la mia personale incapacità di astrarre i concetti.
La mia incapacità, reale e di cui ti assicuro NON mi vanto, però mi porta anche a riflettere su quanto l’astrazione di cui leggo sia un muro che non permette il dialogo, evidenza del fatto è che io e non solo io, stiamo cercando di capire cose e non ci capiamo.

Non sto puntando il dito verso Edwards perché ce l’abbia con lui, ma lo hai citato come fonte di cose interessanti, e ti credo, ma Edwards o non Edwards, avrei detto lo stesso di Harper o dei Baker, mi sembra che qui si sta astraendo senza partire da un’esperienza concreta (o omettendola, che è la stessa cosa).

La mia idea di dire che ‘sta roba è fuffa’ è simile almeno in una parte, credo, per cui hai registrato delle puntate molto interessanti del tuo podcast con dei giocatori “reali”; mi sembra che si stia perdendo il contatto con la realtà e bisognerebbe parlare più da un punto di vista concreto.
Non ce l’ho con Adept Play, che non frequento e quindi non ho idea di cosa parli. Ho fatto lo stesso tipo di ragionamento al Rosso (Andrea Lucca) per un motivo identico seppur parlava di un concetto completamente differente (lui parlava di “interpretazione”), dove di nuovo astraendo tutto io a tutt’ora e 10 post dopo non sono convinto che cavolo intendesse.

A me interessa relativamente poco parlare con Ron, non perché lo amo o lo odio, ma perché non ho tempo. Ho piacere di parlare con voi perché mi state simpatici e mi sembra si riesca bene o male a parlare e faccio meno fatica con la lingua. Visto che state esponendo il concetto di autorità, e che sono arrivato a questo topic partendo da un altro topic, credo sia un esempio reale di come questa astrazione possa aumentare i dubbi invece che chiarirli.

Io ti credo quando mi dici che i miglioramenti li hai visti, e li voglio disperatamente vedere anche io, forse però c’è bisogno, in queste discussioni, di premettere sempre un’esperienza diretta in maniera che anche gli altri possano capire un “prima” e “dopo”.

in ogni caso, ho puntato il dito verso Edwards non perché ce l’avessi con lui ma perché in questo specifico caso siamo partiti da un suo discorso.

p.s.
Cancellare un messaggio per me non era “salire in cattedra”, mai pensato a nulla di simile, ma moderare dei toni, i miei, che non sono per nulla rispettosi.

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Il post che ho citato è un’estratto che proviene da un contesto di discussioni (Adept Play) che è basato esclusivamente sul commento del gioco concreto, tanto che la struttura del sito ci è progettata attorno. Esattamente come questo forum.

Quando cito un post, è chiaro che non posso provvedere l’intero contesto. Non è pubblicato come saggio che sia un riassunto di un’idea con spiegazioni approfondite, o spiegando con precisione da dove vengano. È un commento sulle discussioni attuali su Adept Play, ed è da prendersi in quel contesto. Io traduco per rendere più accessibili i post che trovo più importanti. L’idea è che se vuoi approfondire puoi andare sul sito e leggere le varie discussioni.

Invece di accusare, si possono fare domande per capire.

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perdonami ma è la prima cosa che ho fatto, dopo non aver capito, è aprire il link.
non c’è traccia di una giocata, o magari me la sono persa.
non c’è un video, un audio, un transcript.
non c’è un sistema di riferimento, un gioco di riferimento.
non c’è un “in the pool, parlando così e colà è successo questo, che mi piace o che è giusto” VS “in D&D è successo questo, che a mio parere è male o non funziona”.

per capire questo concetto di Autorità devo leggere e seguire tutto Adept Play? è realmente l’unico modo?

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Si, Osiride — è la differenza tra fare riferimento a delle discussioni in divenire, e leggere qualcosa aspettandosi la pappa pronta come fosse un libro di testo del liceo, senza dover fare il lavoro fondamentale di investigare e partecipare nelle discussioni. E tu stai avendo il secondo atteggiamento.

È l’atteggiamento del “e a me che me ne frega?”, che è qualcosa di intellettualmente intollerabile.

Se non hai tempo di partecipare non partecipare, ma non offendere chi lo sta facendo.

mmm, però qua mi sembra che non sia questo il caso.

ho chiesto spiegazioni, più volte.
ho aperto il sito e letto i commenti.
non mi sembra proprio pappa pronta.

… ho cercato un esempio concreto e non l’ho trovato.

Comunque correggo il post iniziale con un aggettivo che reputo importante.

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Sto criticando la tua aspettativa di pappa pronta, Osiride. Rileggi il messaggio.

Hai aggiunto un punto relativo a un “pubblico”. Non c’è pubblico qui. Solo noi che parliamo tra di noi.

Ho chiesto un pò di tempo caro.
Risponderò. Andando sul concreto come piace a te. Facendo esempi di giochi e, se riesco, di giocate.

Ma fare esempi di giochi è sbagliato. Perchè il sistema è al tavolo, nella singola giocata, ed è quello che puoi giudicare con certezza se ti ci trovi, mentre un testo scritto di regole può solo dare un’idea astratta e come tale incerta fino alla prova del tavolo.

Per questo non esiste una tecnica/regola/procedura singola che puoi scrivere nelle regole del testo che incorpori e cristallizzi il giusto modo di esprimere in gioco le Autorità e consenta di "non mandare in vacca il gioco con un uso sbagliato delle Autorità.
Puoi scrivere e fondare procedure che tendono ad un buon risultato e afr evitare certi problemi, ma la gente al tavolo può ben fare come vuole e farà quello che ritiene e quello che la fa stare più comoda e meglio.

Quindi, da questo punto di vista, è un MODO DI GIOCARE che va esaminato e criticato (nel senso che occorre fare una critica e un’analisi), non un testo.

E’ come occuparsi del modo di costruzione e non dei materiali che usi per la costruzione.
Ma se ti occupi del modo di costruire seriamente, ti apparirà chiaro che cercare di reggere un tetto di X tonnellate con un paletto di legno da 30cm nel centro… non è consigliabile.

Come ho già scritto in privato (lo ribadisco per chiunque avesse lo stesso dubbio), l’utilità di questi concetti è già stata dimostrata.
Senza la teorizzazione (scoperta)* del concetto di Autorità non si avrebbero Trollbabe, Cani nella Vigna, Aips, Archipelago (e anche l’Apocalisse), tutti i masterless/full e altri millemila giochi, perchè da allora i designer si sono potuti cimentare nella frantumazione e ridistribuzione delle Autorità al tavolo .

Sono ancora utili?
C’è altro che può essere usato e sfruttato durante una giocata concreta di ruolo grazie al concetto di Autorità una volta che uno ce l’ha chiaro? Sfruttato per “costruire meglio una Storia”?

A mio avviso si (che sorpresa eh, chissà cosa altro avrei potuto dire…).
Ed è per questo che ne stiamo parlando qui.

Ad esempio per quanto riguarda i cosidetti storygame e per quanto riguarda l’attuale modo di giocare molti Pbta in totale continuità intuitiva.

Ad esempio anche per alcuni tipi di design nostrano.
E’ sbagliato fare nomi di giochi, Sbagliato.
Ma quando ho giocato Broken Compass o Neon city Overdrive mi sono accorto che tipo di scelta di design era stata fatta (consapevolmente o meno) e che tipo di conseguenza sul modo di giocare e sull’esperienza al tavolo tendeva a generarsi.

Ed è un modo che a mio avviso dipende proprio dall’aver ribaltato il concetto di Autorità.
Dall’intenderla in un modo diverso (non voglio assolutamente dare un giudizio di meglio/peggio) rispetto a quello di cui stiamo parlando io e @ranocchio .

Gli actual play sono duri da scrivere. Lunghi, difficili da rendere chiari per chi non era presente.
E difficilissimi da collegare ad un’ analisi rispetto a questi argomenti (addirittura rispetto alle stesse regole in uso al momento, figurati al modo di centrare o sbagliare le Autorità).
E’ molto più facile scrivere a braccio di teoria non c’è dubbio, su questo hai un punto.

Spero che mi crederai se ti dico che potrei farlo (scrivere actual play con evidenza di queste cose) e che voglio farlo, che proverò a farlo, se tempo (e voglia lo ammetto) me lo permetteranno.
Soprattutto spero che tu mi creda quando dico che gioco (fortunatamente) e analizzo concretamente quello che gioco (in effetti sono abbastanza duro e spietato nelle analisi, anche verso me stesso).

Intanto secondo me è bene chiarire che non si sta parlando di singole regole o tecniche di un determinato gioco, che se cambi o modifichi in un certo modo allora hai vinto, tutto è a posto.
Qui si sta parlando di un modo di giocare, un modo di usare tutte le regole o strumenti a disposizione in un gioco X, cioè in un qualunque gioco.
Di una cosa che, facendo necessariamente parte della struttura del gioco (e della comversazione di gioco) capiterà, Per forza. In base alla regola 1? Si, ma anche alla regola 1a. O alla regola 5. O a quella 51.
Non importa, capiterà. Qualcuno si ritroverà, dopo una subroutine procedimentale e/o ad un’indicazione vincolante di contenuto rispetto a quanto deve essere detto, questa cosa da fare/dire/fra le mani al tavolo.
Avviene continuamente e nemmeno spesso uno se ne accorge al tavolo, ma avviene.
IL MODO in cui tratterà questa cosa che si è ritrovato fra le mani è ciò di cui stiamo parlando.
E di quello che può succedere se durante una giocata spesso e volentieri questo modo non è inteso bene.
E di quanto un sistema concreto di regole di gioco per le subroutine, ma anche per i passaggi diretti delle Autorità fra i giocatori possa spostare rispetto al corretto modo di intendere le Autorità.

Se arrivi a 0 punti ferite…posso dire che stai morendo ma non sei morto?
Che l’ultimo colpo non era mortale?

E’ fuffa?

Dipende.

Dipende dal motivo per cui giochi di ruolo.

Se lo fai per divertirti allora katafottitene e scuoia allegramente gatti, basta che ti diverti.

Io non scuoio i gatti.

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Io non sono un fan sfegatato di Ron - anche se mi rendo conto dell’importanza che le sue opere e il suo operato hanno avuto nella comprensione di un medium molto giovane, fragile e - all’epoca - studiato pochissimo.
Per cui, rispetto il suo lavoro anche se molto di quello che scrive oggi lo ritengo meno apprezzabile (intendo: meno importante) rispetto a quello che scriveva anni fa.
Perché nel frattempo altre persone hanno iniziato a fare quello che faceva lui, e in generale credo che il gioco di ruolo sia maturato abbastanza per poter essere studiato seriamente con strumenti già usati in altri contesti.

Detto questo, non sono neppure un amante della teoria fine a sé stessa. Ma non ho visto negli interventi riportati qui sul forum quello che potremmo tradurre con “pippe mentali teoriche”.
Credo che molta della teoria espressa sia indirizzata ad analizzare e capire il gioco pratico (e con gioco intendo “l’azione di giocare”, non un gioco specifico o un sistema di gioco).
Ed è una cosa importante e, per certi versi, affascinante.

Ora, la domanda è questa: su un forum come questo dovrebbero esserci thread che interessano a tutti i suoi utenti?
Perché se la risposta è no (e secondo me è così, ma magari altri la pensano diversamente), allora se c’è un argomento che non interessa o che non si capisce o che non sembra nelle proprie corde… basta ignorarlo.
Ci sono almeno il 50% dei thread che non ritengo di mio interesse: leggo il primo messaggio, capisco che non sono interessato, e passo oltre.
Per cui, @Osiride , io obiettivamente non capisco il problema né la tua critica.
Ammettendo anche che sia un thread super pippotto-filosofico… qual è il problema se non ti interessa, non lo capisci o non pensi che sia utile?
Sti cazzi no? Ci saranno altri thread che ti interesseranno. Oppure, se non ce ne sono, li puoi aprire tu su argomenti che sicuramente ritieni più interessanti.
A me pare che in quel thread ci siano utenti che stanno leggendo e scrivendo con interesse.

Quindi… boh?

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Premessa (perché qui si è forte rischio di incomprensione):
Non ce l’ho mai avuto con Ron in prima persona (non lo conosco, non ce lo posso avere). Ho avuto le mie alzate di scudi contro i “post di Ron” (ci sono vecchi messaggi in cui Ranocchio mi tirava le orecchie) ma non perché era “roba di Ron” ma perché il mio primo pensiero era “ecco un altro che mette in cattedra Ron”; questo mi ha portato ad essere critico nei suoi confronti. Ma siccome io quando critico qualcuno voglio avere congnizione di causa, ho cercato di capire di che cavolo parlava. Non ci sono sempre riuscito, lo ammetto ma mi sono accorto di due cose:

  • le sue soluzioni ai problemi che trovava, non mi piacevano
  • ha analizzato davvero i problemi (no, non sto dicendo che è il dio degli analizzatori, sto dando merito al merito).

Quello che lui (e gli altri dopo di lui) ha fatto è stato quello di sviscerare i sistemi di gioco ed astrarli, esattamente come si è fatto con i problemi di matematica: si parte da avere una mela ed una mela, quindi chiamiamole due mele, e si arriva ai Complessi e l’Alta Matematica che manco mi sogno…
Tutto questo per dire:

Se vuoi solo giocare, sì è fuffa: non mi serve sapere cos’è l’autorità e come si può sfruttare per giocare.
Voglio creare un gioco? Ni, l’astrazione può essere utile ma si può procedere anche per esempi.
Voglio creare un gioco nuovo? No: l’astrazione è indispensabile.
Voglio capire di cosa stanno parlando questa gente? Di nuovo serve.

Ora se siamo nel punto 2, 3 o 4, allora ti consiglio di provare a rileggere la mia ultima spiegazione che ho fatto ad Andrea Parducci, magari c’è qualcosa che può farti accendere la lampadina, magari no.

Ciò detto, devo chiedere una cosa a @ranocchio:

Moment, perché mi fai venire i dubbi: lui ha davvero parlato di Intenti Creativi (il Big Model è il suo), di giochi coerenti ed incoerenti e tradizionali oppure tutto questo è falso?

Ciao :slight_smile:

Per chiarire, ma non voglio che si approfondisca questo argomento oltre, perché parliamo di cose vecchie e concluse:

  • Ha parlato di “intenti creativi”, ma l’ossessione sull’analisi di questi come causa di tutti i beni e mali rispetto ad altri aspetti più concreti (autorità, IIEE) è dovuta ad altre persone.
  • Egualmente, “coerente” era qualcosa di riferito all’istanza di gioco e non alla valutazione del gioco-testo, e anche quando usato per descrivere il gioco era al meglio una metonimia. Il suo uso è stato molto espanso da parte di altri ed applicato a criterio di valutazione di giochi-testo.
  • “tradizionale” nella maniera usata in Italia non proviene da lui in alcun modo.

Faccio anche notare che la traduzione e riproposizione del suo pensiero come arrivata in Italia è stata fatta da terzi, che nel tradurre hanno inserito volenti o nolenti la propria interpretazione.

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MURO DI TESTO INCOMING…

Ho avuto un po’ di impegni e ho preferito in ogni caso lasciar passare un po’ di tempo; sicuramente serviva a me, ho pensato che male non potesse fare.

@ranocchio sulle aspettative. Abbiamo punti di vista diversi sulle analisi, io credo di aver fatto un lavoro minimo accettabile di ricerca, tu non lo ritieni sufficente, vedo pochi punti di incontro su questa cosa, mi spiace.

@ranocchio sul modo di giocare.
Guarda, e su questa collina troverai il mio cadavere. Sono al 10.000% d’accordo. Va analizzato e esplicitato (criticato non so) il modo di giocare. Ma per analizzare il modo di giocare si deve partire da un esempio, magari non concreto ma fittizio, di: A dice Rosso perché Pippo, B dice Verde perché Pluto, C impone Giallo perché Paperino e ora parliamo di perché chi ha detto cosa, su chi abbia affrontato il discorso in maniera “migliore” e perché e di quali comportamenti, regole, se vogliamo “sistemi” abbiano portato a questa discussione.

@Davos sull’utilità della teoria.
Ok, me lo avete fatto notare in 3 quindi qui è evidente che ho comunicato in maniera cinofallica uno dei concetti che mi stanno a cuore.
Io sono completamente e assertivamente a favore ANCHE della teoria. Bisogna deostruire e ricostruire prendendo gli esempi ma arrivando anche a una loro generalizzazione, altrimenti è impossibile progredire.
Su questo non discuto e anzi ne sono promotore.
Quello che però ho espresso malamente è che a forza di astrarre e poi astrarre ancora di più e poi rimuginare sull’astrazione astratta dall’astraente neutro, c’è il rischio di innamorarsi dell’idea platonica di un concetto neutro che però al tavolo non si presenta mai.
Aggiungo.
L’esempio che porti, Broken Compass e Neon City Overdrive, è praticamente perfetto, ed è quello che secondo me manca. La scelta di design, o sua ignoranza, su come funzionano e dove vanno a parare quei due giochi è possibile concretizzarla solo conoscendo alcune paradigmi come quelli della Continuità Intuitiva (grazie @Ranocchio ai tempi per avermeli chiariti). Ma se mi avessero spiegato la C.I. senza aver mai giocato di ruolo, non avrei capito…

@Davos Sugli Actual Play.
Sono d’accordo, gli AP sono un bagno di sangue, ma io personalmente non mi scandalizzo se li crei dal nulla per darmi una base che io poi posso ricontestualizzare con le mie esperienze reali. Nel bene e nel male, più nel male però, sono 30 anni che gioco di ruolo, buona parte di questi facendolo nel modo peggiore, quindi se mi dai un esempio abbozzato è facile che poi io ricordi una sessione reale in cui è successo qualcosa di sufficientemente simile.

@Davos Sulle singole regole.
Concordo. È difficile che sia una singola regola o tecnica (tecnica non mi suona, forse meccanica o procedura) a creare una situazione più o meno corretta, è di solito è quasi sempre prima il “tavolo” (o sistema) in unione a queste a creare una situazione potenzialmente insalubre.
Per me proprio perché però non è una regola che continuo a dire che servono degli esempi, qualcosa di reale, altrimenti si rischia di parlare dell’inefficienza (faccio un esempio a cavolo) di un cavallo in quanto sfera che non ottimizza la sua corsa… ma un cavallo non è una sfera, quindi a forza di astrarre il concetto per poi poterci applicare regole della fisica si sta parlando di fatti non reali.

@Davos sul modo di giocare.
Perfetto, molto chiaro, forse mi hai sbloccato un altro pezzo.
Quindi l’Autorità è da affrontare più al “tavolo” (sistema) che rispetto al gioco. Sono, più o meno non concorde, o meglio… Per me è un problema quando un manuale non ti spiega, non ti mette chiaro, non ti definisce i paletti su cosa una autorità possa e non possa fare e come. Poi, rifacendomi a quanto ho scritto sopra, la gente può comunque sbagliare completamente la spiegazione; però un manuale può non darti nessuna procedura per definire cosa puoi e/o non puoi fare che forse è anche peggio.

@Davos avos sull’esempio dei PF.
Sì, grazie mondo, proprio questo tipo di esempi mi mancavano, GRAZIE.
Tu scrivi “Dipende dal motivo per cui giochi di ruolo.”. Sì e no. Nel senso, un gioco secondo me dovrebbe chiarire che quello specifico gioco quando sei a 0 p.f. da autorità al gm, al giocatore, a #chittepare di dire se sei morto, morente e/o altro. Poi al tavolo (a sistema) possiamo decidere che no, noi giochiamo per “vincere” quindi boh, che ne so, non puoi mai dire che sono morto perché solo io decido, che ne so. Fa bene quel tavolo a fare così? Guarda, io non sono la polizia del GdR, non credo faccia bene perché sta prendendo un gioco che fa una cosa, magari l’ha anche pagato, e sta decidendo di farci altro, ma questo non è un mio problema. Però il gioco ce l’ha la procedura in questione.

@TUTTI su Edwards
In qualche modo la discussione sta virando su Ron, non era mia intenzione, non mi interessa particolarmente e non mi piace parlare degli assenti.
Ho sbagliato io a citarlo e chiedo scusa. Mi serviva un esempio ma secondo me l’ho preso in maniera così decontestualizzata da aver creato confusione, colpa mia.

@Matteo_Sciutteri sulla teoria fine a se stessa
Io sono contento che tu non abbia visto interventi fini a se stessi, purtroppo per me, e sottolineo che sono il primo a starci male, io invece ho percepito una volontà di parlare di cose reali ma astraendo tutto così tanto da rendere la discussione in sé una teorizzazione fine a se stessa.

@Matteo_Sciutteri sui thread che non dovrei seguire.
Il mio problema, e sottolineo mio, è che il thread di partenza mi interessa al 100%. Sono convinto che 'sta cosa dell’autorità, una volta che l’ho capita, mi cambierà le partite, sono serio. (Cito per la, boh, 3° volta @ranocchio e la continuità intuitiva).
La frustrazione nasce proprio dal fatto che, vedo la potenzialità della discussione ma mi sembra che venga soffocata da una teorizzazione astratta che non mi permette di contestualizzare il discorso al mio tavolo.

@Red_Dragon sulle viscere
Capiamoci, io ringrazio tutte le volte che gioco di ruolo gente come Edwards e i Bakers perché con i loro giochi mi hanno spiegato, dimostrato e messo su carta quante certe cose che facevo al tavolo erano mi permetto di dire, completamente sbagliate. Erano sbagliate dal punto di vista del manuale, delle procedure, del tavolo, del sistema e anche dal punto di vista umano.
Per fortuna che c’è chi ha analizzato quelle “cose”, magari non le mie ma simili, ha costruito delle ipotesi, delle teorie e su quelle teorie ha scritto giochi per me migliori.
Su questo io non ho dubbi.

@Red_Dragon ulla fuffa
Eh no, non credo sia fuffa. Perché se capisco veramente cos’è una autorità gestita correttamente e non, posso migliorare il gioco al tavolo, quindi non è fuffa manco per niente.

Manca qualcosa?

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Vale il consiglio che ho espresso comunque sopra:

  • Sei interessato a un argomento
  • Credi che non ci sia un thread che lo tratti come vorresti tu
  • Apri un thread apposta!

Non c’è nulla di male nell’aprire un thread chiamato “Autorità: esempi pratici in gioco” e parlare di quell’aspetto dell’argomento.

Edit (dopo la precisazione di @ranocchio ): Sicuramente è un approccio più costruttivo che lamentarsi di un thread dove non stai trovando quello che vorresti, mentre esso viene usato attivamente da altri utenti.

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@Matteo_Sciutteri ti correggo: il thread l’ho separato io, ma il commento era stato fatto sotto al thread originale.

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Ron

Bene, perché a mio parere è stata la parte più maleducata del tuo post. Quindi già che torni indietro su questo è un passo avanti.

Ho sbagliato io stesso ad alimentare l’argomento, però adesso basta – Il prossimo che fa commenti negativi su di lui in un contesto in cui non può rispondere si prende una sospensione. Non faccio minacce vuote.

Concreto vs. Astratto

Ora ti dico perché mi sono incazzato.

Questo è in questo momento l’unico spazio pubblico in italia al contempo attivo e concentrato sul commento del gioco concreto.

Chiamare qualunque discussione fatta qui fuffa è puro delirio. Il fatto che tu non riesca a ricondurre un concetto a tue esperienze di gioco quando è chiaramente utile per altri non lo rende inutilmente astratto.

Qualcuno di intelligente ha definito il GDR qualcosa di “incomunicabile a 360°”. Ovvero, senza punti di riferimento comuni, è difficile scambiarsi idee. Per questo ti avevo chiesto di giocare insieme a The Pool – in maniera che avessimo esperienze in comune dove potevo indicarti “guarda, l’autorità è quella cosa lì”.

Gioco-attività vs. Gioco-oggetto

Lo chiarisco qui e per sempre: tutte le sezioni di questo forum con dentro la parola “giocare” sono per discutere il gioco al tavolo, l’attività di gioco: osservarla, commentarla, migliorare.

Non mi interessa nemmeno un po’ parlare di come debbano essere scritti i manuali[1], se non in funzione di questo primo obiettivo. L’andare direttamente alla valutazione dei giochi-oggetto è un’abitudine è frutto di un’ossessione diffusa verso la recensione e la valutazione del gioco come prodotto, che non è un obiettivo di questo spazio.

Parlare in termini di gioco-testo, gioco-oggetto o gioco-prodotto – l’abitudine diffusa altrove – è molto più fuffa e molto più distaccato dal gioco reale di qualunque discussione abbiamo mai condotto in questo spazio.

Questo è spiegato chiaro e tondo nel Vademecum della Locanda. È una parte non negoziabile della partecipazione a questo spazio. Non ci interessa parlare del mercato dei GDR, non ci interessa seguire le celebrity di turno, non ci interessa regolare come la gente scrive i giochi, non ci interessa decidere quali sono i prodotti belli e quelli brutti, ci interessa semplicemente osservare come giochiamo e imparare a giocare meglio.

Sei liberissimo di dichiararti in disaccordo, ma sappi che la discussione qui verrà regolata secondo questi obiettivi.


  1. Prima che mi citi questo thread – in quel caso ho semplicemente giudicato che contenesse abbastanza gioco concreto da non intervenire. Ovvero, il commento di @Matteo_Sciutteri sulla scrittura del manuale non andava secondo me a inficiare alla qualità della discussione sull’argomento principale – commentare la sua esperienza. ↩︎

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Sto seriamente valutando di cancellare il messaggio iniziale di questo Topic/Thread.

credo ci siano diversi errori di fondo nei suoi contenuti, nella sua esposizione e nei suoi scopi e ho la forte impressione che più continuiamo la discussione più ci allontaniamo da quello che volevo ottenere.

Detto questo, provo ad andare avanti ma non so per quanto.

Re: Concreto vs. Astratto

Mi spiace che tu ti sia arrabbiato, ci sta è colpa mia e ti chiedo scusa. Credo che il mio modo villano di esprimermi abbia portato a dei toni non salubri per una conversazione, voglio assicurarti che non era la mia intenzione.

Se però devo tirare una conclusione, a me in quella discussione è mancato (in minima parte chiarito molto in seguito ma ancora molto lontano da quello che vorrei) il “gioco concreto”.
Se posso avanzare una debolissima difesa nei miei confronti, non ho mai detto che per tutti è “fuffa” ma che per me era “fuffa”. Non basta, lo so e lo capisco, però questa differenza è importante. Il mio obiettivo non era mandare a quel paese tutto e tutti ma dire che l’argomento rimaneva troppo astratto al fine di poterlo applicare al gioco giocato.

Re: Gioco-attività vs. Gioco-oggetto

Su “come scrivere i manuali” stiamo deragliando decisamente troppo dal topic originale secondo me. L’ho scritto in risposta a una cosa leggermente più tangente ma credo sia meglio evitare di continuare in questo thread (magari sbaglio eh) a parlare di quello.

Re: su mercato dei gdr, celebrity, come scrivere giochi, prodotti belli…

mmm, potrei sbagliare ma non mi sembra di aver parlato di questi temi, se l’ho fatto non era mia intenzione.

Re: come giochiamo

Per capire come giochiamo bisogna però tirare in ballo anche a cosa giochiamo, credo. Nel senso che il “tavolo” (sistema) viene sicuramente prima/sopra rispetto al gioco, ma se al tavolo io gioco ignorando quanto scritto nel manuale e l’esperienza che ne esce è drasticamente differente dalle altre perché ho ignorato quanto il manuale richiede è difficile costruire qualcosa, credo.

p.s.
@ranocchio ti ho scritto un p.m. giorni fa, non ho capito se l’hai letto.

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Le tue scuse sono accettate, quindi andrei a chiudere questo thread a breve. Il messaggio privato l’ho visto ma non ho avuto tempo di rispondere.

Cercando di chiudere le varie parentesi (ho aperto un thread per quella riguardante i manuali)

Quello che possiamo concludere è tu non sei riuscito a ricondurre di quanto stavamo parlando a delle tue esperienze di gioco. Il che è legittimo.

Mi sembra un po’ strano che ti lamenti di una mancanza di “gioco concreto”, dato che Adept Play è letteralmente il posto su internet più concentrato sul commento del gioco concreto – avendo Ron inventato lo stesso termine actual play, che vuol dire “gioco realmente accaduto”.

Il problema è che il gioco concreto non significa semplicemente leggere qualcosa e dire “dammi il gioco concreto come prova”! Significa che tu devi provare a vedere le cose nelle tue esperienze al tavolo.

La maniera più costruttiva di presentare questa mancanza di comprensione è fare quello che ha detto @Matteo_Sciutteri – dire “ma potete raccontarmi in pratica dei momenti quando avete applicato l’autorità?”, oppure “ma in questo momento quando ho fatto questa cosa qui è applicare l’autorità?”. Poi puoi anche concludere che per te è una stronzata, però almeno hai provato.

Et cetera. Così commentiamo gioco realmente avvenuto.

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