Facilitare senza essere il GM

Pensiero fugace formulato durante una doccia calda: secondo voi esistono giochi in cui il facilitatore può essere una persona diversa dal GM?
Mi interessa per una questione molto pratica: è davvero sempre così automatico che chi legge il manuale debba automaticamente masterare?
Mi chiedo se ci siano giochi pensati apposta per questo, oppure se pensate sia possibile anche con giochi “qualsiasi”, anche se concedono tanta autorità al GM, tipo molti pbta, FitD, ma anche un fabula ultima, dread, dishonored… ci metto tutto nel calderone, poi nel caso facciamo dei distingo.

ByBobo

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Che cosa intendi con facilitatore?

Se intendi “la persona che conosce meglio le regole e a cui rivolgersi in caso di dubbi sulle regole”, certamente può esserlo anche un giocatore. A me è capitato a volte di esserlo, da giocatore.

Se però intendi qualcosa di più… “attivo”, non saprei, dovresti specificare.

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È necessario secondo me il contrario, ovvero che un GM (ovviamente stiamo dando per scontato che ci sia ed è già una premessa forte) conosca le regole del gioco che conduce. Non vedo come potrebbe essere altrimenti, ma magari è un mio limite.
Se poi un giocatore al tavolo ne sa quanto lui, purché non ricada nel classico caso del rules lawyer, è più che benvenuto ad aiutare nella gestione del gioco.

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Beh c’è tutto il filone masterless

Probabilmente è possibile ma dovrebbe stare un sacco dietro al GM. Tanto vale che faccia direttamente lui il GM e la persona che vorrebbe fare da neo-GM gli faccia o da vice oppure giochi ma tenendo comunque l’attenzione sulle regole e su come il GM masterizza, che è come immagino funzioni di solito

Ti porto qualche esempio:

  • Agli albori di questo forum, io, @ranocchio e @BarakielTheArchangel abbiamo giocato a Freebooters on the Frontier. Ho svolto io il ruolo del Giudice/Master, ma la conoscenza del gioco (e delle procedure) più approfondite l’aveva Ranocchio. Sebbene prendessi le mie decisioni in autonomia, quando ho avuto qualche dubbio mi sono girato (metaforicamente parlando) verso Ranocchio per dipanare le regole.
  • Alla Ultracon, ho portato un tavolo di Maze Rats con un giocatore molto esperto e due molto inesperti (di cui uno sotto i 10 anni). Conosco molto bene il regolamento, conoscevo l’avventura ed ero perfettamente in grado di gestirla da solo, eppure il giocatore più esperto (che aveva anche portato la stessa avventura come master più di una volta) ha spesso “manovrato” (dando consigli e proponendo cose) il party in posizioni particolarmente interessanti: a volte verso il faction play, a volte verso l’esplorazione… Insomma, si è assicurato che tutti avessero la possibilità di provare tutte le opzioni offerte dal gioco e dall’avventura.

Ora, nel primo caso non ho alcun problema a considerare Ranocchio come il facilitatore della partita (anche perché si è accollato una quantità non indifferente di attività non strettamente legate al gioco, ma comunque utili: ha trovato lui il gioco, ha messo a disposizione lo spazio virtuale per giocare…), ma anche il secondo per me è abbastanza facile parlare di un facilitatore che non era master.

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Sì. Tutti i giochi. Senza alcuna eccezione.

  • Ci sono i compiti di un GM al tavolo, ovvero le sue autorità in gioco, che possono essere più o meno asimmetriche – se esiste – e variano da gioco a gioco.

  • E ci sono i compiti di organizzazione sociale (quello che chiamiamo facilitare), che può fare più o meno chiunque e che ci si può distribuire come ci si pare. L’arbitraggio delle regole, ovvero il controllare che si rispettino le regole pattuite, fa parte di questa parte [1]!

Il non essere in grado di distinguere tra queste cose e di appioppare le responsabilità sociali a un’unica persona è una delle cause principali a mio parere di comportamenti disfunzionali nel gioco di ruolo. [2]

Ti consiglio la lettura di questo articolo di Ron Edwards, che affronta l’argomento di cui parli.

E di questa discussione su Adept Play, dove tra l’altro @Karaburan ha superato alcuni problemi simili ai tuoi.


  1. Parlo di arbitraggio in senso stretto. Non mi riferisco qui all’idea old school di “arbitro”, che comprende sia il ruolo sociale di arbitraggio che delle autorità asimmetriche in gioco. ↩︎

  2. Il che non vuol dire che sia l’esistenza di un GM a essere il problema. ↩︎

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Faccio un altro esempio: nella nostra ultima sessione di Forgotten Lands con @Viandante @Iconpaul @_Elil_50 e @Karaburan , per risolvere alcuni problemi procedurali che abbiamo avuto nella prima sessione, mi sono autoassegnato nella pratica alcuni ruoli sociali da facilitatore, ad esempio quello di fare domande alle persone quando le cose non sono abbastanza chiare. Questo perché da partecipante mi sento responsabile del successo della partita, e aiuto dove posso aiutare. Sono cose che può fare chiunque.

Non ho infranto in alcun modo le autorità in gioco di @Viandante, che stava facendo il GM, né mi sono messo a interferire con gli esiti, con il posizionamento dei suoi PNG, o con i retroscena del mondo di gioco.

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Lasciamo stare i masterless.

So che sarebbero una soluzione, ma non voglio un gioco qualsiasi. Mi chiedo, preso un gioco (e quindi facilmente non masterless), quanto facilmente posso leggerlo, proporlo a giocatori che non lo conoscono, e non fare il GM.
Leggo dopo il resto, era per escludere sul nascere questa strada.

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@thekernelinyellow e @ranocchio (ho letto anche i post su adeptplay), quello di cui parlate è già un inizio. Cioè, ci sono delle attenzioni da porre durante la partita che per abitudine si richiedono al master e non a tutti, e quelle si possono meglio distribuire. Di conseguenza il gm, che non è l’unico detentore del regolamento, può essere sostituito da chiunque conosca le regole nel momento in cui bisogna interpretarle ed applicarle al tavolo.

Che mi dite dei casi in cui delle regole vanno applicate senza dirlo ai giocatori? Penso (prendendo i pbta come spunto solo perché queste cose hanno nomi specifici) alla scrittura dei fronti, all’applicazione di una mossa dura del tipo “pensa fuori scena”, alla scrittura di un mostro.

Magari qualcosa, o tutto, si può fare con un PG facilitatore che dice “ok, ora che è uscito un 6- devi usare una mossa dura. La lista è quella. Ricorda, le mosse dure sono parapapapa…”.
Si potrà fare per ogni aspetto delle regole che sarebbero da applicare “dietro lo schermo”?

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Quella è preparazione o contenuto, non è esattamente “giocare” in senso stretto.

Ma certamente, sia in quel caso che in un caso dove ci siano effettive procedure di gioco che prevedono un cambiamento di qualcosa di nascosto, non può controllarle nessun altro. Per giocare efficacemente ciascuno deve conoscere le regole necessarie per fare il proprio lavoro – questo è ovvio.

D’altronde l’idea che anche come giocatore si possa “giocare a un gioco” senza conoscere le regole è pura follia.

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Beh, giocare con preparazione scritta da altri è una roba che si fa dagli albori del GdR e si chiama “portare un modulo”. E in un certo senso chi scrive il modulo mi fa da facilitatore (anche se poi un po’ di prep di solito il GM deve farla lo stesso, almeno per memorizzare cosa sta dove).

Vero, ma esistono anche molti giochi in cui non serve conoscere tutte le regole per giocare (ad esempio posso giocare un PG di Frebooters senza aver mai letto le regole per la generazione dei dungeon, ma diventa un po’ più difficile se sono il Giudice). Avevo anche trovato un gioco carino che si basava sull’ignoranza (e successiva scoperta) collettiva delle regole, ma credo di poterlo classificare come unicum.

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Sì, intendevo le regole necessarie perché possa compiere decisioni informate.

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Credo di averlo fatto più volte in passato - e credo che dipenda solo dalla divisione di compiti.
Il “GM classico” ha i seguenti compiti:

  • Presentare la situazione di gioco
  • Interpretare gli NPC
  • Proporre sfide agli altri giocatori
  • Narrare gli esiti delle scelte

Di solito si fa carico anche dei seguenti compiti:

  • Conoscere tutte le regole del gioco
  • Aiutare gli altri giocatori a ricordarsi le regole del gioco
  • Decidere quando una regola specifica si innesca (per esempio un “tiro salvezza”)

Questi compiti possono essere divisi tra due o più persone. Ovviamente il GM deve conoscere le regole necessarie per il suo compito specifico (se le regole prevedono la creazione di una parte dell’avventura - come i fronti di DW - quelle rientrano nel suo compito specifico).
Ma esattamente come un giocatore/personaggio deve prepararsi il personaggio, lanciare le caratteristiche, scegliere il suo equipaggiamento iniziale, ecc.
Altri compiti (la seconda lista), possono essere in mano ad altri giocatori.

Prendiamo DW, per esempio: il GM deve - ovviamente - conosce le mosse del GM. Le dovrà usare per ricoprire i compiti elencati sopra. Ma, per esempio, non è così necessario che sappia o si ricordi le regole sulle etichette o sulle mosse dei giocatori (per “aiutarli” a ricordarsi quando si innescano). O sapere come funzionano le domande di fine sessione. O come funziona risolvere e scrivere nuovi legami.
Tutta questa parte di regole può benissimo essere in mano a un altro giocatore.

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@Bobo , ma tu con facilitatore intendi “quello che sa le regole meglio degli altri” o “l’unico che si è letto il regolamento”?
Perché nel primo caso, è esattamente quello che è successo nella campagna di Dungeon World in cui masteravo io, e @ranocchio era il giocatore più esperto. E in cui giocavi anche tu.

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Ho aperto il thread pensando proprio a “l’unico che si è letto il manuale”. In base alle risposte mi sembra sempre meno fattibile.

Diciamo che si potrebbero ridimensionare le premesse in “si può fare una partita demo ad un gioco?” Quindi accettando di vivisezionare la rana in diretta, con l’unico giocatore che ha letto il manuale che interviene dicendo “ok, questo sarebbe il momento giusto per te per fare una mossa morbida…” ecc, o facendo domande di curiosità o provocatorie a tutti, anche al GM sui png, ricordando quando si applicano le regole, intervenendo su cosa deve fare il GM dietro lo schermo, e così via.
Più fattibile?

Ps scusa @ranocchio, ma in effetti “vivisezioniamo la rana” potrebbe essere il titolo di un format di actual play; nel caso voglio la paternità dell’idea.

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beh, non è esattamente quello che abbiamo detto sopra.
Se il GM ha tra i suoi compiti quello di sapere la differenza tra le sue mosse morbide o dure, quello lo deve sapere.
Ma questo non è fare il facilitatore - questo è sapere le regole del gioco che stiamo giocando per il ruolo che stai ricoprendo.

Vale per tutti attorno al tavolo: i giocatori devono sapere, per esempio, che i loro personaggio sono fatti in un certo modo e hanno certe capacità.
Per me è inacettabile che un giocatore non abbia letto la parte di regolamento che lo riguarda (che sia il GM, nella sua parte, o il giocatore/personaggio nella sua). Mica ti obbliga qualcuno a giocare: se vuoi giocare, ti leggi le regole che devi sapere tu.

Come poi mosse del GM e capacità dei personaggi si “incrocino nelle meccaniche”, beh questa è la parte che può essere delegata a chiunque attorno al tavolo.
E non è per nulla diverso da quando ad avere questo onere è il GM.

  • Il GM fa una mossa morbida
  • Il giocatore risponde con l’azione del suo personaggio
  • qualcuno al tavolo dice “ok, questo è chiaramente uno Sfidare il Pericolo. Giocatore: devi tirare i dadi in questo modo, GM in base al suo risultato, dovrai narrare cosa succede”.

Il compito di innescare le regole quando la narrazione si incrocia può essere in mano a chiunque (a volte a tutto il tavolo, spesso al GM, talvolta a un giocatore diverso singolo - è anche possibile che ad avere questo suolo sia una persona che non sta giocando in nessun altro ruolo ma sta semplicemente “arbitrando” la partita).

(ovviamente le partite in cui si insegna a qualcuno a giocare per la prima volta hanno uno spirito molto diverso - ma che esistano tavoli in cui si gioca senza che alcuni sappiano le regole non rende meno vera la possibilità che a gestire le regole “centrali” del gioco sia qualcuno di diverso dal GM).

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No no ma ho proprio cambiato situazione. Ho capito cosa intendevi, ma era per dire “ok, in un caso normale determinate cose le può fare solo il gm, e va bene. Se ci spostiamo nell’ambito della partita dimostrativa, cambia qualcosa?”
Solo perché è una situazione in cui è più normale “giocare a carte scoperte”, spiegare i passaggi, non dire solo “il drago ti soffia una fiammata contro” ma aprire la mossa con “ora uso una mossa dura… La prendo dal mostro, infliggi danno! Il drago vi soffia una fiammata contro!”

Domani rispondo con più calma a tutto il resto.

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Per un sacco di tempo ho avuto molto timore a masterare e a facilitare giochi moderni.
Per un paio di anni ho letteralmente giocato e basta (per altro tantissimo) evitando completamente tutte le occasioni di gestire tavoli (anche masterless) che mi si presentavano davanti.

Ricordo chiaramente che uno degli eventi che mi aiutarono di più a sbloccare questa cosa fu una partita a Kagematsu a Indiecon, in cui mi venne chiesto di fare il Ronin senza sapere nulla del gioco, con uno dei giocatori che facilitava tutto ciò che riguardava il regolamento, dopo aver spiegato a me cosa dovevo fare in segreto e quanto era compito mio inquadrare le scene e chiamare i tiri.

Per me, quell’occasione fu fondamentale per rendermi conto che la mia paura di masterare era in realtà soprattutto paura di facilitare il regolamento e non aveva niente a che fare con tutto quello che riguardava il ruolo asimmetrico in gioco, la gestione della spotlight o questioni strettamente legate alla fiction, che invece mi piacevano di brutto e non mi mettevano per niente ansia.

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Il resto dell’intervento va benissimo, Alessia. Ti riprendo su una cosa, non voglio scoraggiarti a postare ma devo specificarla per chi legge.

Voglio fare notare che su questo forum non consideriamo come da altre parti questa espressione un assunto condiviso. Dalle linee guida:

Il gergo del gioco di ruolo usato al di fuori di questo forum non è considerato linguaggio comune . È esso stesso ricco di confusioni e incomprensioni. Non presumere che gli altri sappiano quello che intendi quando dici cose come immersione , sandbox , ruolare , continuità intuitiva , incoerente , giochi narrativi , tradizionali , storygame , neotrad — e altre.

Sei chiaramente libera di esprimerti come ti pare perché io cerco di non regolare l’espressione individuale degli utenti, ma sappi che l’idea che esista un genere di gioco separabile come “moderni” – solitamente opposto ai “tradizionali” – non è condivisa da molti utenti qui, me incluso. Se ti interessa districare le ragioni possiamo aprire un’altra discussione.

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