Giocare i personaggi da GM o da giocatore

Avete presente quando si dice “Il GM e’ come un altro giocatore, solo che controlla una moltitudine di NPC” ? Ecco, mi son reso conto che in realta’ agisco molto diversamente quando faccio il GM e il “Giocatore”. E non intendo solo per rispettare la preparazione, retroscena o cose del genere, ma proprio come scelgo cio che devono fare i personaggi che controllo.

Da GM cerco di introdurre principalmente cio’ che mi sembra piu’ “Naturale”, che spesso e’ la prima cosa che mi viene in mente. Da giocatore invece metto in gioco principalmente le cose che mi sembrano piu’ interessanti, del tipo “Chissa’ che c’e’ dietro quella porta, lo so che staremmo andando a fare altro’, ma son curioso”, e lo faccio.

La cosa ironica e’ che quello che faccio come GM di solito viene chiamato “Attoriale”, mentre da giocatore “Autoriale”, ma vabbeh, non e’ che voglia dire nulla :slight_smile:

Ne parlo non perche’ penso che ci sia qualcosa di sbagliato, ma per capire se anche a voi capita di portvi in modo tanto diverso nell’interpretare i personaggi come GM o come giocatore.

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In generale no, a parte il fatto che, interpretando tanti PNG come Master, tendono ad essere meno sviluppati.

Ciao :slight_smile:

Per me dipende molto da cosa sto giocando. Ci sono giochi dove sia come master che come giocatore cerco di far agire i miei personaggi in base ai loro principi, ai loro obbiettivi e ai loro tratti distintivi (sia positivi che negativi). In altri giochi quanto sopra magari lo faccio solo come master, penso prevalentemente per dare “credibilità” all’opposizione che creo per i personaggi giocanti, mentre come giocatore tendo come dicevi tu a focalizzarmi di più su cose che reputo per me (e non necessariamente per il mio personaggio) maggiormente interessanti.

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@MimmoMane , anche se l’argomento è potenzialmente interessante, questo thread è impostato male.

Il titolo dell’argomento impostato come “prompt” e la mancanza di specificità della domanda farà in modo che questo si trasformi velocemente in una tipica sezione di commenti da social media dove ciascuno dice “la sua” senza riuscire a condividere niente di concreto.

Ti chiederei di reimpostare la discussione e cambiare il titolo. Mettiamo la lente sulla tua esperienza.

Prima di tutto, cosa ti ha portato a questa riflessione? Hai giocato recentemente a qualcosa?
In secondo luogo, il GM come ruolo non è universale. Di che gioco stai parlando? Con che persone?

Come ultimo, la frase citata è mia. Sono sicuro di non essere l’unica persona a dire cose di questo tipo, ma la particolare formulazione che stai citando è mia. Se ti interessa sapere cosa intendo, basta chiedere.

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Questa riflessione nasce da un’autoanalisi generale di come mi comporto al tavolo, non e’ scaturita da un evento specifico, ma posso sicuramente portare qualche esempio reale avvenuto al tavolo. Arrivano subito.

Riguardo all’affermazione “Il GM e’…”, effettivamente quella formulazione mi sa che mi e’ rimasta in testa dal workshop alla froggyCon, e senza pensarci l’ho scritta in quel modo. Ma non volevo riferirmi al significato assunto li, anche perche l’ho anche sentita spesso in altre forme. Quindi, taglio corto, e vi dico semplicemente cosa intendevo io nel primo post.

Il punto e’ che se mi diceste “Fa il giocatore, ma controlli anche Tizio, Caio e Sempronio” semplicemente direi cose diverse da se facessi il GM e controllassi gli stessi personaggi. Mi rendo conto di essere vago e non aver aggiunto molto al discorso, spero che gli esempi illustrino meglio cosa intendo.

Primo esempio come giocatore, la classica palla di fuoco nella taverna. O meglio, non ero un mago, ma un cavaliere, e non ho aggredito tutti ma il solo l’oste che stava cominciando ad essere molto ostile nei confronti di quello che doveva essere un cavaliere di alto rango. Estraggo la spada per impaurirlo, le cose degerenano, e il GM mi chiede “Vuoi davvero attaccarlo”? Era un hack di Laser & Feelings, per una oneshot, relativamente goliardica, mi son detto “Ma si dai, vediamo che succede, che non mi va di fare la solita scena della locanda”.

Ora ammetto che qui sono stato al limite del “Giocatore problematico”, forse anche oltrepassandolo, ma il punto e’ che come GM una cosa del genere non l’avrei MAI fatta. Per quanto interessante la cosa mi potesse sembrare, avrei pensato “No, dai, e’ un cavaliere, non puo’ comportarsi in questo modo, al piu’ sbatte qualcosa per terra e va via minacciando di tornareper far chiudere la locanda”. Ma senza fare congetture, ipotetiche pigliamo un altro esempio proprio come GM.

Fantasy world, i giocatori si sono infiltrarti in un centro di ricerca su Europa, la luna di Giove. Con loro c’e’ un NPC col particolare potere di “Assorbire” temporaneamente altre forme di vita. Questo NPC vuole farla pagare al centro di ricerca perche ha fatto esperimenti su di lui. Ovviamente qualcosa va male e l’NPC diventa un abominio alla Akira fuori controllo (questa volta sono stato bravo, avevano tutte le info per evitarlo).

Loro scappano dal centro, l’abominio corre alle loro spalle per tutto il tempo, distruggendo cose, portando caos, e via dicendo. Si menano un po’, ma l’obiettivo sia della compagnia che dell’abominio e’ palesemente uscire da quel posto. Una volta arrivati all’uscita… semplicemente l’abominio scompare tra le vie della colonia.

Non sapete quanto avrei voluto che l’abominio li continuasse ad inseguirli per uno showdown finale, ma semplicemente non ci stava. L’abominio non aveva piu’ pensieri razionali, voleva solo scappare da quel posto, distruggendo ogni ostacolo sulla strada. Se fosse stato un mio PC avrei senza dubbio detto “Eh, no, vi seguo per farvi il culo”.

Devo ammettere che mentre scrivevo mi e’ sorto il dubbio: ma davvero e’ solo questione di gusti? Non e’ che ci si aspetti che un GM controlli i sui NPC mettendo un po’ da parte cio che vorrebbe vederli fare? “Vivendo” un po di meno i personaggi, e facendogli fare per lo piu’ cose che gli sembrino naturali.

Ad esempio @dwarfolo , dicevi che a volte anche come giocatore controlli il PC secondo principi fondamentali etc. Ma ti capita mai di NON farlo come GM ?

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Be’ si, ma più che altro perché come diceva @Red_Dragon gli NPC sono tanti e non tutti gli NPC sono uguali. Diciamo che mi capita spesso (come a chiunque credo) di dover “imbastire” NPC su due piedi perché la situazione lo richiede, e in quel caso non ho quasi mai un’idea di chi sia davvero quel personaggio se non dopo averci messo del mio e aver visto cosa ne usciva dal gioco. In quel caso in effetti tendo a “trattare” il personaggio in un modo più vicino a quello che adotto quando non sono il master.

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Personalmente, come DM mi sento molto più “libero” di interpretare i PNG che di interpretare i PG come giocatore. Quando interpreto i PG, quasi sempre devo scendere a compromessi con gli altri membri del gruppo, non nel gioco, ma fuori dal gioco. Perchè spesso capita che, se dovessi essere davvero coerente fino in fondo con i miei personaggi, ci sarebbero scismi o conflitti interni al gruppo, cosa spesso disfunzionale e non desiderabile nei giochi facenti parte della grande famiglia di D&D, quelli che gioco più spesso.
Come DM invece, se decido che un PNG ha certi valori e certe intenzioni, posso farlo andare fino infondo, fino alle estreme conseguenze, ed è magnifico.

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A me in genere non capita una cosa simile (uso sempre “in genere” perché un “mai” non sarebbe valido, visto che non so cosa succederà in futuro). Se ho caratterizzato un PNG, faccio seguire le caratteristiche che ha quel PNG, esattamente come farei con un PG.
La differenza è solo che i PNG a volte sono lì per “fare numero” oppure perché ne avevo bisogno di uno al volo (c’è folla al mercato ed un PG chiede specifiche informazioni a qualcuno); in quel caso, non avendo alcuna linea guida su come si comporterebbe il PNG, mi viene da farlo comportare come sarebbe meglio per la scena in sé; questo causa che, se la cosa si ripete più volte, è possibile notare che questi PNG sono in realtà fatti con lo stampino e sono sostituibili l’uno con l’altro.
Caso ancora diverso è un PNG “comparsa” che in qualche modo deve divenire un PNG importante: in quel caso cerco di partire da uno stereotipo e poi svilupparlo, quindi il comportamento potrebbe variare fin quando non sono riuscito a definirlo (ma questo mi capita anche coi PG nei giochi dove “si inizia subito e poi si vede dopo”).

Ciao :slight_smile:

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Non vorrei che il mio commento risultasse negativo, per cui cercherò di spiegare bene cosa intendo e ponderare ogni singola parola.

Quello che hai scritto - per lo meno quello che traspare a me come lettore - è che quando fai il GM cerchi di giocare i PNG in maniera coerente e con una loro agenda chiara, con bisogni e necessità.
Per esempio, hai detto:

In questo caso, la tua riflessione è stata “è un tipo di personaggio di questo tipo, e ha questa bussola morale, questa agenda. Uso questa per orientarmi e decidere come si comporterebbe in una sitazione tesa”.

La stessa cosa nell’esempio dell’abominio:

L’abominio aveva un suo istinto, a te era chiaro, e hai deciso di usarlo come bussola per orientarli e stabilire la sua prossima azione in maniera coerente con quanto preparato.

Entrambi sono due ottimi esempi, secondo me, e rendono le tue riflessioni i due personaggi giocati bene e coerentemente.

Per contro, sembra che quando fai il giocatore (o pensi a cosa faresti come giocatore), sei più spinto dal desiderio di fare le cose a caso, tanto per vedere dove porta la storia se spingi in una direzione piuttosto che un’altra.

In entrambi gli esempi, infatti, dici di aver ragionato come “MimmoMane” e non come i personaggi:

Quindi, secondo me, la tua riflessione è corretta:

Ma questo dovrebbe essere anche quello che fanno i PG dei giocatori :slight_smile:

Non so da dove viene fuori il tuo pensiero che i PG dovrebbero (e possono) comportarsi a caso, in base all’umore del giocatore - sicuramente molti giocano così, ma non credo che sia un modo di giocare suggerito nè dai giochi stessi nè da molti gruppi di gioco.

Forse la riflessione che dovresti fare è al contrario: invece che domandarti se stai gestendo bene i PNG quando fai il GM, potresti chiederti se stai gestendo bene i PG quando fai il giocatore, e se vorresti giocare con giocatori che gestiscono come fai tu i PG.

Personalmente, da quel poco che hai scritto, io giocherei volentieri con te come GM, ma mai con te come giocatore (e, ribadisco, è un’analisi di quello che hai scritto, non un reale giudizio su di te).

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Si, entro i limiti concessomi. Non penso che nessuna delle azioni che volevo intraprendere come giocatore fossero fuori personaggio. Le bussole morali che citi possono dare una direzione generale, ma le reazioni nelle situazioni specifiche dipendono da una miriade di circostanze non precalcolabili, tanto piu’ se poi vengono passate nel filtro percettivo del giocatore.

E meno male direi. Giocare con me e’ ovviamente diverso che giocare con chiunque altro, anche se partiamo “Dallo stesso personaggio”.

Tornando al concreto, la storia della locanda, quando dico che “Le cose sono degenerate”, intendo davvero. L’oste ha portato la mano all’ascia appesa alla parete dietro le sue spalle, minacciando il cavaliere. Il cavaliere era gia irritato per suo comportamento, li ha proprio perso le staffe.

Ecco, forse la differenza e’ questa. Come giocatore mi faccio trasportare di piu’ dagli eventi del momento, mentre come GM cerco di restare piu’ vincolato a cio che ho definitio prima, sia in preparazione, sia negli appunti mentali presi ad esempio quano creo un PNG al volo.

E forse il motivo profondo di questo e’ che voglio dare ai giocatori informazioni concrete su cui prendere le decisioni. Ci sto riflettendo in questo momento mentre scrivo, prendetela come un’intuizione acerba.

Non mi stavo domandando se stessi gestendo bene i PNG o i PG. Erano solo due approcci diversi che mi sono ritrovato ad usare e cercavo di capire la radice di questa differenza.

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Questo va molto meglio, Mimmo.

Ti dico cosa ne penso; come nel caso di @Matteo_Sciutteri , non è un giudizio nei tuoi confronti, solo quello che leggo in quello che hai scritto, poi dimmi tu se ci ti ritrovi o meno.

Vincolo, gamma, espressione

Prima di tutto ti introduco un paio di concetti. Quando giochiamo, ogni volta che aggiungiamo cose alla finzione narrativa, lo facciamo tenendoci vincolati da quanto prestabilito, ovvero che facciamo in modo che quello che diciamo consegua da quello che è successo prima. Se non lo facciamo, non stiamo giocando in maniera onesta.

Con questo rimanere vincolati intendo anche alle personalità e agli obiettivi dei personaggi già messi in gioco. Se un personaggio improvvisamente si comporta come se fosse un’altra persona perché ti va di fare casino, non c’è autorità che tenga: non stai rispettando il gioco e gli altri giocatori.

Questo vincolo può essere più largo o più stretto, e orientato a certe informazioni rispetto ad altre: in un contesto, può essere più importante la personalità di un personaggio, in un altro gli oggetti che si porta dietro. Può anche essere più stretto in base proprio alla situazione corrente: ci sono dei casi dove in base a tutto il prestabilito, sappiamo già cosa deve succedere. Non farlo succedere sarebbe un tradimento. Ma non siamo sempre in questa situazione.

Fondamentalmente hai una gamma di opzioni tra cui scegliere. Possiamo disegnarla come uno spicchio.

La linea blu rappresenta un tuo possibile contributo. Puoi piazzarla dove vuoi all’interno dello spicciho.

Con “permesso” e “vietato” non intendo che c’è qualcuno che ti bastona se lo fai, ma che se fai dei contributi di quel tipo non stai fondamentalmente rispettando il gioco. Non ascolti, non rispetti i contributi tuoi e degli altri.

Ora però all’interno dello spicchio “permesso” tu puoi liberamente scegliere quello che vuoi, in base al criterio che vuoi, a come ti senti, etc. Si chiama esprimersi. Questo giocare che facciamo è un mezzo di espressione, e nessuno può davvero dirti come devi scegliere questa cosa qui. Si possono fare delle osservazioni su come le persone lo fanno.

È chiaro che tutto questo discorso è valido a priori che tu sia GM o meno, o che il tuo gioco ne preveda uno.

Tornando al tuo esempio

A me sembra che il tuo esempio presenti dei lasciti di comportamenti imparati in situazioni di disfunzione. Mi spiego.

Se giochi come GM, davvero metti da parte “Mimmo”? È anche solo possibile fare questa cosa? A me sembra di no, a me sembra una limitazione autoimposta. Perché non ti diverti a esprimerti, nei limiti della tua gamma? Perché non ti dai la possibilità di giocare esattamente come gli altri? Perché ti annulli in funzione di una neutralità che non esiste?

Se fai il giocatore, scegli a caso, giusto per fare caciara, o per aggiungere carne al fuoco perché non ti stai divertendo? O ti lasci vincolare dalla situazione attuale e ti esprimi nei suoi limiti?

(Le due domande sono aperte e non retoriche, non so esattamente il livello al quale stai adottando questi comportamenti, solo che ne vedo delle tracce in quello che scrivi)

Sottolineo che tutto ciò non ha niente a che vedere con le preferenze personali. Non rispettare i vincoli è non rispettare il gioco ed è disfunzionale. Non esprimersi nel pieno dello spicchio bianco trattenendosi e annullandosi è disfunzionale.

Le preferenze esistono solo nelle scelte idiosincratiche che facciamo all’interno dello spicchio bianco. E lì, non c’è bisogno di definire il tuo stile, il bello è che le persone le scopriamo giocando con loro: sono più complesse di “mi piace fare X”. Il giocare già parla.

Che poi, in base al gioco, in base al ruolo, in base alla situazione, queste preferenze possono cambiare, sì certo. Che in un particolare gioco tu possa avere un atteggiamento leggermente diverso a queste scelte in base al ruolo che copri, certamente. Ma non confondiamo l’esser giocatore con una legittimità a far tutto, o l’essere GM con un dovere di annullarsi.

Quindi, quando dico che non vedo differenze sostanziali tra essere GM e giocatore (oltre a dover gestire più personaggi meno importanti individualmente) intendo questo: Entrambi giocano, entrambi agiscono all’interno di dei limiti, entrambi si esprimono liberamente all’interno di essi.

Piccolo link al momento in cui mi sono reso conto di questa cosa. Troubles in Solar Town – Adept Play

Postura

Ci sarebbe da fare un discorso a parte sulla questione della postura, che tu hai citato prima come “attoriale” e “autoriale”.

Questa però, secondo me, è una questione diversa. Tutti usiamo entrambe le posture, alternandole anche molto rapidamente. Sono semplicemente due modi diversi di scegliere: il primo, riflessivo, subconscio, di pancia; il secondo, scegliendo consciamente su quello che si vuole mettere in mano agli altri.

Dichiarare una preferenza per l’una o per l’altra non ha senso.

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Grazie per l’argomento e la discussione, davvero belle.

Avrei un contributo da dare, con anche un esempio recente, ma devo trovare il tempo per scriverlo e ci sta che passi una settimanetta…

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Ok, alla luce della chiarificazione su vincoli/gamma/espressione posso riformulare la mia esperienza in questo modo: mi ritrovo spesso a darmi piu’ vincoli come GM che come giocatore, riducendo sensibilmente la gamma in cui posso esprimermi.

Inizialmente pensavo questo fosse solo una differenza di approccio, non un problema, come ho scritto in risposta a Matteo . In seguito al post di Ranocchio pero’ comincio a pensare che forse qualche problema c’e’, ed e’ nel come mi comporto da GM, piu’ che da giocatore.

Come ho detto, entrambe le azioni che negli esempi mi precludevo come GM, le percepivo come “Permessi” (mi riferisco al diagramma postato da Ranocchio). Quindi perche’ mi privo di questa possibilita’ quando agisco come GM?

Non ho una risposta al momento, solo qualche traccia da approfondire:

  1. Lo faccio perche ho paura di rovinare l’esperienza agli altri?
  2. Non voglio che gli altri abbiano da ridire su come mi comporto da GM? (In particolare ho altri indizi che tradirebbero questo punto, ma non penso sia il thread adatto per parlarne)

Magari tutto cio’ e’ alla radice della mia forte propenzione a fare da giocatore piu’ che da GM. Nelle prossime sessioni cerchero’ di forzarmi a giocare in maniera diversa, e vediamo che succede.

Direi che gia cosi’ com’ e’ questa discussione mi e’ stata molto utile, ma sono curiosissimo di sentire il contributo di Bille_Boo ! Intanto grazie a tutti!

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Perché no? Mi sembra interessante!

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Allora, comincio col dire che credo di capire quello di cui parla @MimmoMane.

PG: sento pochi vincoli

Per quanto riguarda, da giocatore, l’interpretazione del PG, tendo a vederla in modo “molto libero”. Tendo a vedere la personalità del PG, che tipo è, la sua bussola morale eccetera, come un risultato a posteriori (cumulativo, e comunque intrinsecamente impreciso) delle mie decisioni, non come un vincolo da rispettare che le informa.

Non significa che interpreto a caso, o che interpreto tutti “come Bille Boo”, o in generale che tutto sia permesso. Significa solo che, salvo poche cose molto specifiche, l’area “vietata” nella lancetta disegnata da @ranocchio mi sembra, in genere, molto ristretta, e quella “permessa” molto ampia.
Non mi pongo molto il problema della “coerenza” dell’interpretazione, perché penso (e ho osservato) che questa proprietà tenda a emergere comunque, anche quando i giocatori giocano senza farci caso, seguendo il loro impulso del momento o quello che trovano interessante.
(Purché si giochi onestamente, rispettando quanto detto eccetera, è ovvio. Ma credo che non mi sia capitato mai, o quasi mai, che la decisione di un giocatore al mio tavolo abbia violato in modo netto questo requisito.)

Quindi: sì, mi capita di giocare PG e prendere decisioni avendo come criterio principale il “vediamo cosa succede se faccio questo”, o “sarebbe carino se facessi questo”. E mi capita di vederlo fare ai miei giocatori.
Non senza limiti, ma con limiti molto elastici: giusto il rispetto delle premesse della giocata, e del patto sociale con gli altri al tavolo.

(Qui apro parentesi: capisco anche il discorso che fa @Fantome; gioco spesso giochi in cui una delle premesse è che i PG siano un gruppo coeso, e questo mette indubbiamente dei confini alla fascia “possibile” della lancetta; non è raro che io li senta come più stringenti rispetto a quelli dovuti alla “coerenza” del mio PG, qualunque cosa voglia dire.)

GM: il vincolo “arbitrale”

D’altro canto, quando mastero, il mio ruolo generalmente prevede sia l’interpretazione dei PNG e del mondo di gioco, sia un’altra serie di compiti, di natura “arbitrale”. E la seconda cosa tende a riflettersi sulla prima.

Di solito conduco giochi in cui i PNG, o i mostri, sono parte della sfida con cui i giocatori si confrontano, o potenziali risorse per affrontare quella sfida.
Quindi, nell’interpretarli, sento di avere in parte quell’atteggiamento di “neutralità arbitrale” che sono chiamato ad avere quando applico le regole o quando progetto lo scenario.

Il PNG Pinco Panco ha la sua preparazione, che potrebbe specificare che cosa vuole, che cosa sa, da che parte sta, la sua bussola morale, il suo carattere eccetera. E sento molto come mio compito riprodurre quelle note nel modo più fedele e più chiaro possibile, proprio per non “arbitrare slealmente” la sfida. Non so se mi sto spiegando.

Se Pinco Panco fosse il mio PG, potrei riservarmi di decidere in corsa la gran parte di quelle cose. Molte potrei perfino dedurle. Certo, non sarei del tutto privo di vincoli, per esempio, potrebbe essere parte delle premesse del gioco che “cosa vuole = il diamante Stellone”; ma le altre cose no. Potrei limitarmi a prendere le decisioni che trovo più furbe, o più divertenti, per raggiungere quel diamante Stellone. E alla fine guardarmi indietro e dire “ah, ma allora Pinco Panco era un individuo sleale e spregevole, chiacchierone, sempre con la battuta facile”. E l’avrei scoperto ex post.

Mentre, da GM, se ho scritto che Pinco Panco “vuole il diamante Stellone, è avido ma onesto, rispetta la parola data, è taciturno e serio”, sentirei come mio “dovere” giocarlo in quel modo lì. Non significa che avrei zero margine di adattamento e di scoperta, ma la pre-definizione tende a essere maggiore perché fa parte della costruzione della situazione (e rispettarla fa parte del suo arbitrato).

Quindi: fin qui penso di ritrovarmi, più o meno, in quello che ha detto Mimmo; di sicuro una differenza penso di averla sperimentata.

Tuttavia… esempio recente

In una mia campagna open table di lungo corso, i PG hanno stabilito un’alleanza militare con i Munucchi, un popolo di hobgoblin con elefanti da guerra, mercenari, divisi in varie tribù, con una cultura, diciamo, “para-Klingon”, bellicosa e con un rigido codice d’onore.
Esso prevede, tra le altre cose, il suicidio rituale in caso di grave sconfitta o di altra onta indelebile.

Dapprima i PG li hanno condotti in una spedizione di guerra contro dei nemici, in varie sessioni. E lì è emersa la necessità, talvolta, di dare un po’ di personalità distinte ai loro leader.
Una capotribù, in particolare, si chiama Azadèh, e nei miei appunti iniziali era semplicemente “giovane, testa calda, molto ambiziosa, furba”.
In una sessione, mandata all’assalto in prima linea con le sue truppe, ho deciso che si sarebbe assicurata di restare viva, dando precedenza alla sua incolumità, e accampando poi qualche scusa per salvaguardare il suo onore. L’ho fatto per mostrare ai giocatori gli elementi distintivi che le avevo già assegnato. Ma nel fare questo ho stabilito un precedente di non poco conto: Azadeh non si cura troppo del rigido codice d’onore tradizionale dei Munucchi, o almeno lo mette in secondo piano rispetto alle sue ambizioni personali, e usa la sua astuzia per aggirarlo. Ho aggiunto queste cose ai miei appunti.
Non è inesatto dire che ho scoperto delle cose nuove su di lei. Il mio compito di master era dare certe informazioni ai giocatori. Ma ho preso una decisione “autoriale” mia, di Bille, secondo il mio gusto, su come ritenevo più carino / più divertente darle, e quando.

La svolta però arriva nella scorsa sessione: da qualche tempo quella tribù di Munucchi scalpitava perché aveva subito il furto di un baby elefantino, e incolpava di questo la Colonia di cui fanno parte i PG.
Alcuni PG hanno indagato, scoperto chi aveva rubato l’elefantino e dov’era, e ottenuto la sua liberazione, ma non hanno fatto in tempo: la tribù ha perso la pazienza e si è rivoltata.
Lo scontro, anche grazie a buone decisioni tattiche dei giocatori, è volto a favore della Colonia: perduti molti guerrieri e i loro tre elefanti, i Munucchi si sono ritirati. A quel punto, i PG hanno offerto un parley.

I PG erano tre, quindi io ho fatto presentare tre hobgoblin: Azadèh, e due suoi ufficiali inventati al momento.
E ho presentato questa situazione: Azadeh che vuole arrendersi, e i due luogotenenti che ce l’hanno con lei ed esigono il suo suicidio rituale in onore alla tradizione.
L’ho fatto senza pensarci troppo, sull’onda del momento. Non avevo preparato niente di specifico (la sessione sarebbe potuta andare in mille altri modi). Non c’è stato un calcolo da parte mia.
Ma, pensandoci a posteriori, mi sono reso conto che l’ho fatto perché trovavo interessante e divertente mettere i PG di fronte a quel dilemma. E anche mettere Azadeh stessa di fronte a quel dilemma.

Che la PNG fosse amareggiata dalla sconfitta, e decisa a salvarsi la pelle (e possibilmente la reputazione), era deducibile dagli appunti che la riguardavano. Ma tutto il resto no. Sui luogotenenti non avevo nessun appunto. E avrei potuto impostare la situazione in mille altri modi. Per esempio, avrei potuto perfino dire che Azadeh era fuggita e gli altri ora la rinnegavano.

Sono convinto di aver fatto una scelta guidata principalmente da “vediamo cosa succede se faccio questo” / “sarebbe carino se facessi questo”, proprio come prima ho detto che faccio quando non sono master.
Ho preso una decisione per il mondo di gioco in base a questo criterio (molto personale, molto “di pancia”, molto “da giocatore”), e di conseguenza ho dedotto, o meglio scoperto, delle cose sulla personalità di Azadeh e su quella dei suoi luogotenenti.

(Ci sono stati altri sviluppi: i PG, inaspettatamente, si sono schierati con Azadeh, al punto tale da aiutarla a uccidere gli altri due nella scaramuccia che si è scatenata; ora lei ha giurato fedeltà e sottomissione alla Colonia, mantenendo in cambio il controllo sulla propria tribù. Come la prenderà il resto della tribù? E quanto sarà stabile la lealtà della PNG, se in futuro si presenteranno problemi? Altre cose che non escludo di decidere in base al criterio del “vediamo che succede se…”, “sarebbe interessante se…”.)

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Io posso solo dire che quando interpreto PNG, non ho modo di approfondirli. Per forza di cose sono più piatti dei PG, quindi le loro reazioni non sono particolari.
Ma quando interpreto PNG che accompagnano per molto tempo i PG allora la loro personalità emerge, e li interpreto come se fossero PG.

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In questo a me ha aiutato tanto Blades: essendo un’ambientazione chiusa, dove come giocatori peschi X fazioni con le quali avere a che fare, mi ha permesso di portare in scena molto spesso alcuni PNG che sono diventati esattamente come PG per me, per quanto ne conoscevo i pensieri e la fisolofia di vita (un momento di silenzio per il mio Lord Scurlock che si è lasciato uccidere da un PG).