Riguardo questa parte, io non sono molto d’accordo.
Io direi che in un tradizionale, hai già le regole pronte, e il GM non fa altro che applicarle (iniziativa, portata delle armi, tiro d’attacco, danno ecc.). Se prendiamo un gioco “alla D&D”, il mostro può attaccare fino a 3 caselle di distanza, può colpire in un’area di tot caselle facendo un “attacco spazzata”, e se tocca a un giocatore prima del mostro, il suo personaggio potrà tranquillamente avvicinarsi al gigante e attaccarlo. Nessuna “sorpresa”, e soprattutto, praticamente nessuna narrazione che influenza il gioco e le meccaniche.
In DW, è chiaramente il GM che descrive la minaccia (ad esempio, io avrei potuto descriverlo dicendo “il gigante agita il tronco d’albero in una serie continua di sferzate… è impossibile avvicinarsi senza rischiare di prendere una troncata in faccia!”). Il giocatore può quindi descrivere in modo narrativo come cerca di risolvere la situazione:“corro fra una sferzata e l’altra, sperando di arrivargli sotto”; oppure “urlo come un dannato e gli tiro dei sassi, per farlo concentrare su di me, e quando mi farà un attacco, allora il mio compagno X gli arriverà sotto”; cose così. Ora però è comunque il GM a tradurre in meccanica la scena, e decidere cosa (eventualmente) dovrà tirare. In realtà quello che tu indichi come flusso di gioco “tradizionale” è quello che succede con DW.
A memoria, non ricordo che il manuale dica di condividere col tavolo quella parte specifica dell’applicazione delle mosse e del flusso di gioco, e anche in tutti i vari esempi della Guida a DW è sempre chiara la presenza del giudizio del GM non appena il giocatore finisce di narrare cosa il suo PG fa nel gioco.