Ciao,
Daniele mi ha invitato a rispondere direttamente in prima persona, girandomi il link, e così mi ci sto prodigando.
Credo possa essere utile la storia di questo gioco e la sua gestazione.
Il soggetto nasce da una richiesta di Gionata Dal Farra, che era rimasto abbastanza affascinato da un mio precedente lavoro, Precious (gioco sulla pena di morte, scritto con la collaborazione di Amnesty).
Mi chiedeva un gioco legato alla guerra, che parlasse di scelte etiche. Un PbtA.
Doveva essere fatto col cuore, per mandare un messaggio di rilevanza sociale.
Sarebbe stato portato a Essen, in 4 lingue, da Space Orange 42 e poi da lì a cascata.
Con queste premesse, la scelta di scrivere il gioco in modo molto preciso, con tutto il materiale informativo necessario perché potesse essere giocato senza dubbi (il paragone è a uno dei suoi padri putativi, Sagas of Icelanders, che è bellissimo, ma spesso criticato per dare pochissime informazioni su come giocarlo). E questo è un punto importante, perché ha portato alla mole di materiale enorme generata (senza contare la lore, è uno di PbtA più lunghi come testo mai fatti).
tempo di scriverlo e testarlo, e arriva il grande intoppo. Fondamentalmente Space Orange 42 entra in una crisi che ancora a distanza di qualche anno sta ancora perdurando.
Perdo sostanzialmente l’opportunità di avere l’editore e mi ritrovo con un ottimo gioco (va beh… me lo dico da solo) ma su un tema difficile a livello commerciale (guerra contemporanea, niente fantasia, scelte etiche) e con una mole di materiale enorme.
E così ho tentato di proporre il lavoro ad altri editori, ma la lunghezza e la scarsa attrattiva non mi hanno portato lontano.
Allora ho tentato di continuare da solo, o meglio, in maniera indipendente.
La scarsa commercialità non è un problema, dopotutto sono proprio quello che ha scritto Precious, ma la mole è un problema.
Comincio a lavorarci con Antonio Amato. Persona capace, preparata, e con cui abbiamo già lavorato insieme con un mio altro lavoro, Wulfach.
Questo anche per dire che non sono per nulla alieno alle alternative. Wulfach è fatto con illustrazioni su banche dati libere. In passato ho pagato senza problemi disegnatori per quanto serviva.
WAR però si rivela una bestia. Citi The Breach, ma forse non ti rendi conto della mole di WAR, The Breach ha 125 pagine, WAR 375, è il triplo.
E il tema è sensibile…
Ci rendiamo conto molto in fretta che è difficilissimo reperire illustrazioni, sia in numero sufficiente, sia adatte a coprire tutti i risvolti del manuale, e con due aggravanti:
Il forte rischio di effetto “pastiche” dover prendere da troppi fonti diverse per riuscire a coprire tutto il materiale necessario.
Il problema della tematica, si dovrebbe trattare di illustrazioni di guerra contemporanea, cercando di mantenere la mente dei giocatori fissa sulla “realtà”, serve qualcosa di realistico, crudo. E c’è pochissimo materiale capace di fare questo, partendo dalle illustrazioni. (questione su cui ancora peraltro Antonio si sta scontrando con il gioco che sta cercando di dare alla luce ora, che di nuovo parla di guerra, nello specifico la lotta partigiana italiana nella seconda guerra mondiale e i bambini/ragazzi costretti a crescervi all’interno).
Ovviamente l’alternativa principale è improponibile. Contattare un illustratore e commissionare così tanto materiale avrebbe un costo insostenibile. Impossibile anche pensare di riuscire ad attrarre così tanti interessati per raccogliere fondi sufficienti.
Abbiamo però battuto una terza via. Perché non andare a cercare foto d’epoca, o anche recenti, riguardanti la guerra. Antonio, che è bravo ci lavora e scava parecchio. Ma si scontra con un nuovo muro: di libero da diritti, o in CC, insomma gratuito, c’è pochissimo. Fare foto in guerra è una cosa pericolosa ed esclusiva, e la gran parte del materiale è coperto da diritti. Il poco materiale libero è molto vecchio e non sufficientemente rappresentativo, non adatto a coprire tutto quello che serve, e nemmeno una minima parte.
Antonio alla fine, sostanzialmente ci rinuncia. Troppo complicato trovare la quadra.
Di fatto arriviamo al periodo in cui scoraggiato lascio passare del tempo, diventato poi un anno. E alla conclusione di questo, per non lasciare marcire il gioco dentro un cassetto e basta, decido di fare l’ultimo passo (che probabilmente avrei fatto comunque perché fa parte della mia filosofia), mettere il testo nudo e crudo in CC-BY.
Lì arriva Francesco Pregliasco. Si affeziona al gioco, gratuitamente me lo impagina e sceglie per illustrarlo di usare Midjourney (che nel frattempo negli anni di gestazione di WAR è nato, cresciuto ed evoluto abbastanza da diventare utile).
Ma ancora non è finita, non siamo ancora ad oggi. Il lavoro di Francesco è ottimo, valorizza il gioco. Si possono sostituire le illustrazioni con materiale fatto da qualcuno.
Facendo una valutazione, farlo illustrare da qualcuno, così come è sostituendo il materiale presente, avrebbe dei costi tra i 3000€ e i 7000€, così a cifra indicativa…
Ma faccio ancora il giro di diversi editori, magari con loro si trova la quadra. Ovvio che con editori c’è da sostituire le immagini, per loro uscire con illustrazioni con IA rappresenta un rischio di boomerang.
Ma tutti declinano. Tutti.
Tutti gentili, dico davvero. Ma il gioco non è commerciale, oppure la mole è troppo grossa, oppure richiederebbe sforzi produttivi di copie e garanzie di vendita troppo elevati. La migliore risposta ricevuta è stata quella di riprovare a vedere tra un paio di anni, se magari possa essere messa in discussione coi boss la possibilità di pubblicarlo.
E arriviamo a oggi.
Oggi propongo:
A) Testo disponibile gratuitamente.
B) Libretti e Handout impaginati (che non contengono immagini) disponibili gratuitamente.
C) Sezione del manuale impaginato (contente immagini) con tutte le regole necessarie per giocare. Tutte. disponibile gratuitamente.
D) Chiedo solo una cifra che potrebbe essere molti vicina al costo di stampa reale (e comprensiva delle spese di spedizione) considerando la previsione di richieste (tra i 20 e i 40 possibili interessabili).
E) Se anche dovessero esserci delle eccedenze (ipotizzabili solo se andassimo verso i 40), queste saranno tutte donate ad Amnesty International Italia essendo una ONG in totale sintonia col senso del gioco.
Insomma un’operazione assolutamente NON commerciale, in cui l’unico passaggio di denaro è legato al pagare stampatori, per la stampa e le poste per la spedizione.
Le cose riportante, sono tutte belle e giuste, sono tutte strade tentate da chi era capace di farle (peraltro in un periodo storico in cui ancora non era neppure possibile contemplare l’idea di usare AI era o così o morte). Tentate da due persone, Antonio e me, che hanno già una sensibilità e già hanno fatto diversi lavori contenenti immagini free.
Ma sono considerazioni che lasciano il tempo che trovano se ci si mette a confronto col doverlo fare davvero, operativamente. Con la mole del materiale, con le specifiche necessità del focus del gioco e di doverlo rispettare. Con la necessità di dover fare qualcosa, per non rischiare di passare nuovamente del tutto inosservati.
Ora la mia domanda sarebbe… Ma quali sono esattamente le ritrosie specifiche contro l’uso di Midjourney e come queste specifiche ritrosie e gli eventuali diritti che potrei stare ledendo impattano davvero su questa operazione “cartaceo di WAR”, fatta senza alcun genere di guadagno o velleità commerciale?