Must Be a Dragon

Scrivo qui perché forse a qualcuno interessa. Isola di Illyon ha rilasciato in italiano Must Be a Dragon, gioco di ruolo Masterless, dove si interpretano degli esploratori del 1800 alla scoperta di… un drago! Il manuale, attualmente in preorder, contiene un’ambientazione pronta, le regole (ovviamente) e diverse varianti (ad esempio una in cui è il drago l’esploratore). A me sembra un figata e quindi la segnalo. È attualmente in vendita anche come Bundle insieme a Libro d’Inverno, un espansione per Ryuutama il Nido dei Draghi (a sua volta espansione di Ryuutama). Ma di quest’ultimo parlerò in un altro tema.
Eccovi i due link:

Ciao :slight_smile:

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Sabato ho fatto una one shot facilitata con l’autore che ci ha fatto provare la modalità standard del gioco.
Una sessione è composta da una serie di scene predefinite in cui si deve narrare un elemento specifico del viaggio (ad esempio i dintorni della tana del drago, le caratteristiche principali dell’esploratore, un evento in cui ha perso qualcosa, ecc) rispondendo a turno a 4 domande.
Ovviamente in un gioco narrativo come questo la cosa più importante è costruire su quello che dicono gli altri e la meccanica delle scaglie di drago spinge in questa direzione: alla fine di ogni scena il giocatore che l’ha aperta sceglie da 1 a 3 elementi (tracce) che reputa importanti tra quello che è stato detto, quando qualcuno usa uno di questi elementi nella sua narrazione guadagna una scaglia che poi può usare per integrare o modificare quello che dicono gli altri.

La nostra sessione è andata liscia e tranquilla, le integrazioni che sono state fatte erano tutte interessanti e, almeno dal mio punto di vista, rispettose degli altri, senza che nessuno cercasse di imporre la sua storia o di infilare forzatamente elementi per guadagnare scaglie; per quanto mi riguarda avrei giocato agli stesso modo anche senza questa meccanica (infatti un paio di volte gli elementi che ho usato non erano tracce e quindi non ci ho guadagnato niente) ma d’altra parte una qualche risorsa da gestire ci vuole per dare un valore e un limite alle modifiche.
La modifica più grande (forse l’unica modifica) è stata all’inizio, quando è stato dichiarato che l’esploratore era un uomo e un altro giocatore ha deciso invece che era una donna che si spacciava per uomo per entrare con meno difficoltà nel mondo dell’esplorazione. Oltre al fatto che è stato un ritocco fine e non una sovrascrittura (l’esploratrice si stava guardando allo specchio quindi quello che vedeva era un uomo, la descrizione del primo giocatore era ancora vera), è stato un dettaglio che ha influenzato molto la partita un po’ per tutti.
Alla fine l’incontro col drago si è un po’ sovraccaricato di elementi (iniziato per trovare il ragazzo partito tempo prima, diventato un modo per dimostrare che anche le donne possono trovare un drago, alla fine è uscito che un avo della protagonista qualche secolo prima aveva reso il drago orbo da un occhio) ma visto che il fulcro del gioco è quello mi sembra normale che le cose interessanti tendano a convergere lì, molte altre che non abbiamo reputato interessanti sono morte lì nella scena in cui sono uscite.

La modalità di gioco che abbiamo provato è ottima per one shot rapide e improvvisate, in 2 ore abbiamo fatto tutto incluse la spiegazione iniziale e le domande finali di approfondimento sul gioco. Dovrebbe esserci anche una modalità “campagna”, cioè fare più partite ambientate nella stessa zona e periodo in modo che possano influenzarsi a vicenda (e potrebbe essere interessante esplorare un’ambientazione da punti di vista diversi), ma nel dettaglio non so dirvi altro.

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@TakFog, questa attività che hai descritto, positiva che tu la voglia riportare, a me sembra tanto un gioco di scrittura/racconto collaborativo a spunti. Con la precisazione che non è a mio parere l’attività che discutiamo e celebriamo in questo forum.

Che significa “gioco narrativo”?

C’è stato un momento di effettivo incrocio tra le persone, dove qualcuno aveva una prerogativa e qualcuno un’altra, e avete dovuto comunicare e farvi domande per procedere (No, passarsi la palla del “posso dire quello che voglio ed è il mio turno di raccontare” non conta)?

Ho giocato con l’autore a un’altro dei suoi giochi, e lui non è a mio parere qualcuno che comprende il giocare al di fuori di dinamiche di controllo, guida e scrittura, oltre ad essere estremamente accorto a mantenere il controllo sociale delle sessioni, che sono fatte puramente in modalità “dimostrativa” con lui come leader (nonostante al contempo millanti la collaborazione di tutti). Ha assunto fin troppo il suo ruolo di “autore” per essere in grado di fare autocritica e imparare comportamenti diversi. Non è una persona di cui mi fido.

La modifica più grande (forse l’unica modifica) stata all’inizio, quando è stato dichiarato che l’esploratore era un uomo e un altro giocatore ha deciso invece che era una donna che si spacciava per uomo per entrare con meno difficoltà nel mondo dell’esplorazione.

Puoi entrare nei dettagli di come è avvenuto questo scambio? A me sembra un tipico esempio di sovrascrittura del contributo altrui, in guisa del “rendiamo tutto più divertente/strambo/sorprendente”.

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Esatto, si tratta proprio di racconto collaborativo a spunti, ho partecipato alla one shot perché volevo capire meglio le meccaniche (visto che online avevo trovato solo descrizioni generiche) e ho scritto qui quel messaggio perché ho conosciuto il gioco da questo thread e magari qualcun altro aveva la mia stessa curiosità.

Non c’erano ruoli diversi, a parte la possibilità di integrare e modificare non c’era altra forma di interazione in tempo reale. Quello che intendevo con “la cosa più importante è costruire su quello che dicono gli altri” è proprio che l’unica interazione che hai con gli altri è tenere in considerazione quello che è stato detto prima, altrimenti finisci per raccontare 4 storie diverse.

L’autore non ha partecipato attivamente alla partita, si è limitato a fare da “manuale umano” che ci ha spiegato il gioco, spiegava il contesto della scena e leggeva le domande a cui dovevamo rispondere. Dalle domande post partita mi sembra di aver capito che le scene e le domande siano sempre le stesse (non c’è un elemento casuale come ad esempio in thousand years old vampire, per capirci), quindi c’era poco da mantenere il controllo. In parte speravo che le avesse scelte da un insieme più grande, avrebbe dato più varietà alle giocate.

Era la seconda scena, l’esploratore si guarda allo specchio quando è quasi arrivato alla tana del drago. Il giocatore doveva dare una descrizione basilare del personaggio e ha deciso che si chiamava Arcibald, uomo di 39 anni proveniente dalle campagne inglesi. Quando ha finito, un altro giocatore ha usato le sue scaglie per aggiungere che in realtà è una donna, ma si spaccia per uomo perché l’ambiente degli esploratori non avrebbe accettato un’esploratrice donna. Sicuramente l’intento era rendere la situazione più “interessante/stramba”, ma secondo me in questo caso l’elemento sovrascritto non era particolarmente “sentito”, nel senso che non mi è sembrato che il primo giocatore reputasse particolarmente importante la sua scelta da sentirsi derubato del contributo, anche perché eravamo ancora all’inizio e non avevamo ancora niente di definito.
Dal mio punto di vista è stata una modifica interessante che ha portato le partita in una direzione completamente diversa. Mi sembra che anche gli altri hanno accettato positivamente la cosa, ma non escludo che in parte questa sensazione sia data dal mio punto di vista, considerando che la scena della perdita che è stata aperta da me si è focalizzata su questo elemento perché ho deciso che quello che aveva perso durante il viaggio era proprio la sua identità.

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È chiaro, e apprezzo la tua onestà nel descrivere accuratamente la sessione.

Confermo la mia impressione che si tratta fondamentalmente di un gioco della conchiglia. Ovvero, inquadra il GM come tiranno, e risolve tale problema tramite la turnazione di questa tirannia. Dal mio punto di vista, dato che non mi piace essere railroadato da una persona, non mi piace essere railroadato da cinque, nemmeno con il discutibile contentino di poter ogni tanto essere io a farlo.

La mia opinione personale su questo tipo di giochi è abbastanza negativa, nel senso che non penso che offrano alcunché di positivo rispetto alla collaborazione svincolata e aperta di scrittori che scrivono insieme una storia, ma invece danneggiano: gli spunti non fanno altro che mandare a “imbuto” la produzione creativa dei partecipanti, la componente ludica è fondamentalmente fantoccia.

Ma, appunto, non voglio svalutare esteticamente l’attività di scrivere insieme; si tratta di un’attività perfettamente legittima. Più precisamente, mi interessa chiarire che si tratta di una cosa fondamentalmente diversa e incompatibile da quello che discutiamo regolarmente su questo forum come gioco di ruolo.

Ti inviterei a dare un’occhiata a queste due sessioni che ho giocato con @Xeno e dirmi se riesci a riconoscere che si tratta di un’attività e di un mezzo di espressione completamente diverso dalla “scrittura collaborativa” che hai descritto. Anzi, non esiste effettiva collaborazione, ma solo prerogative diverse che si incrociano, e che queste non riguardano il diritto di parola, ma le aree precise sulle quali a ciascuno di noi spetta rispondere.

Ho fatto attenzione a scegliere due sessioni che non hanno un ruolo riconoscibile di GM, proprio per sottolineare che questa cosa non ha niente a che vedere con la “non tradizionalità” del gioco o l’assenza di master o altre cose di questo tipo (idee deliranti che ho sentito millantare all’autore).

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Scrivo qui le mie impressioni dopo averlo letto. Successivamente lo proverò anche in gioco e quindi, forse, aprirò un altro thread per il gioco giocato. Ma per ora usiamo questo.

Il manuale trasuda di aspettative: siamo in epoca napoleonica (dalla sua ascesa al suo declino), ambientato principalmente in Francia ed Italia, ma si può spaziare per tutta l’europa (l’Iralnda sembra la preferita). Sei un esploratore e stai cercando un drago! Sì, perché in questa ambientazioni i draghi esistono e… beh, anche se molti sono animali, sembra che siano in grado di manipolare la natura, hanno risposte a domande che nessuno ha e molto altro. Napoleone li cerca per usarli, altri li cercano per aver risposte, altri per studiarli, altri per… E tu sei uno di loro. Per qualche motivo sei diventato esploratore e lo stai cercando.

Tutto il manuale parla della ricerca del drago, tutto il manuale parla di sviluppare l’ambientazione, il ruolo dei draghi ed il viaggio. Il manuale fornisce spunti per usare anche ambientazioni diverse. Tutto il manuale trasuda queste cose… ma le regole di gioco si fermano ad una parte molto piccola di questo: l’incontro col drago!

Ma andiamo con ordine. Come tutti i Masterless che ho provato, di fatto è un Gioco di Narrazione. Per Gioco di Narrazione intendo un gioco di ruolo in cui non si interpreta uno (o più) personaggi ma si è tutti narratori della storia che si crea intorno al personaggio (od ai personaggi). Nei giochi che ho provato, ed anche nell’anteprima su Io Gioco, in genere si imbastisce una scena iniziale, poi si passa a rispondere alle domande (o si estraggono carte o…) con cui si costruisce e si sviluppa la scena ed infine si conclude in modo tale di aggangiarla alla scena successiva. A ciò si aggiungono meccaniche di interazione tra i giocatori. Bene, in Must Be a Dragon si parte direttamente con la prima domanda, poi si rispondono alle altre, se si vuole si fa una quinta domanda (sì, le domande sono quattro), infine il Narratore (colui che ha risposto alla prima domanda) costruisce la scena e prepara le tracce. Le tracce sono il modo in cui le varie scene si collegano tra di loro al fine di formare una storia coerente, anziché tutte scene separate. Poi ci sono le squame di drago che permettono ai giocatori di intervenire durante la risposta ad una domanda per aggiungere elementi o modificare la risposta. A ciò si aggiungono il Patto di Gioco (lo stile con cui vogliamo narrare la storia: dramma, epico, comico, ecc. che non c’entra con l’ambientazione) ed i Confini (quello oltre i quali non ci dobbiamo spingere, ad esempio evitare scene gore e splatter).

E veniamo a quello che a me ha raffredato lo slancio: le dieci scene che si vanno a costruire riguardano solo ed esclusivamente l’incontro col drago. Ditorni della tana, chi è l’esploratore, primo flashback dove si scopre cosa lo ha quasi ucciso (fisicamente, moralmente, psicologicamente od altro) e poi come è riuscito ad andare avanti, l’interno della tana, secondo flashback dove si scopre cosa ha perso, presenza del drago, terzo flashback dove si scopre come è diventato esploratore, incontro col drago, flashback del drago per scoprire qualcosa su di lui, finale. Notare che non c’è ricerca, non c’è esplorazione, non c’è nulla di quello che prometteva il manuale. Ora l’incontro col drago è ovviamente l’apice di tutto il discorso, quindi è normale che mi aspettassi che alla fine ci sarebbe stato l’incontro, ma tutto il resto viene lasciato indietro. Inoltre, alcuni stili vengono distrutti dalle domande: non riesco ad immaginarmi un comico dove l’esploratore è stato quasi ucciso, ha perso qualcosa, ha lasciato indietro qualcos’altro, ecc. tanto per fare un esempio. Anche l’ambientazione è praticamente inesistente, se non per pochi accenni. Forse con le regole della Saga, dove si uniscono diversi incontri col drago, si può notare qualcosa di più. Forse con quelle del conclave dei draghi, visto che alla fine le loro azioni riguardano ampie parti del mondo. Però in generale tutte le premesse di cui trasuda il manuale, rimane solo quella dell’inconro col drago.

Tra le regole aggiuntive, c’è quella del ritorno a casa (scene extra) oppure quella del Compagno che aggiunge una scena e costringe i giocatori ad usare le squame di drago per salvarlo (se lo vogliono salvare) perché altrimenti fa una finaccia. E siccome le devi spendere tutte per salvarlo…

Concludendo, credo che possa risultare molto divertente ed appagante giocare l’incontro col drago, credo si possano fare infinite storie solo basandosi su questo, le regole aggiuntive danno ulteriore varietà… ma tutto quello che trasuda dal manuale, c’è poco e niente! E poi, a ben vedere le domande, lo stile a cui spinge, secondo me, è drammatico/melanconico (perdita, morte, cose lasciate indietro) e rende molto difficile usare stili che si discostano fortemente da questo.

Se avete qualche perplessità e volete dettagli in più, sono qui. Intanto mi organizzo per vedere se posso fare una partita (sono un po’ incasinato).

Ciao :slight_smile:

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