Scrivo qui le mie impressioni dopo averlo letto. Successivamente lo proverò anche in gioco e quindi, forse, aprirò un altro thread per il gioco giocato. Ma per ora usiamo questo.
Il manuale trasuda di aspettative: siamo in epoca napoleonica (dalla sua ascesa al suo declino), ambientato principalmente in Francia ed Italia, ma si può spaziare per tutta l’europa (l’Iralnda sembra la preferita). Sei un esploratore e stai cercando un drago! Sì, perché in questa ambientazioni i draghi esistono e… beh, anche se molti sono animali, sembra che siano in grado di manipolare la natura, hanno risposte a domande che nessuno ha e molto altro. Napoleone li cerca per usarli, altri li cercano per aver risposte, altri per studiarli, altri per… E tu sei uno di loro. Per qualche motivo sei diventato esploratore e lo stai cercando.
Tutto il manuale parla della ricerca del drago, tutto il manuale parla di sviluppare l’ambientazione, il ruolo dei draghi ed il viaggio. Il manuale fornisce spunti per usare anche ambientazioni diverse. Tutto il manuale trasuda queste cose… ma le regole di gioco si fermano ad una parte molto piccola di questo: l’incontro col drago!
Ma andiamo con ordine. Come tutti i Masterless che ho provato, di fatto è un Gioco di Narrazione. Per Gioco di Narrazione intendo un gioco di ruolo in cui non si interpreta uno (o più) personaggi ma si è tutti narratori della storia che si crea intorno al personaggio (od ai personaggi). Nei giochi che ho provato, ed anche nell’anteprima su Io Gioco, in genere si imbastisce una scena iniziale, poi si passa a rispondere alle domande (o si estraggono carte o…) con cui si costruisce e si sviluppa la scena ed infine si conclude in modo tale di aggangiarla alla scena successiva. A ciò si aggiungono meccaniche di interazione tra i giocatori. Bene, in Must Be a Dragon si parte direttamente con la prima domanda, poi si rispondono alle altre, se si vuole si fa una quinta domanda (sì, le domande sono quattro), infine il Narratore (colui che ha risposto alla prima domanda) costruisce la scena e prepara le tracce. Le tracce sono il modo in cui le varie scene si collegano tra di loro al fine di formare una storia coerente, anziché tutte scene separate. Poi ci sono le squame di drago che permettono ai giocatori di intervenire durante la risposta ad una domanda per aggiungere elementi o modificare la risposta. A ciò si aggiungono il Patto di Gioco (lo stile con cui vogliamo narrare la storia: dramma, epico, comico, ecc. che non c’entra con l’ambientazione) ed i Confini (quello oltre i quali non ci dobbiamo spingere, ad esempio evitare scene gore e splatter).
E veniamo a quello che a me ha raffredato lo slancio: le dieci scene che si vanno a costruire riguardano solo ed esclusivamente l’incontro col drago. Ditorni della tana, chi è l’esploratore, primo flashback dove si scopre cosa lo ha quasi ucciso (fisicamente, moralmente, psicologicamente od altro) e poi come è riuscito ad andare avanti, l’interno della tana, secondo flashback dove si scopre cosa ha perso, presenza del drago, terzo flashback dove si scopre come è diventato esploratore, incontro col drago, flashback del drago per scoprire qualcosa su di lui, finale. Notare che non c’è ricerca, non c’è esplorazione, non c’è nulla di quello che prometteva il manuale. Ora l’incontro col drago è ovviamente l’apice di tutto il discorso, quindi è normale che mi aspettassi che alla fine ci sarebbe stato l’incontro, ma tutto il resto viene lasciato indietro. Inoltre, alcuni stili vengono distrutti dalle domande: non riesco ad immaginarmi un comico dove l’esploratore è stato quasi ucciso, ha perso qualcosa, ha lasciato indietro qualcos’altro, ecc. tanto per fare un esempio. Anche l’ambientazione è praticamente inesistente, se non per pochi accenni. Forse con le regole della Saga, dove si uniscono diversi incontri col drago, si può notare qualcosa di più. Forse con quelle del conclave dei draghi, visto che alla fine le loro azioni riguardano ampie parti del mondo. Però in generale tutte le premesse di cui trasuda il manuale, rimane solo quella dell’inconro col drago.
Tra le regole aggiuntive, c’è quella del ritorno a casa (scene extra) oppure quella del Compagno che aggiunge una scena e costringe i giocatori ad usare le squame di drago per salvarlo (se lo vogliono salvare) perché altrimenti fa una finaccia. E siccome le devi spendere tutte per salvarlo…
Concludendo, credo che possa risultare molto divertente ed appagante giocare l’incontro col drago, credo si possano fare infinite storie solo basandosi su questo, le regole aggiuntive danno ulteriore varietà… ma tutto quello che trasuda dal manuale, c’è poco e niente! E poi, a ben vedere le domande, lo stile a cui spinge, secondo me, è drammatico/melanconico (perdita, morte, cose lasciate indietro) e rende molto difficile usare stili che si discostano fortemente da questo.
Se avete qualche perplessità e volete dettagli in più, sono qui. Intanto mi organizzo per vedere se posso fare una partita (sono un po’ incasinato).
Ciao