Qui si parla di un modo di giocare descritto negativamente come conch-shell game e di quanto o come alcuni giochi (manuali) risultino in ciò nella pratica.
Letteralmente conch-shell game significa “gioco della conchiglia”, ne è spiegato il significato da @danieledirubbo in uno dei messaggi qua sotto.
È un gioco nel quale le regole stabiliscono che la completa autorità narrativa sullo spazio immaginato condiviso venga passata, a turno, a un singolo giocatore. Prende il nome della scena della conchiglia narrata nel romanzo Il signore delle mosche di William Golding. In ambito forgita, era considerato cattivo game design perché, di fatto, è un railroading a turno.
Sarà facile vedere come sia Microscope sia Did You Say Street Magic non siano davvero dei conch-shell games, perché l’autorità che viene ceduta a turno è molto limitata e si basa comunque sulle cose create dagli altri (e gli altri costruiranno sulle tue). Insomma, può dare quell’impressione ma, a mio avviso, il risultato è molto diverso.
ci giocherò a Microscope, ma personalmente dubito sempre della riuscita di queste “sofisticate” devoluzioni di autorità narrativa… nella pratica si finisce spesso in negoziazione e l’effetto conch shell game è comunque dietro l’angolo ad ogni dichiarazione.
Be’, ricordati sempre che per molti persino Spione rasenta il conch-shell game, ed è stato scritto da Ron Edwards, che è uno dei principali critici di questo tipo di giochi. Insomma, cerco di valutare i giochi non in base alle convinzioni a priori che mi sono fatto, ma in base a come funziona concretamente l’esperienza di gioco che mi propongono.
perdonami ma dubiti in che senso? non sto dubitando di te ma non capisco cosa non ti convince.
io faccio almeno 1 partita a Microscope l’anno e c’è sempre stata 0 negoziazione, si costruisce su quanto raccontato dagli altri, si danno spunti e si aspetta di vedere dove vanno a finire nel tempo.
è molto border-line per il conch-shelling ma non è personalmente mai successo.
Cielo, puoi dubitare di me in ogni modo, in ogni momento e per ogni cosa!
Tenuto oltretutto conto del fatto che devo ancora giocare a Microscope e che la mia era una generalizzazione basata su un gusto personale (tre elementi quindi molto precari per un’affermazione secca).
Forse un giorno farò un discorso più esaustivo sulla mia posizione rispetto a questo tipo di giochi, ma al netto del fatto che ben potrebbe non fregarvene un’emerita e che si tratterebbe di un intervento più da blog che da forum, sarà comunque sempre solo la mia idea secondo il mio gusto.
Ho giocato alcuni giochi che spingono in quella direzione, tipo Noiralndia, Arcipelago (quello che preferisco), Lovecraftesque, e mi è sempre capitato di pensare e sentire che le tecniche di scrittura condivisa che propongono, di fatto, sono semplicemente un modo di passare la conchiglia.
Inoltre di solito ho notato che ci si aggiusta al tavolo sul confine fra le autorità narrative astrattamente coinvolte nelle singole situazioni di merito (ad esempio, chi decide varie cose nella scena di un torneo per l’onore della Dama, chi ha Autorità sulla Cavalleria o chi ce l’ha sull’Amore) .
Non lo so, forse semplicemente odio i cosidetti storygame.
Per dirla con un’estrema semplificazione: io voglio una storia giocata non voglio una storia raccontata, voglio che la storia nasca giocando e non che il gioco sia far nascere una storia.
Come vedi, è solo il mio gusto personale, anche se io credo che il gioco di ruolo segni nettamente.la differemza con altri medium narrativi solo se la storia è giocata.
Un elemento per me fondamentale di differenza fra storia solo narrata e storia giocata è l’esistenza di procedure di conflitto diegetiche, non extradiegetiche direttamente sulle autorità narrative, e di solito l’advocacy di un personaggio da parte di 1 (o più) giocatori è un ottimo strumento (e presupposto) per avere una procedura di conflitto significativa e incidente anche sulla storia prodotta.
Ovviamente non è l’unico strumento per avere un gioco che fa storia.
Ma non c è dubbio che questi elementi siano ben presenti in Spione.
Ti capisco. La premessa di Microscope è qualcosa che mi ha sempre affascinato, e vorrei capire meglio io stesso cosa effettivamente non lo rende un gioco con cui io personalmente non mi diverto. E sì, ha tutto a che vedere con gli elementi di cui parli.
Sono curioso di provare The Quiet Year, per vedere se quello è più simile a quello che vorrei fosse Microscope.