È chiaro, e apprezzo la tua onestà nel descrivere accuratamente la sessione.
Confermo la mia impressione che si tratta fondamentalmente di un gioco della conchiglia. Ovvero, inquadra il GM come tiranno, e risolve tale problema tramite la turnazione di questa tirannia. Dal mio punto di vista, dato che non mi piace essere railroadato da una persona, non mi piace essere railroadato da cinque, nemmeno con il discutibile contentino di poter ogni tanto essere io a farlo.
La mia opinione personale su questo tipo di giochi è abbastanza negativa, nel senso che non penso che offrano alcunché di positivo rispetto alla collaborazione svincolata e aperta di scrittori che scrivono insieme una storia, ma invece danneggiano: gli spunti non fanno altro che mandare a “imbuto” la produzione creativa dei partecipanti, la componente ludica è fondamentalmente fantoccia.
Ma, appunto, non voglio svalutare esteticamente l’attività di scrivere insieme; si tratta di un’attività perfettamente legittima. Più precisamente, mi interessa chiarire che si tratta di una cosa fondamentalmente diversa e incompatibile da quello che discutiamo regolarmente su questo forum come gioco di ruolo.
Ti inviterei a dare un’occhiata a queste due sessioni che ho giocato con @Xeno e dirmi se riesci a riconoscere che si tratta di un’attività e di un mezzo di espressione completamente diverso dalla “scrittura collaborativa” che hai descritto. Anzi, non esiste effettiva collaborazione, ma solo prerogative diverse che si incrociano, e che queste non riguardano il diritto di parola, ma le aree precise sulle quali a ciascuno di noi spetta rispondere.
Ho fatto attenzione a scegliere due sessioni che non hanno un ruolo riconoscibile di GM, proprio per sottolineare che questa cosa non ha niente a che vedere con la “non tradizionalità” del gioco o l’assenza di master o altre cose di questo tipo (idee deliranti che ho sentito millantare all’autore).