Faccio anch’io il mio resoconto, con una grossa pila di ringraziamenti. Purtroppo è un po’ in ritardo perché, la sera di sabato, ho scoperto di essermi preso un nuovo souvenir dalla FroggyCon: un raffreddore assassino. Son ricordi anche questi.
Purtroppo ho potuto partecipare solo alla giornata di sabato, ma l’anno prossimo punto al doppio giro.
Hogwarts Oaks
Sabato mattina ho giocato a Hogwarts Oaks, fondamentalmente un reskin di #green-oaks (investigativo ambientato in una casa di riposo) ambientato nel mondo di Harry Potter. Non avevo mai né giocato né letto Green Oaks prima d’ora, ma avevamo il manuale sottomano e l’abbiamo consultato più volte durante il gioco, quindi credo di aver avuto un bell’assaggio di come funziona.
I nostri personaggi erano maghi pensionati in una casa di riposo, riconvocati ad Hogwarts decenni dopo il loro diploma per risolvere un mistero. Il gioco ha una piega decisamente demenziale (le caratteristiche sono solo due e si chiamano qualcosa come “Boria” e “Fastidio” e le scenate sconclusionate sono hanno un ruolo importantissimo nella risoluzione delle incertezze), che abbiamo abbracciato fino in fondo. Ho trovato interessante, specie in relazione al thread sul gioco investigativo di qualche tempo fa, il fatto che i personaggi non fossero davvero interessati a risolvere il mistero. Non ci siamo davvero messi d’accordo su questo, ma ci siamo rapidamente trovati a giocare un gruppo di vecchietti rimbambiti a cui importava pochissimo di salvare Hogwarts e aiutare le nuove generazioni, mentre godersi la rinnovata libertà lontani da infermieri e medicine era molto più importante. Alla fine il mistero è stato comunque risolto, ma non è stato la preoccupazione principale del gruppo.
Mi è piaciuto molto il fatto che, direttamente al tavolo, abbiamo fatto una sessione molto attiva di game design, costruendo sul regolamento di Green Oaks un sistema per giocare un torneo di “bocce magiche”[1]. Non è servito a molto nella risoluzione del mistero, ma è stato comunque interessante, soprattutto perché è emerso da quello che volevano i PG.
In generale l’ho trovata una sessione positiva, caotica e interessante, anche se mi è rimasto il mezzo sospetto che il grosso del caotico venisse dal tavolo e che il supporto del sistema fosse molto poco. Nel senso, le meccaniche di gioco ci davano ogni tanto qualche spunto, ma se le avessimo sostituite con qualsiasi altro sistema, mantenendo la stessa mentalità non credo sarebbe cambiato così tanto. E infatti a un certo punto abbiamo costruito spontaneamente un’impalcatura (che immagino verrà riusata) proprio su quelle meccaniche, perché ci dessero quello che volevamo.
Intermezzo - FanX vede la luce
Alla prima FroggyCon ho portato il primissimo playtest di FanX, quando ancora si chiamava Into the Blood e quindi mi sembrava corretto che sempre alla FroggyCon venisse pubblicato mentre ero a pranzo in questa edizione @Jonnnie mi ha acchiappato e abbiamo pubblicato il gioco. Insomma, è stata una coincidenza, ma la FroggyCon e la Locanda hanno avuto un certo impatto su FanX e mi piace festeggiarlo.
Workshop: Dungeon Design
Avrei voluto il dono dell’ubiquità per seguire tutti e tre i workshop, ma alla fine ho dovuto scegliere e mi sono lanciato su una cosa che sento come una mia debolezza: le mappe. Molti concetti li conoscevo, ma onestamente metterli in pratica assieme è stato molto interessante e molto utile. È stato anche interessante colmare il gap tra la metà del tavolo di “OSRari”, che ci trovavamo spesso a parlare nella nostra lingua, e l’altra metà, fatta di giocatori “normali” che non avevano idea di cosa stessimo dicendo. Venir costretto ad espandere concetti che normalmente chiudo in una o due parole mi ha fatto molto bene. Dovrei prendermi uno stagista.
Sessione del pomeriggio: FanX
Questa è stata, ufficialmente, la prima sessione non-playtest di fanx. Ho giocato con @Bille_Boo e altri quattro giocatori che non conoscevo, di cui una, in particolare, appassionata di vampiri che probabilmente conosceva il mondo di Vampire the Masquerade meglio di me[2]. FanX non ha una lore così rigida e questo l’ha messa un po’ in difficoltà su alcuni passaggi, mentre il resto del gruppo, con meno bagaglio, ha preso tutto con molta più facilità. Nonostante un paio di inciampi miei che hanno rallentato la già corposa fase preparatoria (sono dovuto tornare indietro su alcuni passaggi della creazione del personaggio perché li avevo dimenticati), la sessione è andata abbastanza fluida ed è terminata in una delle situazioni classiche di FanX, con i PG divisi in due fazioni opposte che hanno portato i propri alleati nello scontro.
Come sempre, siamo partiti da un incidente generato casualmente (in questo caso un grande potere era stato sprigionato da qualche parte in città, terrorizzando i vampiri locali). Ogni PG è andato a consultare i propri contatti, sfruttando le relazioni generate in fase di creazione per sapere con chi parlare, arrivando inizialmente a coagularsi in tre gruppi: due PG legati agli stregoni Wiccan della città, altri due legati a un gruppo di anarchici rifugiati politici della Russia zarista e il buon Bille Boo da solo con la sua amata. In un’interessante sequenza di tradimenti e colpi di scena orditi e portati avanti esclusivamente dai giocatori, Bille, gli anarchici e uno dei PG Wiccan si sono coalizzati contro la creatura (una Banshee che voleva riportare i morti al loro riposo), mentre un altro PG ha tradito la Wicca per stringere un’alleanza con un altro gruppo (di cui mi sfugge il nome). Botte da orbi finali.
Sono in generale molto soddisfatto di FanX[3] e del tipo di gioco che riesce a portare al tavolo, anche se credo che mi prenderò una pausa dai vampiri, prossimamente, per evitare di arrivare ad odiarli.
Nonostante gli acciacchi e le angherie della sorte, la FroggyCon è sempre un piacere e questa nuova sede è davvero più comoda (e, per quanto migliorabile, il pranzo batte senza fatica i panini). Mi è spiaciuto non riuscire a partecipare entrambi i giorni, ma spero di rifarmi l’anno prossimo.
Non ho più controllato se siano menzionate da qualche parte nei libri o se ci siamo inventati tutto di sana pianta. Se c’è qualcosa, comunque non lo sapevamo mentre giocavamo ↩︎
Non che io sia un esperto, beninteso, però ne sapeva evidentemente a pacchi ↩︎
Altrimenti non l’avrei pubblicato qualche ora prima ↩︎