Faccio alcune precisazioni che mi interessa fare. Non entro nel merito della questione perché mi pare ovvio che Koebel abbia fatto, anche volendo interpretare il tutto nel modo più caritatevole possibile, una puttanata micidiale.
Il giocare di ruolo in pubblico per ragioni che non sono di analisi o divulgazione, ovvero per l’intrattenimento altrui, la trovo una distorsione pesante dell’attività di gioco. Il gioco per me è una cosa fatta tra le persone che stanno partecipando all’attività, comporta anche un rapporto di fiducia tra le persone, e il fatto che possiamo anche dirci cagate, fare errori, offenderci a vicenda, perché possiamo parlarne dopo e chiarire la questione. Non accetterei mai di giocare con spettatori dal vivo. Per questo trovo che il voler trarre qualunque insegnamento relativo al gioco reale da questo incidente sia un grosso errore.
Cerco di non fare giudizi morali su persone che non conosco. Tuttavia, Koebel è già qualche anno che lo trovo antipatico: ha una personalità molto dominante, istrionica, e narcisista, e maschera tutto dietro alla sua immagine di paladino della giustizia sociale. Non me lo sono mai bevuto. In più, passa molto tempo su Twitter e ha cominciato a intavolare con i suoi seguaci – che l’hanno abilitato a farlo – i classici rapporti parasociali da e-celebrity.
Se osservi le partite degli ultimi anni di Koebel, mi pare che rispecchiano l’attività del giocare di ruolo solo superficialmente. Sono degli stream di intrattenimento dove lui parla l’80% del tempo, e gli altri partecipanti danno ogni tanto dei contributi. Lo scopo di tutti non è divertirsi insieme, ma intrattenere il pubblico. Perciò, non avrai mai la persona che si ferma e ti dice “no, questo non mi piace”. Lo spettacolo deve continuare, quindi non interrompi il monologo del master.
Adam stesso fa poco per inserire backchanneling: se avesse chiesto “Che cosa fai?” in qualunque punto della suddetta scena sarebbe risultato molto ovvio che la giocatrice non voleva mandarla in quella direzione. Non serviva nessuna meccanica di sicurezza, semplicemente fare una conversazione alla pari tra persone.
E vi dico, questi problemi li capisco anche abbastanza perché ci sono passato, sia da persona che è stata messa a disagio da altri, sia da persona che ha messo involontariamente a disagio altri. Il problema fondamentale che vedo è che se hai un contratto sociale dove il GM può imporre la narrazione agli altri, questo porterà naturalmente a episodi del genere – magari non così eclatanti, ma accadranno.
Io ho trovato, nella comunità anglosassone, un’ossessione attiva sugli “strumenti di sicurezza”, che poi vanno a nascondere una cultura di gioco tossica sotto altri punti di vista. Quindi sì, sono anche d’accordo che quando qualcuno insiste così tanto su queste cose, c’è un rischio che ci sia qualcosa di nascosto dietro la facciata. Non è un caso che la prima scusa di Koebel fosse stata “Ah, non abbiamo messo l’X-card”.
Io al giorno d’oggi preferisco giocare con persone che conosco, o avere una conversazione libera all’inizio della campagna, e debriefing a ogni sessione, piuttosto che mettere meccanica X Y Z come toppa a un contratto sociale già malato. Già se il contratto sociale è “dobbiamo intrattenere il pubblico di twitch”, mi sembra una cosa a cui non vorrei mai partecipare in tutta la mia vita.
Tipo, se hai una relazione codipendente con uno dei giocatori, non c’è meccanica di sicurezza che può salvarti: la vostra relazione esploderà a un certo punto e porterà con se la reinterpretazione di tutte le esperienze di gioco che avete avuto, anche se al tavolo, al momento, erano risultate tutto ok.