Seconda sessione
Di nuovo, cerco di riassumere sommariamente quello che mi ricordo della giocata.
La rissa
Giulius e Karim, avvistato il tafferuglio alla cattedrale con la folla vociante, si dirigono lì per ricongiungersi con Urals, Guillelme e Godriel. (Ho proprio detto ai giocatori: quando volete potete ricongiungervi; non avrei visto la ragione di mettere difficoltà in questo senso.)
I seguaci di Pietro stanno mettendo a soqquadro l’edificio sacro, in cerca della Lancia, che però il mistico non sa indicare con precisione. Anche i tre PG che sono già lì stanno provando a cercarla ma senza successo.
Agli ortodossi la cosa non va giù, ma il loro patriarca è ancora imbambolato dalla magia di Godriel. Avevo avvertito il giocatore che quello che avrebbe fatto non poteva passare del tutto inosservato, e infatti i tre ortodossi più coraggiosi, tre omacci male armati ma grandi e grossi, vengono a chiedergli conto di quello che ha combinato.
Guillelme si mette in mezzo e prova ad attirare la loro attenzione su di sé. Li minaccia per indurli a desistere. Il suo check ha un buon risultato ma non è verosimile che se ne vadano e basta. Dico che non attaccano, ma lo sfidano a farsi sotto contro il più grosso di loro, da uomo a uomo, senza armi. Guillelme accetta.
Ne nasce un combattimento, molto breve e serrato grazie al regolamento ultraleggero del sistema di gioco. Il PG ne esce vincitore e gli ortodossi se ne vanno con la coda tra le gambe trascinando via il loro compagno tramortito.
Karim intanto si apparta con Godriel: propone di lasciar perdere la cattedrale e andare alla cittadella, ancora tenuta da un’ultima resistenza di saraceni (i PG sapevano, da quando erano andati da Boemondo, che era in programma un assalto per quella notte). Si è convinto, chissà perché, che i loro leader sappiano dove si trova la Lancia.
Godriel accetta, e i due si separano dal gruppo.
Alla cittadella (primo morto)
Mentre arrivano alla cittadella, Karim e Godriel si accorgono anche che l’assalto dei Crociati sta iniziando (coerentemente con la mia preparazione).
Non ricordo bene come siano andate le cose a questo punto, ma so che i due PG si servono di un qualche mezzo segreto per entrare, di nascosto dagli attaccanti. Andando a memoria, penso che avessimo stabilito che i documenti rubati da Karim a Boemondo contenessero questa informazione (il che ha senso perché Boemondo ha delle spie che stanno cercando di corrompere Ahmad, braccio destro del giovane leader saraceno Shams; il documento avrebbe potuto contenere un luogo convenuto per un abboccamento, una parola d’ordine, o roba del genere).
I due vengono presi in consegna dai saraceni, ovviamente. Si consegnano senza difficoltà e insistono per parlare con Shams. Da come parlano tra di loro, è chiaro che i giocatori non hanno un vero e proprio piano, ma sono vagamente orientati a tradire i saraceni e far entrare i cristiani, compiendo un sabotaggio dall’interno, allo scopo di ingraziarsi Boemondo.
Prima, però, vorrebbero sapere della Lancia.
Shams li accoglie guardingo, con comprensibile diffidenza. Accanto a lui c’è Ahmad, il suo mago e consigliere. Tiro per la reazione e ne ottengo, inaspettatamente, una positiva.
Lascio che i giocatori presentino i loro PG (dicono di essere disertori dell’esercito Crociato e di voler aiutare), quindi interpreto uno Shams tutto sommato colpito, o comunque disposto a considerarli più una seccatura che una minaccia. Accetta di accoglierli tra le sue fila.
Incalzato con domande sulla Lancia, però, Shams reagisce perplesso. Non ha nessuna informazione a riguardo, la riteneva solo una leggenda. Ahmad è d’accordo con lui. I due, tuttavia, promettono aiuto nel cercarla una volta che la città sarà liberata dai cristiani.
A quel punto si sentono dei violenti colpi, e viene gridato un allarme: i Crociati stanno sfondando il portone (non ricordo se ho parlato di un ariete, frecce incendiarie o che altro; dettagli).
Ora, qui è successa una scena bellissima che purtroppo non ricordo bene e non ho annotato bene. Mi maledico per questo ma le scene più belle e coinvolgenti sono state proprio quelle che mi hanno lasciato meno tempo e spazio per prendere appunti.
Quello che so è che Karim tenta l’ennesima arrampicata sugli specchi. Vuole intortare i saraceni in modo da poter aprire il portone ai cristiani. Non ricordo cosa dice esattamente, forse vuole convincere Shams ad allontanare le guardie dal portone, a lasciare il loro comando a lui, oppure a farlo uscire in modo che possa sabotare l’attacco in un modo che sa lui. Sia come sia, la frottola è molto poco credibile e imposto una difficoltà alta per il tiro, che fallisce.
Ora Shams sospetta di Karim, la sua reazione è ribaltata. Sfodera la scimitarra e prende uno dei PG in ostaggio per mettere alla prova l’altro (non ricordo se punta l’arma contro Karim per mettere alla prova Godriel o l’inverso, mi pare la prima; e non ricordo nemmeno di che prova si trattava).
Fatto sta che Godriel usa i suoi poteri mentali per leggere la mente dei leader saraceni, e percepisce il tradimento del suo braccio destro Ahmad. Tenta di mettere in guardia Shams. Ahmad tenta il tutto per tutto scagliando una palla di fuoco.
Insomma, si scatena un furioso scontro che non ricordo e che alla fine porta a: Godriel morto, Shams morto, Ahmad che se la squaglia vista la mala parata (ha finito i dadi di magia), e i cristiani che fanno irruzione impadronendosi della cittadella. Karim si è salvato per miracolo.
Godriel, quindi, è il primo PG a lasciarci le penne.
Nelle catacombe (secondo morto)
Quando torno a “inquadrare” la cattedrale, mi dico che è tempo di avanzare “l’orologio” dei miei appunti verso il successivo avvenimento. I giocatori sono d’accordo a non fare altro in attesa di nuovi sviluppi.
A un certo punto, quindi, Pietro ha la visione decisiva e descrive accuratamente il luogo in cui si trova l’accesso alla Lancia. Tutti si mettono a cercarlo.
Urals e Giulius riescono a raggiungerlo per primi, mentre Guillelme rimane indietro in mezzo alla folla di esaltati. Non ricordo perché (altri buchi negli appunti): forse una situazione già stabilita nell’immaginario, forse un semplice check che lui non riesce a superare.
Ad ogni modo, il giocatore accetta la situazione e dice che il suo PG fa il possibile per rallentare gli altri, lasciando che gli altri due vadano avanti senza aspettarlo.
Il passaggio è una botola nel pavimento, e una volta che Giulius e Urals sono scesi quest’ultima usa i suoi poteri elementali per sigillarlo: un’ottima idea; le dico che ha successo e che i dadi che investirà nella magia determineranno quanto a lungo “tiene” l’effetto. Lei se li spara tutti senza scrupoli, e guadagna per sé e il suo compagno un ampio margine.
Esplorano i cunicoli delle catacombe, ci sono un paio di incontri casuali tra cui un presagio che li mette sulla buona strada, quindi giungono al corridoio finale: in fondo c’è un altare con la Lancia, in mezzo c’è un potentissimo mostro, un serpente gigante fatto d’ombra.
Lo descrivo come davvero temibile, e lo è.
Qui Urals si gioca in modo davvero brillante uno dei suoi due oggetti personalizzati: all’inizio aveva deciso che fosse una pozione di invisibilità, e si rivela una decisione provvidenziale.
La beve, e cerca di superare di soppiatto il serpentone.
Avverto la giocatrice che chiederò un check (non difficile, ma potrebbe comunque fare rumore o urtarlo). A quel punto, l’altro giocatore si offre coraggiosamente di attirare l’attenzione del mostro su di sé. Chiedo un check anche a lui.
Hanno successo entrambi, e Urals raggiunge la Lancia. Le descrivo che sente tra le mani un enorme potere che potrebbe avere difficoltà a controllare. Ma lei decide comunque di usarla per annientare il mostro prima che divori il compagno.
Qui i dadi girano in parte bene e in parte male: dalla Lancia si sprigiona un’ondata di magia che dissolve il serpentone in una nube di fumo, ma al contempo sotto i piedi di Urals si apre una voragine, e la povera maga ne viene inghiottita, andando incontro a una triste fine. Resta solo la Lancia, che ricade sul pavimento.
Dettagli meccanici
In questo sistema la Lancia può scatenare magie di qualsiasi focus, sui locus Body / Mind / Spirit / Solid / Illusion, con ben 5 casting dice. Però è richiesto un test (Hard su Mind o Average su Sacred) per dimostrarsi “degni”, altrimenti la stessa magia viene rivoltata anche contro l’utilizzatore, in una sorta di contrappasso. Urals voleva chiaramente un Destroy Body della massima potenza, e lo ha avuto, sufficiente a uccidere il serpente che pure era molto robusto. Ma ha fallito il test per dimostrarsi “degna” e si è beccata un poderoso Destroy Body anche lei, finendo uccisa.
Giulius, sconvolto, raccoglie la Lancia e la riporta alla cattedrale.
L’ora delle scelte morali
Alla cattedrale sono arrivati il conte Raimondo con i suoi guerrieri, e il Vescovo Ademaro. Pietro e i suoi seguaci li hanno accolti esultando. Guillelme ha assistito alla scena.
La ricomparsa di Giulius con la Lancia suscita enorme entusiasmo. Subito Pietro insiste che l’artefatto sia consegnato a Raimondo, che è “destinato dal cielo” ad averlo.
Descrivo una reazione di malcelata diffidenza da parte di Ademaro. Giulius, che è un inviato pontificio, tende a parteggiare per lui, ma sembra preoccupato per qualcosa. Guillelme vacilla tra la sua fedeltà a Raimondo e qualche brutto presentimento che, lo vedo, sta rodendo un po’ il giocatore.
I due PG insistono per avere un colloquio privato con Ademaro e Raimondo, in una saletta appartata della cattedrale. Gli viene concesso.
C’è una discussione sulla destinazione d’uso, diciamo così, della Lancia.
Raimondo non fa mistero di volerla usare per la Guerra Santa (almeno, questo è quello che dice: in realtà è interessato soprattutto al potere personale).
Ademaro vorrebbe invece che fosse messa al sicuro a Roma, e studiata.
Giulius addirittura pensa che debba essere distrutta: è rimasto scioccato da quello che è successo ad Urals e non vuole che accada di nuovo.
Guillelme vacilla sempre di più.
È una discussione molto bella, breve ma intensa. Il giocatore di Karim freme per entrarci e non vedo perché negarglielo a priori: dopo un po’ lo faccio arrivare alla cattedrale, ma gli metto davanti l’ostacolo delle guardie che Raimondo ha messo fuori dalla saletta, con l’ordine di non far entrare nessuno. Karim riesce a superare un check per convincerle almeno ad annunciarlo, e i suoi compagni a quel punto garantiscono per lui.
Karim fa un po’ da ago della bilancia: avalla la cessione della Lancia a Raimondo, e a quel punto anche Guillelme si schiera così.
Lasciano la cattedrale da vincitori, benché malconci in vario modo.
Ma non è ancora finita.
Un ultimo spettacolare duello
Dico ai giocatori che per me la giocata può anche concludersi, ma il giocatore di Guillelme, visto che rimane un po’ di tempo, chiede di giocare ancora una scena.
Vuole recarsi all’alloggio di Raimondo e confrontarsi con lui.
Il nobile non può certo negargli udienza, vista la gratitudine che prova nei suoi riguardi.
Guillelme insiste che Raimondo giuri solennemente di usare la Lancia solo per servire e proteggere la Cristianità, e che lo giuri sulla Lancia stessa.
A quel punto Raimondo tentenna.
(Il giocatore ha avuto davvero una buona idea: il nobile, collezionista di artefatti magici, si rende conto che spergiurare sulla Lancia sarebbe un enorme rischio, e non se la sente di correrlo.)
Prende tempo: chiede prima di confessarsi, in modo da toccare la sacra Lancia in grazia di Dio. Guillelme accetta.
Intanto giochiamo una scena finale anche per gli altri due personaggi: loro si confrontano con quel volpone di Boemondo, che da un lato è soddisfatto per la conquista della cittadella, dall’altro è infastidito dalla popolarità che potrebbe acquistare Raimondo con il ritrovamento della Lancia.
Tra le righe, fa capire a Karim e Giulius che sarebbe molto lieto se eliminassero Raimondo. I due però si rifiutano.
Nell’altra locazione, Raimondo chiama le sue guardie fuori dalla porta, ma a quel punto, anziché ordinare (come aveva detto) che vadano a prendere il suo confessore, ordina che arrestino Guillelme.
Quest’ultimo sguaina la spada e fa un discorso molto efficace (corredato da un buon tiro) per smascherare la slealtà di Raimondo e indurre le guardie a non intromettersi, ottenendo un duello d’onore uno contro uno.
Il combattimento è molto difficile, ma il giocatore ha fortuna e riesce a stendere Raimondo, complice il fatto che entrambi erano senza armatura (l’armatura di Raimondo è magica, ma Guillelme si era presentato di notte, al momento di coricarsi).
Il conte crolla trafitto a morte.
Guillelme prende subito la Lancia e dichiara di usarla per curare il nobile, salvandogli la vita.
A differenza di Urals, si dimostra “degno”, e la sua richiesta viene esaudita senza effetti collaterali.
Raimondo si riprende, ma ha perso la faccia con i suoi uomini e ha visto la morte da vicino. Accetta di rinunciare alla Lancia.
Una fine poetica
A questo punto ho di nuovo un enorme buco nei miei appunti e me ne dispiaccio molto. Perché Guillelme, forse anche lui conquistato dai poteri della Lancia, non si è fermato lì e ha fatto un ulteriore passo che ha portato anche lui verso la fine.
Penso (ma non sono sicuro) che abbia tentato di usare la Lancia per creare un presagio celeste, una visione nel cielo notturno che ispirasse in qualche modo le forze cristiane della città, o qualcosa del genere. Dev’essere stato un effetto di tipo Illusion.
Perché l’unico appunto che ho è che è andato male: non solo ha fallito, stavolta, il tiro per dimostrarsi “degno”, ma ha avuto una terna (tre risultati uguali) nel tiro dei casting dice per l’effetto. Cosa che ha scatenato un doom, un effetto collaterale magico: una regola che non era ancora saltata fuori.
Tiriamo sulla tabella dei doom di Illusion e il risultato è che Guillelme diventa permanentemente un’illusione: non ha più un corpo fisico, non può interagire e non può neppure emettere suoni. E, per sovrappiù, in conseguenza del fallimento del tiro speciale per la Lancia, decido che il suo fato sarà davvero crudele: non potrà nemmeno essere visto. È condannato a essere uno spirito errante, che vaga per il mondo senza che nessuno possa vederlo, toccarlo o sentirlo, per il resto dei suoi giorni.
E questo mentre, d’altra parte, il prodigio che aveva chiesto comunque si compie. Boemondo ritroverà la Lancia e sfrutterà lo stato d’animo dei Crociati, galvanizzati dalla visione, per spezzare l’assedio di Antiochia mantenendo il controllo della città.
Quando posso aggiungerò due note finali sulle meccaniche.