Può davvero chiunque essere un detective?

Riprendo il resoconto della mia sessione di inquest dal diario dell’Happening, l’evento di Adept Play a cui ho partecipato, che sto facendo sul mio canale telegram.

Questa è stata la seconda sessione di Inquest che sono riuscito a giocare all’Happening, stavolta con Ron, Bea, Kristoffer e Yaroslav.

Ho estratto dal cappello che doveva esserci un omicidio su un treno nel mezzo del nulla, e ho pensato: conosco un posto nel mezzo del nulla, si trova nel paese dove vivo. Quindi, in un treno per la Lapponia si svolge l’omicidio (accidentale) di un fotografo per nascondere le prove di collusione tra una rappresentante sindacale e il proprietario di una miniera d’uranio.

Da un punto di vista la sessione ha sottolineato uno dei punti di forza che so ha Inquest. Chiunque davvero può essere un protagonista valido di Inquest. Mi ritrovo regolarmente a giocare con bande sgangherate di personaggi che non dovrebbero mai investigare un caso nella vita reale, ma che per licenza narrativa lo fanno. Davvero si può spingere il “genere” del giallo fuori dai suoi confini e giocare qualcosa che è completamente fuori dal seminato. Avevamo un capotreno in pensione, uno studente annoiato, un turista americano ignorante, e una figlia di papà amante della moda. E l’unico vero detective era un PNG con i suoi segreti e obiettivi nascosti :).

Dall’altro per me è stata una sessione difficile, non tanto per mancanze del gioco ma per mie mancanze; nella fase finale non ho agito al meglio “smarmellando” la gestione del conflitto e facendo un po’ di riscrittura e soverchiando le autorità degli altri. La ragione? Una cattiva abitudine dovuta dalla necessità di “aiutare” le persone nelle situazioni concitate, giocando per loro. Ne avevo già parlato sulla Locanda. In qualunque altro contesto, sarebbe filata liscia, ma qui me l’hanno fatto notare e ho dovuto correggere il tiro. Ne rifletto che ho ancora bisogno di migliorare come giocatore, che non sono ancora il miglior giocatore possibile del mio stesso gioco.

P.S. il personaggio di Ron, l’americano ignorante, ha scritto “Il mio amico è morto per via dell’uranio comunista” sul retro della scheda nel diario dei casi. Ha contribuito tantissimo alla risoluzione del mistero, ma senza capirci niente egli stesso. Spettacolare.

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Sono molto interessato a capire come questo sia accaduto. Puoi fornire maggiori dettagli? Il bello dell’hobby è vedere come le storie non si conformano al genere di partenza e alle relative aspettative che deriviamo da altri medium.

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