Polaris è difficile?

Polaris non è un gioco semplice. Polaris per me è un gioco complesso, ma non difficile. Ogni cosa complessa può essere spiegata e capita, dato il giusto tempo e attenzione.

Oggi ho giocato a Polaris con 2 amici, entrambi novizi del gioco di ruolo, IRL. Ho spiegato le basi in 5 minuti, abbiamo fatto le schede in un quarto d’ora circa e, dopo una decina di minuti passati sul sistema di risoluzione e progressione, abbiamo iniziato a giocare.
Sono bastati due turni perché capissero come funzionava. Un’ora e mezza dopo avevamo completato 2 giri e ci siamo salutati, con un sorriso stampato sul viso.

Io, giocando online, ci ho messo diverse sessioni per imparare a giocare a Polaris. Ammetto, per me non è stato facile. Oggi ho percepito distintamente quanto possa essere impattante la barriera creata dallo schermo, questa distanza invisibile che ci separa dalle altre persone… e separandoci da esse ci separa dal gioco, tendendo a renderlo fumoso.
Dal vivo ho visto i sorrisi, le smorfie, lo stupore, ho sentito le risate, le sottili inflessioni della voce, le esclamazioni accalorate. Ho percepito dagli sguardi quando qualcosa non era chiaro, quando una scena diventava intrigante, quando l’errore stava per dare il peggio di sé… e la voglia di ascoltare ed essere ascoltati.

Non abbiamo giocato a Polaris in maniera ottima. Abbiamo fatto il possibile, correggendo via a via gli sbagli che notavamo. Come inquadrare le scene in maniera efficace, come gestire chi ha autorità su cosa… Eppure ci siamo divertiti, eppure questa sessione, per quanto rapida, per quanto improvvisata, è stata una bella sessione.

La complessità di un gioco non impedisce di giocare comunque in maniera efficace. E questo è valido per tutti i giochi: l’attività del giocare non dipende dal gioco stesso quanto dalle intenzioni di tutti i partecipanti. E con ciò non sto dicendo che il gioco non sia importante, tutt’altro. Il nostro giocare avrebbe giovato da una più completa comprensione del setting e delle regole? Probabilmente sì. Ma ciò non vuol dire che da quello ne dipende la riuscita della sessione. Essere eccessivamente pignoli e rigorosi la prima volta che si gioca può far dimenticare che l’importante, dopotutto, rimane sempre giocare.
Giocare con persone che sono lì per divertirsi, impegnandosi in un’attività con la serietà e l’impegno che merita, ma non dimenticandoci di guardarci negli occhi.

7 apprezzamenti

Ciao Alex, è un bellissimo post e secondo me hai centrato un punto fondamentale dell’attività che discutiamo e celebriamo in questo forum.

Non è un’attività fragile. Non si rompe al minimo errore.

Come giocatori di ruolo ci mettiamo spesso questa ansia di dover controllare le condizioni di gioco, o come ansia di prestazione, o come ansia rispetto a “oddio che succede se gli altri sbagliano” “che succede se non seguiamo le regole esattamente”.

In realtà, in presenza di persone che vogliono fare questo e non altro, l’attività gioco di ruolo a livello basilare è semplice da intavolare, e anche se fate degli errori o non fate tutto giusto, l’avrete fatto e va bene così.

L’abilità viene dopo, quando cominci a chiederti perché lo fai, e se vale la pena giocare questa cosa qui. Ma la barriera d’ingresso è poco più di volerlo fare onestamente.

Il gioco si rompe facilmente non quando sbagli le regole, ma quando giochi con persone che non sono lì per fare quello: magari sono lì per recitare, per dimostrare il proprio gioco, per fare il teatrino, per magnificare il proprio status, per “provare” un gioco per dire di averlo fatto, et cetera …

Non c’è bisogno di avere ansia. Solo giocare con persone che davvero vogliono.

È quello che cercavo di spiegare nel workshop “giocare e industria” al quale hai partecipato (la cui registrazione spero di pubblicare a breve). Quando giochi con le persone giuste, è un’attività incredibilmente resiliente.

La domanda che dovresti porti non è “Polaris è difficile?” ma “Giocare di ruolo è difficile?”. E la risposta è, inequivocabilmente, no.

4 apprezzamenti

Grazie per la bella risposta, condivido su tutto.
Si chiaramente sono partito da Polaris per poi espandermi :+1: .

1 apprezzamento

Piccola digressione, perché volevo principalmente rispondere ad Alex. Mi è successo anche domenica sera: abbiamo giocato a Blood Red Blossoms con una situazione particolarmente spinosa dal punto di vista morale, ci sono stati momenti che mi hanno lasciato un po’ perplesso sull’effettiva opportunità di ricorrere ai dadi rispetto a dare più gratuitamente le informazioni, ci siamo più volte abbandonati a battute di infima levatura che spezzettavano il gioco facendoci ridere come scemi… eppure ha tutto funzionato e ce ne siamo andati soddisfatti.


Polaris secondo me è un po’ sfuggente. Uno crede di averlo afferrato, ma poi gioca un’altra scena e non ne è più così convinto. Uno crede di averlo afferrato, ma poi parla con gli altri di come andrebbe domato e ciascuno ha la sua ricetta. Non si può veramente sbagliare a giocare a Polaris se si tiene la mente aperta. Polaris è una nebbiolina gelida che ti avvolge e cambia forma intanto che ti ci muovi dentro. È normale continuare a riassestarsi.

Sono un po’ invidioso, perché a Polaris ho giocato soltanto online. Dovrò cercare altri tre comodi per giocare di persona :wink:.

3 apprezzamenti

Mi sembra un’ottima indicazione che non è un gioco a imbuto :slight_smile:
Le persone che lo giocano contano considerevolmente, anche nella sua implementazione.

1 apprezzamento