Mi piace giocare con persone oneste

Ieri ho giocato a Shadow and Fae 2e con un gruppo di amici di vecchia data, con i quali sto giocando una campagna hexcrawl (il bellissimo The Northern Tier).

La sessione mi è piaciuta un sacco e credo abbia evidenziato uno dei punti che rende questa campagna per me così piacevole: l’onestà.
I giocatori hanno trovato la tomba di una divinità morta e ci sono voluti entrare, ma a quel punto ho messo in pausa un secondo il gioco per evidenziare che, giocando ad un gioco OSR, il bilanciamento non è dovuto e, ragionevolmente, quel dungeon poteva contenere mostracci di livello ben superiore al loro… ma le mie preoccupazioni erano inutili, sapevano a cosa andavano incontro e si sono preparati adeguatamente, adattando il loro modus operandi per evitare scontri diretti.

La sessione è finita con un guerriero di secondo livello che impugnava un martello +3 di una divinità. Sono genuinamente curioso di scoprire quali potrebbero essere le conseguenze (sicuramente può attirare attenzioni pericolose!).

Chiaramente questo è solo un piccolo esempio, ma mette in luce l’importanza di una comunicazione chiara al fine di accentuare l’agency dei giocatori, e non solo: quando tutti al tavolo sono onesti, la conversazione (che è la colonna portante sulla quale si basa il giocare) non può che elevarsi positivamente. Quando manca l’onestà, la comunicazione non può che soffrirne. Giocare onestamente credo sia senza dubbio uno dei presupposti per giocare nella maniera che preferisco. Una volta che la posta in gioco e la situazione iniziale sono chiare, si può veramente iniziare a giocare.

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Che significa “onestà” in questo contesto?

Perchè mi sembra evidente che non si tratti del non mentire/non giocare barando perché a quel punto il problema non è il gioco ma i rapporti sociali tra le persone.

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Non sono sicuro di essere in grado di risponderti adeguatamente, però credo che il “non mentire/non barare” siano sicuramente una parte dell’onestà per come la intendo.

Credo sia un approccio complessivo che adotti quando ti siedi al tavolo, che tocca tanto il tuo giocare quanto i rapporti con le altre persone che giocano con te, entrambi importanti e strettamente legati. Non sono ancora in grado di definire in maniera precisa cosa intendo, ma credo che chiunque abbia giocato con questo spirito possa capire di cosa parlo; o, forse, è più una realizzazione che si manifesta quando si gioca in maniera “diversa” rispetto a come si giocava prima.

In tempi relativamente recenti non ho mai giocato “barando”, però sento di non aver giocato sempre in maniera onesta: con quella trasparenza che abbatte il muro fra lo schermo del master e i giocatori (non a caso ho smesso, forse simbolicamente, di usarlo). E, piccola nota, con “onestà” non intendo dire che non ci possono essere misteri o segreti, ma anch’essi sono gestiti con onestà e chiarezza.

Spesso (in altri circoli), si ha la sensazione che il master venga posto su di un trono, su una piattaforma sopraelevata, su di un palcoscenico… e credo sia proprio per questo che tale ruolo è tanto amato da alcuni, quanto temuto da altri. E in questa gerarchizzazione dei ruoli al tavolo è per me legata a doppio filo alla questione dell’Onestà: dove vi è una chiara differenza gerarchica, si instaura una condizione di non piena fiducia, un filtro, una barriera che impedisce di giocare fra pari. La sensazione che sto provando in questa campagna è quella di stare giocando con, fra e all’interno di un gruppo di amici. Non diamo per scontato questa cosa.

Elucubrazioni finite :stuck_out_tongue: !

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Provo a parafrasare cosa intendi qui.

Giocare “onestamente” include anche il non barare e non manipolare le persone al tavolo. Soprattutto però giocare il personaggio scegliendo per lei o lui senza essere condizionati dal voler impressionare gli altri in modo teatrale o innescare un certo tipo di reazione.

Nel caso dei giochi ispirati dalla vecchia scuola. lo declinerei come giocare con grande spirito di curiosità e facendo scelte coerenti con lo spirito legato al problem solving e all’esplorazione.

Assolutamente, dici bene! Ritengo comunque che sia un approccio più complesso, ma la base che identifichi nell’assenza di voler a tutti i costi impressionare gli altri è veramente focale.

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Concordo. Io l’ho percepito per la prima volta lucidamente giocando a Fantasy World tempo fa. C’era un giocatore che voleva stupire me e gli altri giocatori con le sue giocate, a tal punto che si infastidiva ogni volta che bisogna fare chiarezza e in generale essere limpidi all’interno di una scena. Temeva che in questo modo: 1) qualcuno di noi avrebbe provato a fregarlo; 2) la chiarezza avrebbe tolto tutto il divertimento e la sorpresa.

Alla fine c’è stata una scena durante la quale voleva buttarsi tra le fauci di un titano (al quale la compagnia stava consegnando un antico mago risvegliato, da tenere prigioniero nelle viscere del gigante) e avevamo bisogno di stabilire con chiarezza il suo obiettivo per capire se si stava innescando una qualche Mossa. Ha pensato volessi defraudarlo della sua trovata o pianificare una contro-mossa nei suoi confronti per mantenere il controllo e abbiamo praticamente litigato. Alla fine ci siamo confrontati in maniera più pacata la sessione successiva e poi ciascuno per la sua strada.

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Ciao @Xeno . Quello che hai detto è molto bello e sono contento che tu l’abbia scritto.

Dato che abbiamo anche avuto una conversazione in privato a riguardo, vorrei provare a estrarre uno degli elementi di quello che intendi con “onesto” che penso non sia emerso in questo thread, a parte forse un pochino dell’ultimo messaggio di @Viandante. Mi interessa questo elemento perché è qualcosa di davvero spesso trascurato nella conversazione sul GDR, e sono rimasto colpito che tu l’abbia sollevato. Poi dimmi tu, Alex, se ho male interpretato.

Fondamentalmente credo sia la differenza tra:

  • Giocare ciascuno per sé o giocare una situazione insieme
  • Interpretare la lettera delle parole invece che voler dare impatto a quello che una persona intende

Le due cose sono intrinsecamente correlate.

Ricordo di aver giocato una volta con un giocatore che non partecipa più a questo forum, e che io mi ritrovassi a balbettare la risposta del mio personaggio al suo. E lui lo prese come un appiglio per far sì che il suo personaggio prendesse in giro il mio perché balbettava. Sorvoliamo il fatto che c’è anche la sottointesa presa in giro di lui verso di me—la cosa importante è che io non ho mai inteso che il mio personaggio balbettasse, né avevamo prestabilito che il mio personaggio fosse balbuziente.

Ecco, questo mi sembra l’opposto di quello che hai descritto come giocare onestamente. Cioè, quando faccio una dichiarazione autorevole, ovvero che introduce qualcosa nella finzione narrativa, l’onestà sta nel fatto che tu ascolti in una maniera in cui ti importa sapere cosa intendevo comunicare, e quindi è quello che vale e non quello che interpreti tu, come vuoi tu. E che quindi fai anche domande per chiarire cosa intendessi.

Lo riporto alla tua sessione e all’idea che il dungeon fosse pericoloso.

Ciascuna situazione ha:

  • A) elementi fissi
  • B) elementi potenzialmente cambiabili
  • C) elementi in bilico, che cambieranno di sicuro

(Ne servono di tutti e tre per essere una situazione giocabile)

In un altro gioco, in un altro contesto con altre persone, la sopravvivenza dei personaggi sarebbe stata nella categoria (A) o (B). In questo contesto ti premeva assicurarti che fosse chiaro che entrando nel dungeon essa entrava a far parte fermamente della categoria (B), potenzialmente (C), ma sicuramente non (A).

Un’incomprensione su ciò indica che fondamentalmente esistono due situazioni diverse in competizione al tavolo, che possono anche avere la stessa descrizione o descrizioni simili, ma per quanto riguarda “le pedine sul tabellone”, per fare il paragone con un gioco da tavola, sono completamente diverse.

Fondamentalmente volevi assicurarti che steste giocando la stessa situazione. E in secondo luogo volevi assicurarti che il giocatore intendesse fare quello che ha detto. Cioè, se il giocatore avrebbe avuto delle conseguenze negative facendo quella scelta non solo sarebbe stato ingiusto per lui, ma sarebbe stato insoddisfacente per te, perché non avresti visto lo svolgersi naturale di quella situazione, ma semplicemente il risultato di due persone che non stanno giocando insieme che vanno a cozzare. Al meglio confusione, e al peggio frustrazione.

E mi sembra giusto chiamare questo atteggiamento onestà.

Un’altra persona avrebbe detto “ah beh adesso gli insegno una lezione, così impareranno per la prossima volta” (come viene consigliato anche in alcuni testi storici). Sono contento che tu non l’abbia fatto.

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Ottima aggiunta!

Essere genuinamente interessati a comprendere cosa gli altri stanno dicendo e intendendo è un’ottima espressione di gioco onesto. Quando è chiara a tutti la situazione e le intenzioni, allora si può veramente giocare onestamente.

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