Buondì, ieri sera ho condotto con discreto successo (decretato dai feedback principalmente positivi degli altri giocatori) la terza sessione di questa campagna a DW. Mi è stato fatto un appunto da un giocatore. Durante la sessione io tendo a spiegare in maniera molto precisa le minacce. Questo perché come giocatore patisco il fallimento causato da informazioni incomplete, o da una percezione sbagliata del pericolo.
Esempio: il rodomonte è in un faccia a faccia con un suo vecchio nemico, che gli si ripresenta ora come fantasma. Apparentemente il pg non ha possibilità di batterlo a causa dell’essere incorporeo dell’avversario, così prende tempo, perculandolo e bleffando (si scrive così?), e allora via di tirì su parlè e rischiare il pericolo su carisma/intelligenza.
“Provo a convincerlo che conosco il suo punto debole, e che è spacciato” e descrive come fa in discorso diretto.
Io “ok, tira su sfidare il pericolo su int, puoi riuscire a prendere tempo, ma il rischio di essere scoperto è alto”
…8-successo parziale:
“bene lo spettro si blocca, teme che tu possa avere davvero qualcosa, e ti chiede di più su questo fantomatico punto debole. Attenzione, presto o tardi ti costringerà a scoprire le carte, e se non sarai convincente non sarai in una bella situazione” (con allegato discorso diretto).
Ecco, quella parte in corsivo, a un mio giocatore proprio non va giù. Eppure secondo me è necessario, il pg deve sapere che pericolosa sta correndo per agire di conseguenza no? Ed inoltre è una mossa morbida. Poi il giocatore in questione riconosce l’utilità di questo tipo di precisazioni, infatti nell’unica occasione in cui non ho pensato di farla i pg hanno agito in maniera strana per la situazione, e a posteriori abbiamo capito che l’errore era in una mancata comunicazione del pericolo.
Sto sbagliando io qualcosa? Devo essere meno esplicito? C’è un modo alternativo per gestire questa situazione?