Ok, @Mauro , penso di avere abbastanza informazioni. Ti dico cosa vedo io in quello che scrivi, poi riflettici tu e vedi se ti ci trovi. Non ti diagnostico a distanza, però mi permetto di farti notare le mie impressioni e lascio a te la decisione se integrare quello che dico o no.
Penso che il problema fondamentale qui non siano le “meccaniche”. È chiaro che puoi avere tante meccaniche esplicitamente espresse nel testo di gioco, o puoi non averne alcuna. E diverse meccaniche avranno effetti diversi, questo è innegabile.
Il problema che vedo è che mi sembra che tu voglia inserire una quantificazione di questi livelli di misurazione dell’efficacia dei personaggi fondamentalmente come un tentativo di dargli l’impatto che secondo te meritano.
Purtroppo, non è così, cioè, meccanizzare o quantificare una cosa non può sopperire alla mancanza di impatto. È solo un palliativo. Siamo noi come persone che diamo impatto alle cose. Gli diamo impatto perché le facciamo figurare nelle altre cose che facciamo. Se qualcuno dice “Vitruvius è un Gran Maestro dell’Ordine del Bambù” tu lo fai valere, gli dai impatto, rappresentando le sue conseguenze nei tuoi contributi.
Il tuo problema si può risolvere semplicemente dando impatto e importanza a quello che avete detto, tutti quanti, prima—il che non vuol dire che non dovresti quantificarlo se vuoi, ma non dovresti introdurre regole per ovviare a quello che è uno scompenso fondamentale dell’attività di gioco che sarà presente in ogni caso. Puoi rigirarti tutte le regole che vuoi, ma se hai questo problema avrai sempre questo problema, si presenterà soltanto in forme diverse.
Cosa intendo con dare impatto? Ne avevamo parlato in questo podcast.
So che ci vuole un po’, ma per piacere ascolta o leggi e fammi sapere se ti passa il concetto. E potrebbe essere che hai bisogno di della pratica per assorbirlo.
Ora, ti ricordi quando abbiamo giocato brevemente ad Apocalypse World? Al tempo non avevo capito esattamente che problema avessi, perché fondamentalmente avevamo seguito le regole con correttezza, ma non mi ero trovato per niente con quello che stavi facendo. Adesso dopo aver sia imparato io di più a riconoscere questo problema riesco un pochino a capire cosa stesse succedendo.
Fondamentalmente quello che stavi facendo è che hai descritto il tuo personaggio facesse tante azioni pazzerelle, ma non stavi effettivamente commentando e rispondendo a quello che io e l’altro giocatore stavamo facendo. Semplicemente hai posizionato il tuo personaggio per la massima efficacia. Giocavi il tuo gioco mentre noi giocavamo insieme tra noi. Non ascoltavi attivamente, non davi impatto. Come se fosse il lavoro del sistema di gioco farlo, o del GM.
È molto comune nello scompenso del binomio ascoltare/dare impatto (sia nel ricevere che nel dare) che ci si concentri sull’efficacia del personaggio come compensazione. Ma se ti dicessi che come giocatore puoi avere un grandissimo impatto sugli altri al tavolo, anche se il tuo personaggio non è potente o efficace? Anche se sei fuori scena completamente? Ti invito a riflettere, e ti inviterei anche a riflettere se questa tua ricerca di regole non sia dovuta a un problema più profondo.
È facile concentrarsi sulle regole testuali perché sono lì, davanti a noi, facili da modificare. Ma ci sono altri cambiamenti che possiamo fare: al nostro approccio, al modo in cui realizziamo il gioco al tavolo. Dopodiché, se pensi di aver affrontato il problema, tornerei a pensare alle meccaniche e a come cambiarle.
Ok, ho finito il megapost. Spero che da qualche parte qua tu possa trovare qualcosa di utile.