la questione è tutta a partire da qui: Condizione 1. Il gioco presenta ruoli dei partecipanti simili a quello che qualcuno può aspettarsi a partire dalla pop-culture che circonda i GDR.
Non significa che debba esserci un ruolo asimmetrico del GM e dei giocatori, ma più del fatto che i giocatori abbiano un personaggio a testa e vi interagiscano principalmente dal suo punto di vista.
io credo che L. NON rispecchi il punto 1.
intanto i ruoli sono a rotazione e questo già da solo basta secondo me a escluderlo dalla lista, inoltre c’è l’Osservatore, che ha una funzione molto poco pop-culture.
il mono-personaggio poi ti porta a interpretare qualcuno con grossi spunti e deviazioni dati dall’interazione con gli altri due giocatori.
il ruolo del Narratore affronta in maniera molto diversa dalla pop-culture il mondo, presentando storia e orrori, autorità che però condivide di volta in volta con avvenimenti gestiti da altri.
il Testimone si ritrova a fare pensieri e soliloqui che in altri giochi sono tendenzialmente mal visti.
credo che Lovecraftesque sia un gioco decisamente NON pop-culture, questo non incide sulla sua bellezza o giocabilità ma se si cerca qualcosa che navighi in quelle acque, magari con qualche particolarità ma in qualche modo riconducibile a quel genere, questo NON sia quel gioco.
Stavo por rispondere nel thread “giochi per principianti”, ripropongo qui ciò che stavo per dire.
Sono d’accordo anche io. Ho letto lovecraftesque e sono stato facilitatore dell’unica partita che ho giocato. Chiarissimo come manuale, è quasi una to-do-list (questo semplifica molto il lavoro ad eventuali “novizi”).
Per contro, sottoscrivo tutto quello che ha detto @Osiride.
Inoltre aggiungo che introduce come requisito (secondo me abbastanza restrittivo) il fatto di conoscere già Lovecraft. Il manuale contiene quasi un saggio breve sulla narrativa di h.p, ma è composto da molti (non tutti ma molti) riferimenti e considerazioni che acquisiscono valore e utilità per il gioco proporzionalmente alla conoscenza pregressa dei giocatori (tutti) sull’argomento.
In estrema sintesi secondo me occorrono conoscenze pregresse per fruire al meglio del gioco e per goderne appieno.
Sì ok mi avete convinto.
Se intendiamo come pop-culture che circonda i GDR, il fatto che esista un GM e gli altri giocatori interpretano solo un pg, decade la mia idea.
Io l’avevo intesa in un senso più ampio ovvero che ci fossero GM e PG.
In Lov. ci sono, ma semplicemente ruotano di turno in turno.
Però a legandomi al post di Ranocchio…ma se è un gioco per principianti, perchè legarsi ad idee di gioco tradizionali? in questo caso non c’è una forma mentale già piegata e settata. In un foglio bianco puoi disegnarci quel che vuoi…
Ora lo scrivo di la.
Spero di non andare fuori tema, ma non concordo su questa affermazione:
Fa parte del giocare di ruolo esplicitare le azioni, le intenzioni e le idee del tuo personaggio. Più info dai al tavolo, più fai capire agli quello che è nel tuo mondo immaginato, meglio verrà la giocata corale. Tenere i segreti ai giocatori (non ai PG), se esplicitamente non viene indicato dal manuale, è sempre un male.
Inoltre, non serve aver letto nulla di Lovecraft per giocare a Lovecraftesque. Il manuale ti da tutti i riferimenti che ti servono per giocare. E’ anche ricchissimo di casi/scenari pre-fatti con spunti ed indizi.
Tu credi davvero che tutti quelli che l’hanno giocato abbiano letto i suoi libri? Saremo fortunati se al massimo avranno giocato al Richiamo di Cthulhu o al boardgame.
Ok ammetto di non essere troppo sicuro di quello che ho detto. Mi spiego, io ho letto (ed apprezzato) qualcosa, senza essere davvero appassionato. Leggendo il manuale mi sono convinto che fosse necessario per due ragioni:
proporre scene (ed orrori) coerenti con quello che tutti si aspettano altrimenti quel giochino del saltare alle conclusioni, facendo convergere le ipotesi e gli indizi, non funziona o a qualcuno potrebbe stonare;
interessarsi al gioco: non credevo che potesse venir voglia di giocare a LovecrafTesque senza aver apprezzato i racconti di Lovecraft (e quindi essere a proprio agio col gioco).
Insomma mi fa strano almeno quanto mi farebbe strano sapere di qualcuno che gioca D&D, ma libri, film o narrativa fantasy in generale gli sono completamente estranei.