Salve gente. Mi va di inserire anche qua le cinque classi a tema Giapponese che ho scritto per Dungeon World. Sono state già giocate e playtestate a lungo, ma se mai le usaste e vi andasse di scrivere qua dei commenti o delle critiche, sarei felicissimo.
Sono classi puramente giapponesi come ispirazione, quindi non aspettatevi un mix orientale a caso. Tutte le armi e le armature hanno i loro nomi giapponesi classici. La parte delle razze è stata sostituita dalle origini, perché nella mia idea non dovrebbero esistere razze diverse nel mondo di gioco (a parte gli spiriti o i mezzo spiriti), ma nessuno vi vieta di dire, se serve o vi piace, che il vostro Ninja è un elfo o cose così. La parte dell’allineamento è diventata invece “la via che segui”, ma funziona allo stesso modo, ovviamente.
Ah, sì, i disegni sono tutti opera mia.
L’ONMYOJI
Connessioni. Le senti, tutte intorno a te. Il mondo pullula di presenze, spiriti che abitano ogni più piccolo angolo della creazione. Alcuni sono amichevoli e servili; altri spaventosi, crudeli. Affamati. E tu… tu puoi dominarli.
Forse era scritto nel tuo destino, forse nel tuo sangue; sei il perno che connette questo mondo a qualcos’altro, qualcosa di più vasto, profondo e imperscrutabile. Chiudi gli occhi e visioni di un passato nascosto e di un futuro ancora in divenire ti sussurrano segreti, mentre esseri di una potenza spaventosa si inchinano ai tuoi piedi chiamandoti signore. Questi spiriti possono essere servi, compagni, mostri da esorcizzare e ricacciare nelle tenebre. Sei il perno che li unisce e li domina, perché è quello il tuo potere: connessioni.
Connetti tutti i mondi, maestro degli spiriti, e siane il padrone.
IL RONIN
Hai contato i tuoi passi?
Ti hanno portato lontano. I tuoi sandali logori hanno solcato luoghi che nessuno oserebbe varcare; col tuo stile hai sconfitto avversari il cui solo nome farebbe congelare il sangue nelle vene. Segui la corrente che si gonfia; sei quell’onda impetuosa che si abbatte sulla riva e spezza ogni argine.
Ogni ostacolo, ogni sfida, non sono che tappe di un viaggio senza fine. Solo tu, la strada, le tue abilità. Nessun padrone. Forse c’era un’altra vita prima: casa, famiglia, un signore, ma non più. Ora è la sfida l’unico padrone che servi.
Il brivido della lotta, la gloria di rialzarti in piedi tra sangue e acciaio spezzato. Gli altri combattono per vivere, ma tu… tu vivi per combattere.
Quando i tuoi compagni non saranno che polvere, il tuo nome vibrerà ancora nelle leggende. In ogni spada spezzata, in ogni livido e sudore, in ogni campo di battaglia.
Conta i tuoi passi, guerriero. Sono già leggenda.
IL NINJA
Del Ninja esiste una nuova versione di molto migliorata. Vi consiglio di utilizzare quella.
Link alla vecchia scheda
Nuova versione non impaginata
Ombre. Sono tue amiche.
Sin da piccolo sei stato addestrato per far parte di qualcosa di più grande. Mentre gli altri bambini giocavano tra loro, tu giocavi con l’oscurità. I tuoi balocchi erano lame, veleni e sotterfugi; i tuoi amici sudore, sangue e ombre. Un’arma cresciuta per uccidere.
Il tuo clan è diventato l’unica casa che conosci. Per esso hai fatto cose che toglierebbero il sonno a molti uomini e hai appreso tecniche proibite attraverso indicibili sacrifici. Temuto, evitato, solo. Ma lo sei davvero?
Guarda i tuoi compagni, mentre si riuniscono davanti al fuoco a cantare canzoni di guerra e a svuotare l’ultimo fiasco di saké. Non sono tuoi amici, forse non lo saranno mai. Ombre, sangue, paura: gli unici amici che ti servono. Sono la coperta che ti protegge e ti avvolge, la tua arma. La tua famiglia.
Sii la lama che dalle ombre colpirà i tuoi nemici. Le ombre, loro, non ti tradiranno mai.
LO YAMABUSHI
Tutto quello che sei è frutto di tre cose soltanto: un allenamento sfiancante, la tua santa disciplina e la solitudine.
Senti ancora l’acqua delle cascate infrangersi sulla tua schiena come mille sassi affilati; i pesi che quasi ti staccano gli arti, mentre corri su per i pendii impervi; il tuo stomaco implodere al tuo secondo mese di digiuno. E in tutto questo nessuna voce amica, nessun contatto. Solo tu. Da solo.
Ma poi lentamente hai scorto qualcosa. Il mondo è diventato più grande e allo stesso tempo più piccolo. Ogni centimetro di ciò che ti circonda ha iniziato a sussurrarti i suoi segreti. E così, da solo, nella meditazione, sei diventato padrone del tutto.
Ora sei in grado di fare cose che gli altri non comprendono. Ti chiamano stregone, santo, monaco o budda, troppo lontani dalla verità per notare la cosa più banale: sei il maestro disceso dalla montagna per insegnare loro cos’è la vera illuminazione.
IL SAMURAI
Sai cosa significa il termine “samurai”? Esso evoca suoni di battaglie, sangue, guerra e onore, ma c’è di più. Molti guerrieri lo hanno dimenticato, persi nella loro vuota ricerca di gloria, sordi alla verità. Ma tu no. Tu sai.
“Samurai” significa servire, votare anima e corpo a un ideale, la via del bushido che guida ogni più piccolo gesto. Sai a cosa mi riferisco, non è vero? La morte è il tuo supremo movente, il padrone che servi in questa vita. Se un samurai temesse la morte, o la scansasse, in quello stesso istante cesserebbe di essere un samurai. Ma tu sei puro.
Ti sei preparato tutta la vita alla morte, ella è la lama che brandisci con la forza di chi sa di essere nel giusto. Usala, guerriero, proteggi i tuoi compagni, trapassa i tuoi nemici, servi i tuoi padroni.
Perché, ricorda: il più saldo degli alberi è il ciliegio. Il più forte degli uomini è il samurai.