Langobardia Horribilis: confini dell'ambientazione

Ti ringrazio per la segnalazione, è una cosa che mi era stata già indicata come punto debole dell’ambientazione. Visto che è un tema che sta emergendo sempre più spesso, vorrei un attimo esplorare le alternative con voi, partendo comunque da delle necessità che ritengo (ad ora) fondamentali per mantenere la portata del gioco.

Ritengo che il gioco abbia bisogno che i Personaggi devono avere un motivo forte per rimanere nella penisola. Possiamo dire che il Muro sia nella sua natura semplicistica un confine duro, sperando che questo termine renda l’idea. Se abbandoniamo questa idea in favore di un confine morbido, per così dire, lo riscriverei partendo da questi punti:

  • L’influenza delle tenebre si è ad ora espansa solo in italia perché è inesorabile ma molto lenta. Le forze sovrannaturali ad essa correlata non sono perciò espanse altrove.
  • I grandi imperi sulle coste del bacino mediterraneo hanno imposto una “quarantena”, impedendo con leggi e forza militare chiunque sia sulla penisola di uscire senza subire conseguenze gravi. Inoltre, il Papa scomunica chiunque fugga dalla penisola.
  • L’inferno è visibile e tangibile in un contesto dove la religione sarebbe già un elemento portante della società: tutti quindi sanno cosa li aspetta se non riescono ad assicurarsi un posto nel regno dei cieli. Questo, insieme alla scomunica papale di cui ho parlato sopra, si legherebbe anche ad una regola che preveda una crescita del Personaggio allo status di “Martire” su cui stavo già lavorando.

È una cosa elaborata così su due piedi, per questo vi chiederei la cortesia di dirmi cosa ne pensate a caldo :slightly_smiling_face: .

EDIT:
Ringrazio @ranocchio per aver creato il nuovo topic.

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Ma guarda che non hai bisogno di nessun confine, morbido o duro.

Sono i Giocatori a dover voler giocare nei Regni Longobardi, non i personaggi.
Le motivazioni dei personaggi vengono dopo e si basano, come sempre dovrebbe essere, sulla loro situazione personale che incrocia la situazione del luogo e della comunità in cui si trovano.
E possono essere le più svariate ovviamente: un padre cerca la figlia scomparsa e non se ne va per quello. Un innamorato cerca di tornare dalla sua fidanzata a 50 km di distanza. Un uomo maturo è troppo legato alla sua fattoria e a quei luoghi per lasciarli. Un giovane prete vuole salvare quanto più gente possibile. Un fervente cavaliere vuole combattere il Male dove lo ha posto la Provvidenza. Una madre di famiglia cerca esattamente di andarsene…solo che da Perugia ai valichi alpini la cosa è lunga, lunga almeno 20 giocate e un’intera campagna. Un Capitano di uomini non ha più nulla da sperare dalla vita ed è troppo moralmente e umanamente stanco per tentare di andare altrove e fare altro che non sia quello che ha sempre fatto, combattere…uomini o demoni che siano. Un altro si ricorda delle parole di Nostro Signore: “… Quando vedrete l’abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti; chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prender qualcosa nella sua casa; chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello” e quindi scelga di stare dov’è o di salire sugli Appennini e sulle Alpi e da lì attendere la Seconda Venuta.
Qualcuno banalmente è convinto che il Papa vincerà, perchè “le Porte dell’Inferno non prevarranno” e rimane anche lui a combattere e sperare.
Qualcuno magari è interessato a capire, a studiare, a razionalizzare, troppo affascinato e incuriosito per andarsene. Qualcuno cerca potere. Qualcuno è sicuro della fine, della morte e della sconfitto, senza alcuna speranza e quindi si vuole godere gli ultimi anni e vivere tutto quello che voleva raggiungere nella sua vita. Qualcuno fa parte di Congreghe e Consacrati che combattono.

Puoi anche mettere che ai confini gli eserciti di altri poteri e nazioni impediscono a chiunque di passare ammazzando i fuggitivi come potenziali pericoli, ma no vedo perchè dovrebbero farlo, in un’epoca che non era di certo quella di Schengen e dei confini politici.

Insomma, non vedo differenza rispetto a ciò che concretamente può tenere legati i personaggi all’Italia della tua ambientazione rispetto a qualunque altro posto di qualunque altra ambientazione media.
D’altronde, se ci pensi, non è che un posto pieno di Draghi, Mind Flyers, Orchi, Mannari, Non morti, Giganti, Arpie, Golem, Parassiti degli Incubi, Troll etc etc etc sia un gran posto in cui vivere sereni e spensierati e dove costruirsi una famiglia tradizionale con il SUV da medio prezzo nel giardinetto sul retro e le vacanze a Rimini.
Ed è l’ambientazione “happy fantasy vanilla” di base del gdr più famoso del mondo.

Per non parlare dell’ambientazione di Warhammer.
E di 10000000000 di altri giochi.

Di conseguenza ribadisco: non hai bisogno di alcun “confine/muro” particolare (anche perchè ti precludi la possibilità di espandere mondo e pubblicazioni…).

Secondo me fai meglio a concentrarti sulle regole di creazione dei personaggi, scrivendole in modo che alimentino e suggeriscano in modo naturale delle Situazioni di partenza e di conseguenza che ti concentri su come il master deve costruire la Situazione di gioco e poi le singole scene.

Anzi, edito per esprimere una profonda convinzione: i manuali vanno scritti iniziando dalla parte del master, se il master è previsto.
Ormai è la prima parte che guardo e leggo quando prendo in mano un gioco. A volte l’unica per decidere se acquistare.
Come si costruisce il gioco concreto dipende più da questa parte che non dalle classi di personaggi che prevede il gioco. A proposito, per me le tue sono troppe.

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