Un prof delle medie di mio figlio conoscendo la mia passione e il mio Gruppo Ludico mi chiede di fare un laboratorio proprio sul GDR, e fin qui tutto bene. Ci lasciammo a novembre con “Ti farò sapere”. Poche sere fa mi manda un messaggio “scusaaaaaah non ti ho avvertito più! giovedì partiamo conto su di te!” ovverosia due giorni dopo.
Mi ritrovo a dover gestire come master 15 ragazzini dalla Prima alla Terza media. Due Prof, uno che giocava di ruolo anni fa, ed una sua collega con zero esperienza all’attivo, ma che conosco bene per esser stata ex prof di mio figlio (per altro fulgido esempio di come dovrebbero essere i prof, di quelli con la passione innata, bravissima). Due orette di tempo per 3/4 mesi per una volta a settimana. Tutto questo nel pomeriggio.
Vi faccio un piccolo resoconto, magari arricchendolo strada facendo. Partiamo dalla SESSIONE ZERO. Vincitori e Perdenti: parto dal primo sconfitto, il piano di rompere il “cerchio” (ovvero introdurre il GDR con qualcosa di diverso dal solito fantasy): fallito miseramente di fronte agli occhi delusi di una ragazzina che si era portata gli orecchi da elfa!! Abbiamo mediato su un Medioevo Italiano, e chissà che non ci siano gli elfi tra i boschi (scene di giubilo). Vincitore: Il GDR, e nello specifico FU (Freeform Universal). Ha conquistato tutti, i piu’ entusiasti i prof! Due ragazzi che erano venuti, “giusto per vedere” a fine sessione sono andati dal Prof per chiedere di cambiare laboratorio con quello di GDR.
Andiamo nel dettaglio. Ho fatto un’introduzione su quello che è il gioco di ruolo, ma molto veloce, soprattutto sulla storia del gioco di ruolo, ma assolutamente più semplice di Wikipedia. Anche perché, dato l’orario e dato la soglia d’attenzione, stare a sentire uno che ti racconta questa roba qua è palloso. Per cui ho sorvolato un po’, cercando di destare interesse con domande del tipo “cosa unisce i gdr e i Pokemon?" Tutte le antenne dei virgulti all’insù, e spiego come la Wotc crea Magic per poi acquisire TSR e bla bla.
Nel momento in cui siamo partiti, ho diviso i ragazzi in tre gruppi, da cinque, più o meno, con dentro i professori. Ho dato loro le schede di FU e abbiamo iniziato a compilare. Come dicevo prima, è stato deciso per un’ambientazione non propriamente fantasy ma storica durante il medioevo, all’incirca intorno al 1100.
Si è quindi proceduto alla creazione dei personaggi ed è stata un’idea vincente perché, hanno dato riprova di estrema fantasia e di entusiasmo. Usare elementi meramente descrittivi è stato utile sia per la semplicità intrinseca sia per “sciogliere il clima” tra i ragazzi stessi. Questa cosa devo dire l’ho riscontrata anche quando in passato ho portato al tavolo CAIRN.
Sottovalutavo molto l’effetto “rompighiaccio” in situazioni in cui ci sono estranei al tavolo o con poca familiarità o con poca conoscenza del GDR. E’ una fase per me ormai ineludibile! Inoltre come ampiamente provato durante le mie run in solitario, la creazione del PG crea il contesto, ti da il tempo di metabolizzare il mondo te lo presenta e lo rende vivido nella testa.
La cosa bella è che partendo dal medesimo mondo si stanno sviluppando intrecci e dinamiche diverse, staremo a vedere come si evolveranno.
Sempre mutuando la mia esperienza in SOLO vorrei proporre l’utilizzo di degli oracoli per far emergere la storia dal tavolo, così da poter alleggerire il carico di lavoro del Master, che ribadisco sono solo io.
Vedendomi all’opera nella creazione dei personaggi, mi hanno chiesto di seguire tutti i tavoli, per cui io passavo da un tavolo all’altro, dando spunti e suggerimenti, soprattutto per quanto riguardava il far emergere una storia da quelle che poi erano le caratteristiche che i ragazzi avevano scelto.
Nel farlo non ho imposto una mia idea: davo al massimo più opzioni o suggerimenti, per poi aspettare che loro tirassero fuori le proprie idee, devo dire anche sorprendenti.
Alla fine la sorpresa più grossa da parte dei ragazzi e dei professori è stata come effettivamente una storia possa prendere forma.
Questa cosa che sembra magica: quando in realtà tutto si incastra naturalmente, tutto emerge e viene fuori, è estremamente gratificante e sorprendente. Quindi sotto questo aspetto ho colto nel segno.
Volevo infine soffermarmi sul fatto che non fossero giocatori normali, ne per età, né per composizione, né per numero, né per contesto! Gruppo eterogeneo, questo laboratorio era formato da ragazzi della prima, della seconda e della terza media e pochi della medesima classe. Immaginate o ricordate, l’ambiente delle scuole medie. Doversi porre nei confronti del gruppo secondo in un contesto in cui c’è la paura di essere scherniti è un ostacolo non da poco.
Non è banale perché chiaramente è estremamente complicato dire “dai gioca un personaggio “perdente”. Oppure metti un aggettivo “grasso”. Non tutti se la sentono è normalissimo.
Inoltre c’erano anche altri tipi di problematiche: ragazzi arrivati da poco dall’estero. Ragazzi giunti dai centri di prima accoglienza; una ragazzina con delle difficoltà nello scrivere, ma estremamente brillante (una tra quelle che ha avuto le idee più forti, più dirompenti).
Quindi c’era l’aspetto di rapportarsi con tutta questa serie di problematiche preadolescenziali in un contesto di gruppo, in un luogo in cui loro potevano sentirsi tutt’altro che a loro agio. All’inizio ci è voluta “la nave rompighiaccio” e in questo la creazione del personaggio mi ha aiutato molto. Come anche la meccanica di doversi dare un difetto, sembra banale ma non lo è.
Però, ripeto, è stata una bellissima esperienza. Ora vediamo all’atto pratico come la storia si evolverà. Le regole sono semplici e credo che non ci saranno grossi problemi. Si andrà spediti. Vi terrò aggiornati se vi interessa.