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SIGNOR SULU, CI PORTI VIA DI QUA…
Volevo aggiornare il mio “diario di bordo”.
Cosa è andato storto. Alla fine è successo quello che ho cercato di evitare in tutti i modi, una ragazzina ha accusato il colpo con una crisi di pianto, ha parlato con la professoressa e ha detto “di non essere capita dal suo gruppo altri di essere marginalizzata etc. etc.
Tutto questo prima del laboratorio. Io ho saputo solo alla fine i motivi. Ma veniamo al perché.
Si è molto immedesimata nel suo personaggio, volutamente creato borderline rispetto ai canoni preadolescenziali. E già questo denota secondo me una maturità superiore alla media, riscontrata anche dai professori. Mentre gli altri hanno inteso questo voler essere “diversa” come un corpo estraneo. Il gruppo di fatto si è diviso, creando dei sottogruppi e trame diverse, chi da una parte che dall’altra, la sessione non era seguita da me direttamente perchè altrimenti avrei potuto intuire che sarebbe finita male, mentre la prof ha lasciato libertà totale di azione ai ragazzi ed ecco l’epilogo.
Ci siamo confrontati con i professori e mi hanno rassicurato che per loro è già stato un successo averla coinvolta nel laboratorio, date le sue criticità. Ha un pregresso che la rende particolarmente sensibile, non posso ovviamente specificare, vive una situazione pesante per cui me ne sono fatto una ragione, ma mi sento in colpa, sarò onesto e mi spiace. La volta dopo non era presente perchè assente. Spero continui il laboratorio perchè era una tra i migliori elementi.
Cosa è andato bene: Il gruppo di ragazzi più grandi e problematici è andato alla grande, hanno integrato anche due nuovi arrivi, più giovani e non hanno bullizzato nessuno. Non solo, le dinamiche in-game hanno creato dei legami fuori dal gioco del tutto inaspettati sia da parte mia sia da parte dei professori, rimasti oserei dire scioccati positivamente!
Il fatto di aiutarsi durante il gioco ha rotto quelle barriere di appartenenza che creano muri invalicabili, per età, nazionalità, classe (1/a o 2/c …). Ecco anche fuori dal gioco e fuori dal laboratorio si sono parlati tra loro! Miracolo!
Su tutti lo “spazio-mentale-condiviso” ha generato anche dei ricordi di appartenenza virtuali che sono diventati ricordi veri e li ha uniti. Ne parlano, ci ridono, scherzano di quanto accade durante le loro sessioni.
E’ una bellissima esperienza per me, non è facile per niente sono tanti ragazzi, ci sono sempre problemi esterni (l’ultima sessione l’ho fatta con certi musi lunghi, in attesa di andare dalla preside con i genitori per decidere la sospensione di 4 di 6 partecipanti) ma vedere che recepiscono e interagiscono tra loro mi rende felice.
In chiusura, abbiamo deciso con i professori di cambiare registro e regole, li vedevamo un pò distratti, sono pronti per qualcosa di più strutturato e diretto.
Abbiamo deciso di ripartire con una ambientazione tipo post-apocalittica in cui con nuovi gruppi, dovranno gestire dei sopravvissuti alla ricerca di risorse, nella loro scuola, semidistrutta e invasa da zombie e mostri mutanti vari. I professori prenderanno la piantina della scuola, poi creati i personaggi, dovranno andare in esplorazione della loro scuola nel 2xxx.
se hai modo di farglielo sapere secondo me una persona con una personalità così spiccata ne gioverebbe
ma non so come, è una cosa delicata con una classe in mezzo… magari in separata sede con un prof.?
CIao Invernomuto, sarei curioso di conoscere qualche esempio in dettaglio. Sono molto curioso.
I ragazzi hanno avuto problemi a fare i GM? Li hai dovuti aiutare in qualche modo o hanno preso immediatamente il via?
E’ esattamente quello che ho pensato e sperato. Con tutti quei ragazzi, e per fortuna ce ne sono molti, a cui è particolarmente piaciuto il laboratorio, vorrei dare appuntamento alle iniziative della nostra associazione.
Sto pensando con gli altri associati, dei pomeriggi ludici nel quartiere adatti a loro e sarebbero perfetti. Devo trovare gli spazi e i modi adeguati, altrimenti ce la sindrome di “School of Rock”: avete presente la scena in cui c’è l’incontro genitori insegnati e JB esordisce dicendo " i vostri bambini mi hanno toccato e io ho toccato loro…" stacco, fugone con genitori al seguito inferociti
Il desiderio, la speranza è quella che loro possano poi avere gli strumenti per proseguire da soli in autonomia.
Mi lascerò l’ultima sessione per raccomandargli riferimenti online per giocare.
Pur avendo bisogno di un adulto al tavolo, la maggior parte delle iniziative sono state prese in autonomia. Ho incoraggiato i professori a porre domande piuttosto che dettare le scelte, ed ha funzionato. Non sempre non senza problemi, ma hanno capito le dinamiche e questo per me è stato un bel traguardo
Si è un rischio.
Occhio.
Io da ragazzino ho perso l’occasione di partecipare ad un gdr dal vivo perché ai miei ho omesso cosa avremmo fatto di preciso e per loro era un trentenne che voleva portare dei tredicenni in pineta. Da poco ho scoperto che mi sarebbe bastato essere esplicito e non ci sarebbero stati fraintendimenti, ma a quei tempi “andiamo a fare a bastonate in pineta” mi sembrava peggio di “andiamo in pineta a fare boh, un picnic…”.
Domanda che volevo farti già dalle prime puntate: di che capacità/conoscenze/esperienze/fortune hai avuto bisogno per gestire con successo una situazione del genere?
Intendi per poter gestire 15 ragazzini delle medie? Posso dirti che essere padre di un 14enne mi ha aiutato, quattordici anni di feste di compleanno e pigiama-party ti temprano come l’acciaio. Io poi sono sempre felice di organizzare o ospitare cose di questo tipo. E con i ragazzi ho sempre cercato di ascoltarli e di parlarci, piuttosto che imporgli il mio modo di fare le cose.
Un paio di principi di fondo, si impara sbagliando, lasciali sbagliare. Poche regole chiare, ma delle regole devono esserci. Non puoi pretendere soglie di attenzione estreme, ne che si stia in religioso silenzio, ma nemmeno urlare a squarcia gola o sopra gli altri.
E con questo assunto una volta scelto il regolamento leggero, ho dettato pochissime regole comportamentali. Il resto è venuto da solo.
Poi anche io mi sono buttato, alcune cose sono andate meglio del previsto altre le ho abbandonate perchè mi sono reso conto che erano impraticabili, ma sono convinto che se dovessi fare un nuovo laboratorio con ragazzi diverse sarebbe una esperienza diversa ancora. Bisogna sapersi adattare.
Infine per far partire il tutto ho solo parlato con un professore che pensavo fosse interessato. Poi mi ha ricercato lui. Avevo messo solo un vincolo, farlo solo dopo che mio figlio fosse uscito dalle scuole medie. Non volevo metterlo in imbarazzo e non volevo “entrare” nel suo mondo, nel suo spazio vitale.
Sia chiaro, io parlo di una bella esperienza e di aver avuto complessivamente successo, poi è tutto da relativizzare. Non pretendo di avere 15 nuovi giocatori o master.
La mia idea e speranza è di aver lasciato un seme, che magari germoglierà fra 6 anni quando uno di questi ragazzini si troverà in una città, all’università e nel sentire parlare un gruppo di persone disquisire se sia più forte un Troll o un Orco, si faccia avanti e si unisca al gruppo.
È molto più forte un Troll.