Questo non è un post di teoria.
È una procedura pratica che ho definito esperienzialmente nelle mie sessioni di gioco solitario e che ho messo nero su bianco in FASER.
Riadatto qui le risposte alle domande fattemi da @ranocchio nel thread dell’actual play degli Abomini di Tardemhat su Wynwerod. Trovate lo stesso AP in italiano qui sulla Locanda.
Premessa
A me non piace giocare solitario in modo “pilotato” quanto non mi piace farlo in gruppo. Il problema è che in Italia percepiamo molto spesso il GDRS come una delle tre seguenti attività:
- Leggeregiocare (mia locuzione) un librogame.
- Giocare un dungeon crawl carta e penna (come Four Against Darkness).
- Giocare un GDR diaristico (o journaling).
Dei tre quello che a mio avviso può generare un’esperienza di gioco di ruolo è il terzo. Non sempre, dipende da come è stato strutturato il set di regole, però può tendere facilmente alla scrittura creativa.
Chiarisco che sono tre attività di gioco che mi piace fare (con gradi di godimento diversi), ma quando parlo di gioco di ruolo solitario l’attività che ho in mente è un’interazione con lo spazio immaginato che genera una fiction emergente come conseguenza di azione/reazione del giocatore e del mondo di gioco.
Concretamente si tratta di usare:
- Un regolamento di GDR “normale” (di gruppo) con il supporto di strumenti che abilitino la modalità solitaria.
- Regolamenti che sono già pensati per il GDRS e che integrano i suddetti strumenti (es. Ironsworn, molto diffuso nella comunità anglofona).
La gestione delle aspettative
Quando non si ha un gruppo con cui ingaggiare una conversazione sulla quale si costruisce il gioco, una modalità di mitigazione dell’inevitabile solipsismo è introdurre una procedura e della causalità. Per ora l’ho buttata giù in questo modo:
- Identifica le Aspettative: Inizia con la chiara comprensione dei tratti del tuo personaggio, dell’obiettivo da raggiungere e delle motivazioni che guidano le sue azioni. Valuta il contesto: come il tuo personaggio interagirà con il mondo di gioco in questa scena?
- Metti alla prova le Aspettative: Durante il gioco, potresti trovarti di fronte a situazioni incerte o complesse in cui non è chiaro come il mondo di gioco reagirà alle azioni del tuo personaggio. In questi momenti, rivolgi una domanda all’oracolo (vedi sotto) per ottenere una risposta. Questo ti aiuta a valutare se le azioni del tuo personaggio avranno successo o incontreranno difficoltà.
- Interpreta il Risultato: Una volta ottenuta la risposta dall’oracolo, confrontala con le tue aspettative iniziali. Se il risultato è allineato con ciò che avevi previsto, procedi di conseguenza. Tuttavia, se il risultato è inaspettato o diverge dalle tue aspettative, prendi in considerazione come influenzerà la scena e l’evoluzione generale dell’avventura.
L’enfasi sulle aspettative e sul contesto è dovuta alla natura intrinseca del gioco solitario: non abbiamo un’entità esterna (un GM, un librograme, un software, ecc.) che ci dice l’esito di una situazione. Il giocatore ha un preconcetto di ciò che può avvenire, ma non lo porta avanti necessariamente come si aspetta (altrimenti il tutto si ridurrebbe a un mero atto di scrittura/narrazione), bensì chiede a uno strumento (l’Oracolo) se quell’aspettativa sarà sovvertita o meno e svolge l’azione di conseguenza.
L’oracolo
L’oracolo non è altri che un randomizzatore (comunemente una tabella) il cui risultato è una risposta a una domanda. Faccio una distinzione tra risposte chiuse e aperte:
- Per le risposte a domanda “chiusa”, intendo una formulazione che presupponga una risposta binaria (Sì/No). Il mio oracolo preferito è quello derivante da Freeform Universal le cui risposte previste sono: No, e/No/No, ma/Sì, ma/Sì, Sì, e.
- Per risposte a domande “aperte” sono quelle che non hanno una risposta binaria. Per questo utilizzo tabelle contenenti verbi, nomi e aggettivi. In questo caso devo attingere alla mia intuizione per collocare la frase nel contesto. Uso questa tecnica per le situazioni in cui non ho idea di come andare avanti o per introdurre una sorpresa. Questa tecnica è molto più a rischio di riproporre gli eventi su un binario prevedibile. Richiede onestà e autodisciplina, cioè essere curiosi e accettare ciò che viene dalla propria mente. Può essere mitigata ponendo una domanda “chiusa” subito dopo.
Come ho detto sopra, in questo caso si tratta di testare l’aspettativa: Ho in mente un possibile risultato, ma non devo/voglio esserne certo. La risposta dell’oracolo conforta o sovverte l’aspettativa.