Giocare con gli altri, non nella propria testa

Mi/Vi faccio una domanda che non è per nulla retorica:

Perché quello che desidera il mio personaggio è più importante di quello che desidero io come giocatore? Se in un dato momento desiderassi mettere i bastoni tra le ruote al personaggio, facendogli fare un errore o esponendone una sua debolezza, questo sarebbe sbagliato? Così su due piedi mi sembra di poter affermare che il desiderio del giocatore - se non rovina il gioco agli altri - sia più importante della volontà del personaggio. Ma sono pronto a cambiare idea.

Hai ragione. Sono due aspetti diversi, però nella mia esperienza di gioco diventano connessi nel momento in cui le regole non mi offrono strumenti per portare al tavolo gli elementi interiori del mio PG. Per esempio, un gioco che mi consente di fare ciò è Polaris.

Sono d’accordo con Daniele: è un momento del gioco in cui sei chiamato a decidere da sceneggiatore. Invece:

È esattamente il comportamento di cui parlo. E ti assicuro, Hasimir, che l’ho fatto molte volte. Se sia sbagliato alla radice devo ancora capirlo; Però personalmente ho smesso di farlo, perché non mi soddisfa.

Sono d’accordo. Bisogna distinguere tra il perseguire un obiettivo in modo caratteristico, ricorrendo a metodi non ottimali, e il farsi opposizione da soli.

Secondo me nella maggior parte dei giochi non sei chiamato a fare questo. Sediamoci al tavolo, costruiamo una storia tutti insieme, io sarò un potente guerriero… ma ad un certo punto le decisioni le prenderò in suo nome, facendo avocazione, non cercando di creare una bella storia. Perché la bella storia emerge dalle interazioni tra le nostre avocazioni e le regole.

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Mi puoi dare qualche dettaglio in più? :slight_smile:

Anche per te… potresti farmi un esempio pratico? :slight_smile:

Per esempio (e il discorso con @Alek è nato da qui), in una partita di The Hangman Saga, @Alek giocava l’Impiccato e, sebbene il corso d’azione emerso dalle proposte del giocatore del Valore e della Tracontanza, e poi emerso dalla runa sorteggiata, gli stesse bene, ha deciso di perdere l’obiettivo per essere padrone del suo destino per rendere più drammatica la storia del suo personaggio.

In The Hangman Saga, il ruolo dell’Impiccato non è quello di rendere misero e drammatico il suo personaggio per fare una bella storia. Il suo ruolo è quello di capire che razza di eroe è e di uscirne al prezzo migliore che riesce a strappare, di essere un eroe all’altezza di sé stesso. Non può contrattare scientemente nei conflitti contro il suo personaggio.

Diventa sbagliato nel momento in cui l’interpretazione del tuo personaggio va a totalmente a farsi benedire: interpreti un cavaliere di Re Artù come fosse un ladro di bassa lega perché è più interessante/vantaggioso/quello che vuoi che egli si introduca furtivamente ed elimini il nemico nel sonno, piuttosto che sfidarlo a singolar tenzone.

Ciao :slight_smile:

Beh, chiaro, ma quello sarebbe sbagliato farlo per qualsiasi altro motivo.

Io mi riferivo di più a cose come quelle dell’esempio nell’articolo sul play to lose: personaggio che ha un segreto segretissimo e giocatore che sceglie di fargli dimenticare il diario personale da qualche parte, in modo che qualcuno lo trovi.

In realtà dipende molto. C’era un altro esempio su un altro thread su una giocatrice che voleva far morire il suo personaggio perché così la storia sarebbe stata più “bella”. Cosa c’era di sbagliato? Che questa “storia bella” poteva esserlo per lei e non per qualcun’altro (in più qui c’è il problema della morte, ma lasciamo perdere).

Devo scappare: magari continuo dopo…

Ciao :slight_smile:

Per me quello è legittimo nella misura in cui il personaggio se lo dimentica e non fa apposta a dimenticarselo. Tu come giocatore stai facendo una scelta drammatica, ma il personaggio resta coerente: se avesse potuto scegliere, o se se ne fosse accorto, non avrebbe mai e poi mai lasciato il diario in giro.

Mmmm.

Guarda, per come l’avevo capita io invece si tratta di due facce dello stesso problema, di due modi o aspetti dell medesimo seguente errore: non giocare con gli altri

Ogni gioco ha sue peculiarità (qualcuno ha già citato Fiasco, troppo evidente.).

Tuttavia, come regola generale approssimativa, non è mancanza di Avocacy se metti il Pg nei guai o fai scelte che lo riguardano perché la storia ti sembra così più bella.
Se la Storia ti sembra più bella per il Pg, può infatti ben essere che la senti più bella perché vuoi esplorare un lato del Pg grazie alla complicazione.

È anzi uno dei modi di “portare fuori”, portare in gioco quel lato e quel tema.

Diverso e sbagliato per mancamza di Avocacy è quando la tua scelta contro il pg mangia protagonismo agli altri al tavolo, è contraddittoria con quanto tutti al tavolo hanno visto e sanno del tuo Pg…proprio perché la scelta che stai facendo è sconnessa nel rapporto Giocatore-Personaggio, nel senso che il giocatore non ha mai messo a tema e non mette nemmeno in quel momento a tema qualcosa di conosciuto del suo personaggio da esplorare insieme agli altri, semplicemente tratta di fatto il proprio personaggio come un nuovo Png

In tal caso generalmente il Giocatore, anche se è in buona fede, sta in realtà usando il Pg per diventare autore della Storia al tavolo in modo privilegiato, passando sopra agli altri.

sia nel caso di seghe psicologiche mentali interna fra te e il pg sia nel caso di gioco realmente contro il tuo stesso pg in realtà stai giocando senza tener conto degli altri

in entrambi i casi il Giocatore passa sopra al suo stesso personaggio:

nelle seghe mentali è lui che per immedesimazione sta crogiolandosi nell’idea “fighissima” quanto nascosta e “misteriosissima” del destino o del problema che immagina onanisticamente, mentre il Pg non sta vivendo per nulla in modo realistico e agente, proprio a causa della sega mentale;

nel gioco contro il suo stesso pg è il giocatore che sta crogiolandosi nel dramma e nella “incredibile svolta drammatica della Storia-tragedia del povero pg” , mentre risulta evidente a tutti al tavolo che il Pg coerentemente non avrebbe mai fatto quelle scelte e soprattutto risulta evidente un’altra cosa:il giocatore ha deciso tutto da solo, nessuno ha capito prima il Tema, nessuno se lo aspettava, nessuno ha avuto la possibilità di giocare con quella decisione/prpposta tematica.

Ecco perché il Principio di Czege dice che non è divertente se te la suoni e te la canti, se fai la tua stessa avversità, cioè se esprimi un Tema del Personaggio, un gruppo di Desideri, Credi, Aspirazioni, Difetti, Pregi…e poi te li bombardi da solo.

Perché di fatto stai giocando da solo.

Ecco perché è bellissima la Mossa di Sagas da cui è partita la discussione e trovo verissimo quello che ha risposto @danieledirubbo.

Ciò che fa la differenza rispetto alla decisione di incasinare il proprio Pg e consente di mantenere Avocacy è se quella decisione apre gioco al tavolo o lo chiude

Edit: however, I find that a lot of the great play that seems to be generated by Play to Lose is often in fact a product of when Play to Lose is coupled with “Play to Lift”. Play to Lift means that the responsibility for your drama and your character also rests on all your co-players. You have to lift each other

This.

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Daniele di Rubbio e Davos hanno concluso il mio pensiero (anche se Davos ha usato dei termini che non conosco) :slight_smile:

Ciao :slight_smile:

La mia vita col padrone: Al momento clou (il padrone sarebbe morto nella scena successiva), il padrone mi ha dato l’ordine di consegnarli una delle mie relazioni, con cui avevo costruito un rapporto per tutto il gioco. Piuttosto che oppormi e tirare i dadi ho preferito accontentare la sua richiesta, nel nome della paura che il mio personaggio provava verso il padrone.

Premetto che ho giocato solo una volta a La mia vita col padrone, e che non ho mai letto il regolamento, ma mi è stato detto che è il tipico gioco dove devi fare avocazione.

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Sì. Per esempio io ci sto giocando ora e mi sto opponendo sempre ai suoi ordini, perché non voglio eseguirli anche se ho paura di lui.

Il punto è questo: se hai eseguito l’ordine perché sentivi che il tuo personaggio aveva paura, allora hai fatto bene a non resistere. Se, invece, lo hai eseguito perché hai pensato “Così ho una stroria peggiore e soffro di più”, secondo me, hai sbagliato. Infine, tu puoi decidere che il personaggio, potendo, vorrebbe resistere: allora ha senso tirare per resistere all’ordine e vedere come va, perché non è così difficile che, anche volendo resistere, tu non ci riesca.

Io ho una mia idea a riguardo e lascio stare la cosa dell’Advocacy che trovo un concetto un po’ fumoso.
Ho tre concetti in testa:

  1. Vale ciò che accade in gioco e non nella mia testa, quindi il mio PG, è quello che fa e dice in gioco.
  2. Gioco il mio PG perché come giocatore voglio esplorare temi ed esperienze.
  3. Non si parla di giocatori disfunzionali che vogliono rompere il gioco o le P. agli altri.

Quindi gli interessi del giocatore e del PG secondo me coincidono. Questo non vuol dire che il PG farà scelte che lo porteranno sempre a vincere o che non lo mettano mai nei guai. Piuttosto è facile che sia il contrario, perchè quando tieni veramente a qualcosa che nascono i problemi (in gioco).
Da questi concetti quindi, posso affermare che il giocatore del PG stesso è l’unico ed il migliore al tavolo, in grado di fare gli interessi del PG.
Se ho, ad esempio, un PG nel mondo dell’Apocalisse, Alek (bel nick) con una sorella, Shinny, a cui tiene particolarmente e che io giocatore, voglio esplorare il tema “di quanto è disposto a rinunciare Alek per la sorella amata’”, Chi mi può contestare di stare non stare facendo una scelta giusta/sbagliata per il mio PG?
Gli interessi del giocatore e del PG collimano e ci sta anche che ad un certo punto Alek rinunci alla sorella perché dice….basta (ho dato quindi una risposta alla domanda iniziale). Mi starebbe sul c***o se, a quel punto, Qualcuno mi contestasse la mia scelta, perché era palese che avrei dovuto giocare Alek per proteggere Shinny, dato che ho sempre agito così fino a quel momento.

Quindi, perché qualcuno dovrebbe contestarmi che il PG non avrebbe mai fatto il coglione con Maraya?
chi me lo può contestare questa cosa, se non se stessi, interrogandosi nel proprio animo?

Edit: corretto un po’ di errori di battitura

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Grazie :sunglasses:

C’è una differenza tra questo esempio e il comportamento che avevo io: Anche rinunciando alla sorella sto facendo gli interessi del personaggio; avrò avuto i miei buoni motivi in fiction per dare quella risposta. Invece se rinuncio a mia sorella per arricchire la storia di drama, come faccio a rispondere alla domanda?

Solo tu sei interprete degli interessi del tuo personaggio, gli altri giocatori non hanno voce in capitolo. Però se giochi per creare una buona storia non potrai sempre portarli in gioco, quegli interessi.

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Consiglio: Sarebbe utile se riconducessimo tutte queste belle idee a degli esempi di gioco concreti.

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