@Viandante dunque, come ho detto prima, al mio tavolo io non uso meccaniche rigide di turnazione nella fase di esplorazione: le azioni dei PG si svolgono in contemporanea e i giocatori le decidono collettivamente. Non c’è un ordine. Mi sono sempre trovato bene così.
Qui, visto che mi sembra che si voglia estendere una turnazione rigorosa anche alla fase “di esplorazione”, mi è venuto naturale ipotizzare una meccanica di iniziativa per ordinare i turni. E visto che la specifica era che fossero decisi dai giocatori, ho proposto una classica meccanica con questa caratteristica.
Ma non ho evidenze sperimentali di come funzionerebbe, in questo caso. Personalmente continuo a pensare che mi troverei meglio senza alcun ordine rigido di parola e di azione, al di fuori delle situazioni di combattimento o comunque di estrema urgenza dove ogni frazione di secondo è essenziale (e dove, quindi, applicherei semplicemente le regole di combattimento).
@Matteo_Sciutteri: la pre-conversazione non sarebbe un male, per me, nel senso che per come gioco io di fatto siamo sempre in pre-conversazione
Quello che cercavo di dire prima, infatti, è che se è permessa una conversazione che esula dall’ordine dei turni, in cui i giocatori possono coordinarsi e dividersi i compiti, io non vedrei il vantaggio dell’ordine stesso.
Forse è meglio fare un esempio. Chiamiamo i giocatori Pina, Lino e Gino.
Quello che succede abitualmente al mio tavolo è questo:
- Descrivo la stanza (o equivalente) e chiedo: “cosa fate?”
- Pina, Lino e Gino parlano tra loro e discutono sul da farsi, tipo: “Pina, dici che è il caso che il tuo PG cerchi se ci sono trappole all’uscita?”, “Io vorrei frugare nelle casse, ci pensi tu alla polla d’acqua?”, e simili.
- Quando sono d’accordo me lo comunicano.
- Risolvo le loro azioni di esplorazione, assumendo che siano contemporanee (do quindi tutti i risultati insieme, non importa l’ordine, a meno ovviamente di eccezioni: ad esempio, se il PG di Lino va alla polla d’acqua e viene attaccato da un mostro l’evento interrompe anche le azioni degli altri e gli do la priorità - passando, ora sì, alla meccanica di combattimento con turni rigidi).
Se adottassi nel mio gioco le regole qui proposte, quello che quasi certamente avverrebbe al mio tavolo, ad ogni round, è questo:
- Come sopra.
- Come sopra.
- Quando i giocatori sono d’accordo si fa un veloce giro di tavolo in cui Pina dichiara “ufficialmente” cosa fa il suo PG (sulla base delle decisioni prese insieme), Lino dichiara cosa fa il suo, Gino dichiara cosa fa il suo.
- Come sopra.
In quest’ottica l’ordine mi sembrerebbe una formalità un po’ inutile.
Credo che in realtà le regole vorrebbero andare (forse, eh, se ho capito bene) in quest’altra direzione:
- Come sopra.
- Come sopra ma in più si accordano sull’ordine.
- Pina dichiara “ufficialmente” cosa fa il suo PG.
- Risolvo l’azione di Pina.
- Lino dichiara cosa fa il suo.
- Risolvo l’azione di Lino.
- Gino dichiara cosa fa il suo.
- Risolvo l’azione di Gino.
Devo dire però che lo troverei poco confortevole per una questione di sospensione dell’incredulità. Supponiamo che Pina voglia scassinare una serratura, e Lino perquisire la polla d’acqua. Pina impiegherà l’intero “round” (alcuni minuti) a scassinare, mentre Lino so già che scatenerà l’attacco del mostro appena sfiorerà la polla. L’ordine rigido mi obbligherebbe a figurarmi il PG di Lino che resta “imbambolato” per minuti e minuti in attesa che quello di Pina finisca di scassinare, e che solo dopo si reca alla polla scatenando l’attacco.
Ora, questo è da sempre un problema dell’iniziativa a turni, eh, chiariamolo: vale anche nel combattimento, dove i turni dei partecipanti andrebbero immaginati come “quasi contemporanei” benché siano risolti in successione. Ci sono casi in cui dà problemi anche lì. Però lì si parla di secondi. Nell’esplorazione di solito l’unità di tempo è molto più lunga.
Sia chiaro che mi sto immaginando la cosa “trasposta” così com’è nel mio gioco, ma mi rendo conto che è un’estrapolazione azzardata: in un gioco completamente diverso potrebbe avere il suo perché. Le mie non sono critiche, espongo il mio punto di vista, in base alla mia esperienza soggettiva, solo perché è stato richiesto (e mi fa piacere ).