[Fiasco] Quel ramo del lago di Como

Partita di ieri sera a Fiasco con scenario “Quel ramo del lago di Como”.
4 giocatori: P. (io, il facilitatore, esperienza 1 partita), N. (esperienza 1 partita), V. (esperienza 1 partita), A. (nessuna esperienza).

Partita gestita in videoconferenza su Skype con tiro-dadi e appunti importanti su Discord (probabilmente si potrebbe fare tutto su Discord, in effetti).

Preparazione

Condivido lo scenario e tiriamo i 16 dadi. Mi chiedono di iniziare, siccome sono “esperto” (siamo messi bene), l’ordine sarà P., A., V., N…

Alla fine della fase di spiegazione del gioco e preparazione dello scenario (35 minuti), la mappa che emerge è questa.

I personaggi sono: Don Attanasio (P.), Guidobaldo da Bisentrate (A.), Bertoldone (V.) e Sorella Candida (N.).

Attanasio e Guidobaldo sono due rivoltosi che vogliono pareggiare i conti con una perpetua troppo pettegola.

Bertoldone e Guidobaldo sono untore e vittima alle prime avvisaglie, legati dal Tribunale della Sanità di Milano.

Bertoldone e Candida sono colpevole e unica testimone, con l’obiettivo di sposarsi e mettere su famiglia.

Attanasio e Candida sono sacerdote e monaca, legati da degli attrezzi da sarto.
Qui abbiamo sbagliato, perché poi ci siamo accorti che l’abbinamento giusto sarebbe stato prete/perpetua e sagrestano/monaca.

Scartiamo tutti i dadi e siamo pronti con il primo atto. La sequenza è sempre P., A., V. e N…

Primo atto

Scena 1 (P. inquadra): Attanasio viene svegliato nottetempo dall’arrivo delle guardie della legione spagnola presso la sua chiesa. Qualcuno ha spifferato che qui potrebbe esserci del materiale compromettente, il sacerdote deve lasciarli entrare a controllare o… Attanasio non riesce nemmeno a temporeggiare: i soldati entrano, ma prima che possano arrivare negli uffici privati del sacerdote e trovare documenti compromettenti, trovano dei cenci sporchi di sangue e pus tra le panche della chiesa. Opera di un untore! Attanasio non riesce a discolparsi e viene immediatamente arrestato, sotto l’occhio curioso della perpetua Nerina, che osserva da lontano. Nero (0-1).

Scena 2 (A. inquadra): Guidobaldo si alza dal letto l’indomani mattina molto presto, sudato e afflitto da tosse insistente e respiro affannoso… Apre il suo forno, come se niente fosse, ma il suo garzone lo avvisa che Attanasio è stato portato dai soldati al Tribunale della Sanità. Guidobaldo interrompe il lavoro, raccoglie una pergamena e si reca al Tribunale, ma… poco lontano da casa si imbatte in due malfattori, che gli strappano la borsa con la pergamena! Il fornaio si difende e nella colluttazione, pur avendo la peggio, sporca del suo sangue uno degli aggressori. Nero (0-2).

Scena 3 (V. inquadra): Attanasio viene portato al cospetto di Bertoldone, che ha il compito di istruire i casi per i giudici del tribunale. Sorella Candida accorre per difendere il sacerdote, dicendo che non è stato lui a gettare il cencio in chiesa… prima che qualcuno possa dare peso alle parole della monaca, però, Bertoldone offre al sacerdote di lasciarlo andare, ma in cambio dovrà sposare lui e la donna che ama! Attanasio, che non aveva mai voluto quel poco di buono nella sua chiesa, è costretto ad accettare per avere salva la vita. Bianco (1-2).

Scena 4 (N. risolve): La perpetua Nerina rovista per tutta la canonica, ispezionando anche l’appartamento di Sorella Candida, approfittando della sua assenza, e trova degli attrezzi da sarto e un abito da sposa! Nerina si mette a gridare e a suonare le campane della piccola chiesa, per attirare i fedeli e rivelare davanti a tutti cosa trama quella svergognata! In mezzo alla folla, però, si fa largo Sorella Candida, che ammette che quel vestito è per una povera fanciulla della parrocchia, che non ha il denaro per avere un abito come si deve. La perpetua non si fida, vuole le prove e chiede di incontrare la futura sposa! Nero (1-3).

A posteriori, poteva starci un bianco? N. ha giocato in maniera troppo protettiva verso il suo personaggio? In fondo ha strappato un accordo per evitare di essere svergognata, scomunicata e anche di peggio…

Scena 5 (P. risolve): Le guardie rilasciano Don Attanasio, ma gli assicurano che controlleranno da vicino la sua chiesa, anche per scoprire dove si nasconde l’untore. Il sacerdote torna alla chiesa, ma in mezzo alla piccola folla viene intercettato da due bravi: i malfattori hanno un documento compromettente che riguarda Don Attanasio e sono pronti a farlo vedere al loro padrone, il vice-governatore di Milano… certo, se il sacerdote riuscisse a impedire a tutti i costi il matrimonio di Bertoldone, potrebbero dimenticarsi di questo documento… Nero (1-4).

Stesso dubbio di prima. Sono stato troppo protettivo verso Attanasio con questo finale di scena? Mi sono preso il nero perché avevo già promesso a Bertoldone di sposarlo, quindi questo accordo, per quanto eviti un problema immediato, mi creerà sicuramente grandi problemi poi.

Scena 6 (A. risolve): Guidobaldo, pesto e affaticato, spinto dal chiasso, arriva in piazza e riesce – senza farsi vedere – ad ascoltare il dialogo tra Attanasio e i bravi. Coglie la palla al balzo e si offre di aiutare Candida, promettendole che dirà a tutti che il vestito era per sua figlia. In cambio, però, la monaca dovrà trovare il modo di farlo entrare a casa di suo padre, il vice-governatore della città. Bianco (2-4).

Scena 7 (V. risolve): Flashback di circa cinque anni prima. Bertoldone lavora come stalliere nella tenuta della famiglia di Candida, i Beretta. Ambrogino, fratello della ragazza, è compagno di bagordi del ragazzaccio e, quando non è in sé, rivela di non essere davvero figlio di Oreste, ma di essere stato accettato poiché il capofamiglia voleva un erede maschio e per togliere di mezzo Candida (al secolo Selvaggia), la manderà a farsi monaca. Bertoldone, fiutato l’affare, sfrutta il suo ascendente sulla giovanissima selvaggia e le strappa una promessa di matrimonio! Bianco (3-4).

Scena 8 (N. inquadra): Sorella Candida affronta Bertoldone, confessandogli che l’ha visto lasciare il cencio appestato in chiesa. Bertoldone gli dice che lo ha fatto perché voleva distruggere Don Attanasio e la sua chiesa, che erano solo di ostacolo al loro amore, lo ha fatto per lei… Candida non è più convinta di sposarlo, quindi Bertoldone decide di lasciarle il tempo che le serve, ma vuole che abbia una lettera, almeno come suo ricordo se deciderà di non sposarlo. Candida accetta la lettera e Bertoldone se ne va, con un ghigno che non promette niente di buono. Nero (3-5).

Il ripensamento di Candida ci può stare? Oppure il primo atto è troppo presto per “mandare all’aria” la necessità del suo personaggio?


Situazione dadi: P. (1 nero), A. (2 bianchi, 1 nero), V. (1 bianco, 1 nero), N. (2 neri).

Il tilt è “vinto” da A. con 3 bianco e N. (che non ha nemmeno tirato, perché avrebbe dovuto fare almeno 2 nero con 2 dadi).

Ci siamo divertiti molto, ma, rileggendo ora, devo dire che siamo andati “lunghi” e non abbiamo ancora esplorato la missione di farla pagare alla perpetua, né il mio legame con gli attrezzi da sarto (meno male che ero quello esperto!). In realtà, tra una scena e l’altra, abbiamo prodotto qualche idea che quasi certamente verrà sfruttata nelle prossime scene, però ho cercato di non pre-narrare troppo, per non vincolarci a una vicenda che verrà sicuramente scompaginata.
Abbiamo anche faticato un po’ a inquadrare alcune scene, perchè abbiamo cercato di collegare i personaggi che non lo erano in fase di preparazione (Atttanasio con Bertoldone e Guidobaldo con Candida). Lo vedete come un passaggio necessario, o comunque utile, oppure abbiamo fatto uno sforzo inutile?

Confido nel tilt per scombinare le cose e farci accelerare, fino al disastro finale.

La prossima settimana dovremmo chiudere, quindi cercherò di pubblicare tilt, secondo atto ed epilogo.

7 apprezzamenti

Fantastico! per un attimo ho pensato fossi uno dei miei compagni di giocata. Abbiamo infatti finito la settimana scorsa un fiasco sul lago di Como anche noi.
La nostra partita è durata…3 giocate!! le scene duravano tanto, ma ce la volevamo prendere comodo consapevolmente. Non volevamo tirare via nulla. Ci siamo sbracati dalle risate ed in alcuni momenti avevo i goccioloni agli occhi. Ero inizialmente scettico sul setting invece si è rivelato fantastico.
Noi avevamo 200kg di gorgonzola che puzzava come non mai e che è passato di mano in mano non so quante volte. C’era la perpetua di don Abbondio che era un ninja-pettegolo-onnipresente ed avevamo una reliquia del santo che è stata oscurata per tutta la giocata fino alla scena finale in cui viene rivelato che era il membro del santo…sostituito sul finale da quello di un Bravo evirato da una giovane donzella indifesa (da 80kg per 170cm di dolcezza).

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Grazie per l’actual play, Paolo! Con Fiasco ho un’esperienza limitata (circa 5-6 partite), ma è un gioco che mi ha creato sempre delle difficoltà/insoddisfazioni. Piuttosto che dirigere l’attenzione sulle mie partite (cioè, più o meno :sweat_smile:) volevo piuttosto chiederti degli approfondimenti sull’organizzazione della vostra giocata, che sono sicuro sarebbero utilissimi:

  • Quando hai presentato il gioco al tuo nuovo giocatore (A.), come lo hai fatto? Senti che il modo in cui lo hai fatto ha influenzato il tono della sua giocata? Ho notato che presentare Fiasco come “il gdr dei film dei fratelli Coen” crea una certa atmosfera e delle aspettative che possono andare a cozzare con delle idee di scenario; il generico “grandi ambizioni e scarso controllo dei propri istinti” di contro spinge a una certa confusione e a richieste di approfondimenti. Senti di avere avuto questo problema?

  • Durante la fase del Prologo, quando vi siete sentiti abbastanza sicuri nella definizione dei vostri rapporti per dire: “ok, adesso partiamo”? I tempi della preparazione, nella mia esperienza, sono di solito molto più lunghi. Avete lasciato molti spazi bianchi?

  • Vista l’esperienza limitata, sopratutto quella di A., senti che questo ha creato della difficoltà ad impostare le scene? Ci sono state “scene morte”, in cui non si capiva a cosa il giocatore puntasse inizialmente nella scena? è stato un problema, o avete abbracciato un po’ il caos della cosa?

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@Digio, 3 sessioni per un Fiasco sono molte. Se hai giocato altre volte, è questa la vostra durata media? Ovviamente la domanda vale anche per gli altri.
La nostra sessione è durata circa 2 ore, di cui 35 per la preparazione e il resto per il primo atto (e i tiri per predisporre il tilt), quindi credo che in circa 200 minuti totali dovremmo chiudere. L’unica mia giocata precedente è durata circa 3 ore e 30, sempre con 4 giocatori.

@Karaburan:

  • “Fiasco è il gioco di ruolo senza master dei film con umorismo nero che finiscono male” o qualcosa del genere. Noi lo stiamo interpretando così e per ora non ho riscontrato problemi nell’approccio dei diversi giocatori al gioco.

  • La preparazione è durata 35 minuti, proprio perchè sapevamo di non avere moltissimo tempo e volevamo almeno chiudere il primo atto. Non credo che abbiamo lasciato qualcosa di incompleto, anzi a un certo punto ho provato ad accelerare, perchè stavamo correndo il rischio di pre-narrare troppo. Quello che era stato deciso in fase di preparazione è solo poco più di quello che ho scritto sopra prima del primo atto, il resto lo abbiamo improvvisato.

  • Siamo tutti inesperti di Fiasco, ma (a parte N.) giochiamo di ruolo da molti anni e siamo stati tutti GM nelle nostre esperienze “tradizionali”, quindi non ho notato da parte di A. difficoltà particolari. Chi inquadrava accettava ben volentieri i suggerimenti degli altri, lo stiamo gestendo così: tutti hanno il diritto di parlare, ma c’è un giocatore che ha la parola definitiva su inquadramento o risoluzione della scena.
    L’inquadramento quasi sempre lasciava molte porte aperte alla risoluzione, che non era solo una scelta “sì/no” a una domanda chiusa, ma era proprio un “pezzo di scena”. Ti faccio un esempio: nella scena 6, l’inquadramento è terminato con Guidobaldo che ascolta i bravi che minacciano Don Attanasio. La decisione di Guidobaldo di proporre l’accordo a Candida è stata tutta farina del sacco di A. in fase di risoluzione, dopo aver deciso di usare il dado bianco. Stiamo mettendo troppo peso sulle spalle di chi risolve la scena con inquadramenti troppo aperti? Può essere. Spero che non stiamo contraddicendo qualche regola, però.

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3 sono una enormità!
Mai successo prima. Come ti dicevo però, ce la siamo presa comoda e poi c’erano le chiacchere prima di iniziare che potevano durare. in terini di gioco sarà durata 6/6.5 ore di gioco. anche la sessione di creazione è stata molto lunga. solo quella è durata una serata, ma anche quì, abbiamo iniziato tardi per fare alcune prove tecniche.

In genera una giocata di Fiasco dal vivo dura sulle 4 ore.
Gli Italiani tendono a sbrodolare le scene tenendole più lughe. gli americani sono molto più diretti e vanno al punto.

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Come elementi del tilt, A. sceglie “pensavi che qualcuno se ne fosse occupato, ma non era così”, mentre N. “confusione, seguita dal dolore”.

Secondo atto

Scena 9 (P. inquadra): Qualche giorno prima, Don Attanasio scorge la giovane e avvenente perpetua Nerina che entra nelle stanze di Candida per provare l’abito da sposa e per fare qualche ritocco in modo che sia più adatto alle sue forme. Il sacerdote decide allora di versare del liquido da una boccetta sopra gli arnesi da sarto che la perpetua ha appena provato… Ora, Guidobaldo, Candida e Nerina stanno portando l’abito da Petronilla! La perpetua, accortasi di non aver più risistemato l’abito, che quindi non sarebbe stato adatto alla ragazza, cerca di arrangiarlo in qualche modo; per la fretta, però, si punge con l’ago! Prima che il veleno possa fare effetto, però, Nerina, atterrita dalla visione del proprio sangue, ha un mancamento e cade dalla finestra! (bianco) (4-5)

Scena 10 (A. risolve): Guidobaldo arriva alla magione dei Beretta sotto mentite spoglie. Come consigliato da Candida, sarà un produttore di vini, che ha dedicato alla nobile famiglia la sua ultima vendemmia e vuole far assaggiare il suo vino migliore al capofamiglia. Oreste accenna di buon grado, così Guidobaldo va in cucina ed estrae una boccetta, la stessa di Don Attanasio. Il fornaio vorrebbe versarla nel bicchiere per Oreste, ma è vuota! Pensava che qualcuno se ne fosse occupato, ma non era così… Guidobaldo è in preda al panico e viene scoperto da un servitore mentre traffica con le coppe. Non ha alternative: pugnala l’uomo con un coltello da cucina e fugge, ma appena prima di varcare la soglia il suo sguardo si illumina. La lettera incriminante giace, incustodita, vicino all’ingresso. Il fornaio se ne impossessa e lascia la scena (bianco). (5-5)

Scena 11 (V. risolve): Bertoldone si presenta da Don Attanasio, comunicandogli che Candida è gravemente malata di peste e non ha più molto da vivere, perciò chiede al sacerdote di celebrare il loro matrimonio per procura, in sua assenza e quanto prima. Don Attanasio temporeggia, chiedendo comunque a Bertoldone di trovare almeno due testimoni e, soprattutto, una dichiarazione firmata da Candida che attesti la sua volontà. Bertoldone sorride e rassicura il prelato: le lettere che testimoniano il loro amore sono a casa del padre di Candida, dove la ragazza si è rifugiata (bianco). (6-5)

Scena 12 (N. inquadra): Qualche giorno prima, Candida - dopo avere chiuso la relazione con Bertoldone - sembra quasi convincersi che il padre, nel volerla monaca, avesse ragione; così, torna alla casa di famiglia e, senza dare troppe spiegazioni, si chiude nei propri appartamenti, abbandonando per la rabbia anche la lettera che le ha consegnato Bertoldone. Poco dopo, però, si pente e decide di aprirla, ma qualcuno ha scambiato la lettera con il documento compromettente che incastra Attanasio come cospiratore! La ragazza lo porta di corsa al padre, che la ringrazia per la sua devozione nonostante tutte le loro incomprensioni: Oreste acconsente a che la figlia esca dal convento e che sposi un nobiluomo di sua scelta (bianco). (7-5)

Scena 13 (P. risolve): Don Attanasio si reca alla magione di Don Oreste, per recuperare la lettera a cui Bertoldone faceva riferimento, rassicurato dal fatto che il documento compromettente sia nelle mani di Guidobaldo, o così almeno crede… Alla porta risponde direttamente Candida, ormai tornata Selvaggia, che scoppia di salute! Il sacerdote, confuso, chiede alla ragazza di vedere la lettera che le ha consegnato Bertoldone. Selvaggia risponde che il documento è nelle mani di suo padre, che non vede l’ora di incontrare Don Attanasio… Il prelato viene immediatamente preso dalle guardie e portato al cospetto di Don Oreste, che propone un’offerta che non si può rifiutare: non denuncerà il sacerdote, nè lo farà uccidere, ma ha una settimana di tempo per uccidere Ferrer, il governatore di Milano! (nero) (7-6)
Qui siamo stati per qualche minuto in dubbio sul colore. Trattandosi di una missione impossibile e suicida, abbiamo alla fine concordato sul nero.

Scena 14 (A. risolve): Guidobaldo è a casa e la peste ormai lo ha ridotto uno straccio. Prima di non essere più in grado di intendere e di volere, decide di leggere il documento segreto che ha recuperato per Attanasio… ma scopre che si tratta delle lettere d’amore tra Bertoldone e Candida! Con le ultime forze, riesce a raggiungere casa dei Beretta, dove si sta celebrando un matrimonio… quello tra Petronilla (figlia di Guidobaldo) e Ambrogino (fratello di Candida). Tutti gli invitati sono felici che il padre della sposa sia riuscito a raggiungerli, ma il fornaio ha un attacco di tosse sanguinolenta e ha un mancamento tra le braccia di Oreste, graffiandolo e infettandolo con i suoi effluvi (bianco). (8-6)
Anche qui abbiamo avuto qualche dubbio. Considerando che Guidobaldo è appesato dall’inizio della partita, abbiamo pensato che la sua sopravvivenza non fosse nemmeno più così importante: ciò che contava era cercare di uccidere Oreste Beretta.

Scena 15 (V. risolve): Bertoldone arriva trafelato alla magione dei Beretta per interrompere il matrimonio… tra Selvaggia e il Duca di Stocasta, un nobile appena conosciuto e di cui la ragazza si è perdutamente innamorata! Bertoldone interrompe la cerimonia officiata da Don Attanasio per mostrare a tutti il certificato di matrimonio fra lui e la nobile, siglato proprio dal sacerdote. Selvaggia, però, coglie l’occasione per denunciare davanti a tutti Bertoldone come un untore, così Ferrer - presente al matrimonio - lo fa immediatamente catturare e portare al tribunale della Sanità, in attesa di giudizio (nera). (8-7)

Scena 16 (N. risolve): Nella confusione del momento, Don Attanasio cerca di pugnalare Ferrer alla schiena, ma il coraggioso Duca di Stocasta fa scudo al governatore con il suo corpo e cade, colpito al ventre! Il sacerdote cerca di sferrare un nuovo fendente al suo vero obiettivo, ma Selvaggia ferma la sua mano e consente alle guardie di catturarlo. Ferrer, ammirato per la determinazione della giovane, si innamora e chiede di avere immediatamente la sua mano… Oreste acconsente, ma la ragazza rifiuta, dicendo che vuole vivere la sua vita libera, senza dover rendere conto delle proprie scelte. Selvaggia se ne va, con il vestito da sposa sporco di sangue, allontanandosi dalla tenuta in sella a un cavallo bianco (nero - l’ultimo esito è libero, ma il colore vale poi per i tiri dell’epilogo). (8-8)

Confusione, poi dolore potrebbe essere un tema comune alle ultime tre scene, almeno per qualcuno dei personaggi.

Epilogo

P. tira 2 dadi neri e 1 dado bianco. Risultato: brutale (2 nero)

A. tira 4 dadi bianchi e 1 nero. Risultato: fottutamente fantastico (13 bianco)!!!

V. tira 2 dadi bianchi e 2 neri. Risultato: cupo (3 bianco)

N. tira 3 dadi neri e 1 bianco. Risultato: abbastanza buono (10 nero)

Siamo rimasti sbalorditi dai tiri degli epiloghi: A. e N. sono stati molto fortunati e il finale sarà molto meno tetro di quello che ci aspettavamo (e che probabilmente desideravamo).

Attanasio: il sacerdote, dopo aver fallito l’attentato, viene catturato dalle guardie di Ferrer e gettato in un’angusta cella senza luce e senza finestre.
Guidobaldo: guarisce miracolosamente dalla peste e, graziato anche dal fatto che nessuno ha scoperto la sua complicità con Attanasio, decide di non voler più uccidere Oreste Beretta.
Bertoldone: durante il suo soggiorno in carcere viene torturato e gli viene mozzata la lingua, con cui aveva proferito troppe menzogne.
Selvaggia: Rinnega il nome dei Beretta e arriva in Savoia, lontano dalla famiglia e dal regime Spagnolo. Vive una vita semplice, sotto il nome di Sauvage Candide.
Attanasio: Contrae la peste in carcere e ne rimane sfigurato. Improvvisamente, viene però rilasciato.
Guidobaldo: Grazie ai fondi della famiglia Beretta, apre un lazzaretto nel suo quartiere e diventa noto come un benefattore, quasi un santo per i poveri e gli afflitti.
Bertoldone: Anche lui viene rilasciato, ma ormai non ha più niente e diventa un accattone coperto di stracci.
Selvaggia: Diventa un’infermiera, che soccorre i malati e i soldati rimasti feriti nella guerra franco-spagnola.
Don Attanasio: Viene rilasciato solo per essere inviato come sacerdote presso un lazzaretto… quello di Guidobaldo. Il vecchio complice, però, finge di non conoscerlo, così il prelato, imprecando la provvidenza, se ne va, abbandonando crocifisso e breviario.
Guidobaldo: Ormai fa parte dell’elite spagnola della città e diventa il braccio destro di Oreste Beretta, accompagnandolo in tutti gli appuntamenti ufficiali.
Bertoldone: Per tirare a campare finisce per fare il monatto tra le strade appestate di Milano.
Selvaggia Tra i feriti della battaglia ritrova il Duca di Stocasta, incredibilmente sopravvissuto all’accoltellamento di Attanasio. Quando guarisce per le amorevoli cure della ragazza, i due si sposano!
Guidobaldo: Beretta, che aveva tenuto nascosto il contagio il più possibile, peggiora e lascia che sai Guidobaldo a prendere di fatto il suo posto come vice-governatore.
Bertoldone: Qualche anno dopo, al termine della pestilenza, ubriaco tra i maiali che doveva accudire, maledice la sorte che lo ha riportato dove tutto era iniziato, prima di conoscere Selvaggia: a fare il guardiano dei porci.
Selvaggia: Qualche anno dopo, felicemente duchessa e madre degli eredi del suo amato, ha finalmente coronato il suo sogno di vivere una vita tranquilla.
Guidobaldo: Guidobaldo è ormai molto anziano ed è diventato un ricco possidente. Attorniato dai nipoti, decide di raccontare (forse in maniera non troppo veritiera) la serie di assurde coincidenze che hanno portato un panettiere a diventare vice-governatore di Milano.


Durata della seconda parte (scelta elementi del tilt, secondo atto ed epilogo): 130 minuti circa.
Abbiamo iniziato tardi, per vari contrattempi, quindi alla fine eravamo un po’ cotti. Secondo me si è visto nell’epilogo, in cui non siamo riusciti a dare fondo a tutte le assurdità che si erano viste durante la partita. Poco male, in fondo, perchè io sono complessivamente soddisfatto e così mi sono sembrati anche gli altri giocatori, che hanno chiesto di fare una nuova partita in futuro.

Solo adesso trascrivendo mi sono accorto che non abbiamo portato in gioco il Tribunale della sanità come luogo comune tra Guidobaldo e Bertoldone. In fase di preparazione ci siamo immaginati che l’untore avesse contagiato il fornaio proprio lì, ma durante la partita ci siamo poi dimenticati di dedicare una scena a questo aspetto. La partita è rimasta in piedi e ha funzionato comunque, ma - in effetti - i due personaggi non hanno mai praticamente interagito in nessuna delle 16 scene!

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