Come recensire un gioco di ruolo

Ciao a tutti! Volevo scrivere sul mio blog qualche recensione, ma non so come muovermi. Avete suggerimenti da darmi? Quali aspetti di un gdr trovate siano più importanti o vi interessano di più? Pensate ci sia una scaletta ideale da seguire (tenendo conto della diversità dei vari giochi e manuali) per presentare il gioco e il manuale? Potete suggerirmi recensioni che trovate particolarmente ben fatte?

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è una bella domanda.

Perchè in tutta onestà trovo il 99% delle recensioni, sia scritte sia a video, totalmente inutili.

Innanzitutto se il gioco lo hai davvero giocato il modo migliore per recensirlo è scrivere un actual play “spiegato”.

Se non lo hai giocato non lo recensire.

Se lo hai giocato ma per qualche ragione non vuoi scrivere un actual play ragionato, rimane solo da fare un riassunto delle regole, ma un riassunto corposo e molto tecnico, magari comparativo rispetto ad altri giochi.

Inoltre sarebbe gradito individuare i temi che il gioco aiuta a sviluppare al tavolo.

Cose come “Quanto sei disposto a rischiare per ciò che ami/desideri” non sono temi di gioco, sono cazzate da marketing e fail forward

7 apprezzamenti

Per me la recensione di un gioco non è un actual play. I resoconti di gioco sono utili per capire come alcune meccaniche si applicano o per particolari problematiche che possono saltare fuori, ma si portano dietro interpretazioni, abitudini e procedure di gioco inconsce che poco hanno a che vedere con quanto scritto sul manuale.
Una recensione quindi deve basarsi su quanto vi è scritto nel manuale; successivamente si può fare un resoconto di gioco. Naturalmente aver già giocato il gioco permette di fare una recensione più approfondita ma, ripeto, è ciò che c’è scritto sul manuale il fulcro della recensione (perché non ti danno nessuno che ti spiega il gioco insieme al manuale).

Recensioni buone io le ho lette su Dragon’s Lair (che però, forse perché non sono iscritto, non riesco a ritrovare con la ricerca), Su Storie di Ruolo (che non ha più attività) se ne trovano parecchie:

E si può andare avanti…

Per quanto riguarda come deve essere fatta, secondo me, una recensione parto col dire che bisogna dividere tra Avventure e tutto il resto perché le prime hanno il problema spoiler per chi ci vuole giocare.
Per un manuale non di avventura, in genere la recensione viene fatta partendo da una panoramica del manuale, di quello che c’è scritto, di quello che promette; si può parlare anche della grafica (se si è in grado di capirci qualcosa di grafica) e dell’impaginazione. A seconda di cosa tratta il manuale (regole? ambientazioni? mostri?) si può fare una “panoramica a volo d’uccello” sul contenuto. Apprezzo, ma non è obbligatorio, che vi sia scritto qualcosa sul fatto se il manuale è o meno adatto a chi inizia il GdR (e non confonderti: se serve il Master che ti guida passo passo, allora non è adatto ai neofiti). Segue a questo punto una disamina capitolo per capitolo (o parte per parte o… dipende da come è fatto il manuale) in cui si analizzano tutto ciò che viene presentato, con eventuali dubbi, perplessità od altro che possano saltare in mente alla lettura. Non bisogna ricopiare il manuale :stuck_out_tongue:
Si può notare subito se un gioco è piaciuto o meno dal tono della recensione e non bisogna cercare di nasconderlo. Se il gioco è stato anche giocato, si apprezzano esempi e specifiche problematiche riscontrate (ma il resoconto di gioco è meglio rimandarlo ad altro “articolo”).

Se si sta parlando di un’avventura, la cosa è più difficile perché:

  • i giocatori vogliono una recensione senza spoiler
  • i master vogliono una recensione con gli spoiler per evitare di trovarsi “spigoli vivi” (se non proprio Epic Fail) durante l’avventura.
    Essendo io Master, in genere io cerco recensioni con gli spoiler :wink:

Ciao :slight_smile:

Confermo tutto quello che ho scritto.

Le recensioni che hai postate sono inutili.
A parte sfondoni come la giocata “sempre atmosferica” di Not the End, che probabilmente significa che si deve giocare all’aperto anche d’inverno immagino, sono di fatto presentazioni commerciali.

Probabilmente non te ne rendi conto perchè sei abituato alle presentazioni di prodotti in genere e perchè questo è lo standard del mondo.

Se non altro fatti venire qualche dubbio per il fatto che sono sempre positivissime, ogni gioco ne esce capolavoro. Non dico che ci sia qualche interesse, assolutamente no, non lo credo, dico invece che sono “recensioni” scritte più con le speranze e l’entusiasmo dell’amatore che con senso critico.

Di fatto non dicono nulla di rilevante per far capire come gira davvero il gioco. Riassunti schematici di regole mi aiuterebbero di più a quel punto, se si vuole mantenere breve l’articolo.

Actual play invece è la prova del nove. Sempre.

Quanto tempo ci è voluto per un’estrazione dal sacchetto? Quante ne avete fatto per concludere un combattimento o una scena topica e se ne avete fatto più di una come il sistema si è comportato?
Quante volte lo stesso Tratto è stato usato a ripetizione?
Come si può adattare ad ambientazioni diverse , nel senso, come il gioco ha gestito in play elementi effimeri come armature, cannoni laser, fascino ultraterreno di una fata, l’ipervelocità di un motore o un super etc…

Che me ne frega di sapere che il master può mettere uno o più segnalini neri nel sacchetto?! È pedestre come informazione. Scrivi 30 righe di regole asciutte riassunte e hai fatto la recensione se fosse per quello.
Hai presente le schede e gli articoli sulla Tana dei Goblin di Agzaroth.
Quelli sono professionisti.

Ma siccome un gioco serve per … giocarci allora sarebbe bene che uno recensisse la giocata, ovvero facesse un actual play.

3 apprezzamenti

Il Davolone nazionale ha detto praticamente tutto quello che volevo dire. Io aggiungerei una piccola postilla di esperienza personale.

Quando, prima di giocarci effettivamente, dovetti decidere se prendere o meno The Whispering Vault, mi rivolsi a questa recensione (RPG Writeups — The Whispering Vault).

In termini di actual play, è uno schifo: è probabile che il gioco non sia mai stato provato e soltanto sfogliato. L’autore della recensione vuole fare il simpaticone, e tre quarti del testo sono dedicate a battute inconcludenti sui giochi anni ‘90 o a su quanto queste regole si romperanno a suo avviso in gioco - esperienza mai comprovata. Se letta in termini di ricerca di un’esperienza autoriale, è probabile che faccia persino danni al curioso che ci si avvicini. Ma la trovo comuque utile. Perchè? Perchè ogni capitolo è sviscerato e le sue regole presentate in forma comprensibile, anche se fastidiosa. Se vuoi farti un’idea di un gioco, soprattutto se non ha un pdf, questo tipo di recensioni è una manna. I giochi più moderni avranno anche una quickstart, ma se stai comprando a scatola chiusa da un gioco anni 80-90, avere questo tipo di informazioni è a mio avviso utile. Ovvio, ti mancherà sempre il pezzo sugli intenti di gioco o su come quel sistema funzioni concretamente al tavolo.

Notare comunque che i due tipi di recensione possono fornire informazioni complementari che non disdegno a priori. E che, purtroppo, leggere un solo lato ti toglie delle informazioni fondamentali. Caso interessante, Champions Now, che non esito a definire come la peggiore presentazione di un manuale che abbia mai letto. Mi sarebbe piaciuto avere questo tipo di informazione prima di acquistarlo? Certo, ma gli actual play che ho letto non si concentravano su quello, quanto sull’esperienza al di là del manuale, con quello specifico gruppo in quel momento di apprendimento. Era una parte della storia, ma espunta del suo supporto fisico.

4 apprezzamenti

Io dico che mi piacciono recensioni molto personali, estremamente deformate dalla lente personale di chi recensisce.
Questo soprattutto perché, una volta che trovo uno spirito affine al mio, sarò sicuramente sulla sua linea d’onda per quanto riguarda le preferenze dei sistemi, le abilità nello scovare la chicca meccanica che rende un gioco diverso dalla massa di altri giochi simili, e quindi mi aiuterebbe molto nella scelta.

Poi, so che è difficile per chi vive in un certo ambiente dare opinioni sui prodotti dei suoi colleghi. Più il tizio diventa conosciuto, importante, più le sue opinioni si ammorbidiscono, perché non può farsi nemico un autore, o la sua casa editrice. Per quanto stiamo parlando di nicchie.

Per dirne una, a me Ryuutama non piace per niente (e ci vado già leggero, con questa definizione che ho dato).
A parte la veste grafica, piacevole, non ha un singolo elemento decente. Le meccaniche sono poverissime, rotte, e non portano avanti il tema che il gioco propone.
Davvero, me lo avessero detto prima, mi sarei risparmiato un po’ di soldi, al tempo.
Per dire, solo le meccaniche di esplorazione di IronSworn o di Dungeon World + Perilous Wilds sono anni avanti, nell’aiutare il gruppo a creare, e vivere, una campagna basata su viaggi, scoperte emozionanti, ecc. Nascondi l’estetica originale, travesti i due manuali con immagini kawaii, e il gioco è fatto.

2 apprezzamenti

Quello è perché io ho scelto solo alcune positive :slight_smile:
(no, non mi va di cercare quelle negative).

Sarò sincero: Mai! Tutti gli Actual Play che leggo su internet sono viziati in forma e sostanza. Karaburan ha sostanzialmente detto quello che penso io.
Il resoconto di gioco viene dopo la recensione: solo dopo che conosci il gioco, puoi leggere tra le righe dell’Actual Play ciò che ti interessa.
Potrei fare un esempio, ma poi ci si concentra su di quello, quindi lascio perdere.

Io continuo a trovare più interessante una recensione che mi svisceri i vari capitoli del manuale (anche con esempi di gioco, per carità) ma senza che si entri nel resoconto della giocata.
Il resoconto di gioco lo cerco una volta che conosco il gioco per potermi togliere gli eventuali dubbi.

Voglio ricordare la parte “Dialoga, non dibattere” delle linee guida, non perché ci sia un problema, ma anticipando che possa esserci. In particolare questa parte:

Cosa ne pensate di questa come accortezza?
Io apprezzo le recensioni che limitano, se non azzereano, il confronto con altri giochi, le trovo potenzialmente più funzionali, e sicuramente più leggibili (perché non prevedono che il lettore conosca il riferimento). “Più funzionali” perché non sporcano la recensione:

  • le informazioni esposte sono autosufficienti: una sesione dura 2-3 ore, si usano 2 dadi a 6 facce, si usano tabelle, ecc.
  • le considerazioni sulla qualità e sull’efficiacia sono interpretabili (quindi contestabili, condivisibili, o anche solo comprensibili) solo se dipendono dal gioco preso in analisi, e non da altri esterni alla recensione: se leggo nella recensione del GDR di Dishnored “la gestione della banda funziona, ma non bene quanto quella di BitD, anche se prende ottimi spunti dall’idea di agenzia del richiamo di Cthulhu”, non mi significa assolutamente nulla, neanche se cononosco i giochi citati, perché la loro posizione su una ipotetica “scala di qualità di gestione della banda” non è commentata… e dovrebbe essere fatto nella loro recensione.

Queste considerazioni fanno parte del mio sempreverde cavallo di battaglia che ogni gioco dovrebbe essere autosufficiente, indipendente a livello di fruizione. Portata all’estremo significherebbe perfino (per me sarebbe il top) che si dovrebbe poter recensire un gdr senza mai usare l’espressione “gioco di ruolo”. Tanto la declinazione dell’espressione è sempre deviata dal recensore e da come funziona il gioco, non aggiunge davvero informazioni per capirci qualcosa. Tantovale parlare dello scopo del gioco, di come avviene, cosa si fa, magari prendendo spunto dalla sezione “che cos’è un gdr” (che hanno molti manuali … e che io rinominerei “che cos’è questo gioco” :no_mouth:). Tanto ogni gioco dovrebbe sopravvivere autonomamente, giocandolo (o leggendone) non importa assolutamente che appartenga alla categoria dei giochi che sono “di ruolo”.

Ha senso applicare questo ragionamento ad una recensione? (per me si, tutta la vita)

ByBobo

1 apprezzamento

Recensisci ciò che giocohi Se leggi e basta il gioco puoi scrivere una cronaca della tua lettura e delle impressioni che ne hai tratto ma senza dare voti o utilizzare parametri di giudizio (e avvertendo il lettore che non si tratta di una recensione).

Purtroppo non c’è una cultura critica sul gdr. Dalla maggioranza delle recensioni che trovi sono tutti belli, specialmente se hanno le illustrazioni ganze e dalle 300 pagine in su.

2 apprezzamenti

Io recensisco e puoi valutare da te se ti piace il mio stile o meno.
I miei suggerimenti sono semplici:

  • parla di ciò che conosci
  • informati prima
  • prova il gioco
  • mettici la tua opinione (nessuno crede alla recensioni “imparziali”)

Corollario: le peggiori recensioni che ho visto/letto interpretavano un gioco per raffronto rispetto alla propria esperienza e cultura di gioco. Questo da una parte è inevitabile, ma si può mitigare tenendo a bado la presunzione e il pregiudizio.
Es. se recensisci un gioco ultraminimale non ha assolutamente senso lamentarsi che manchino meccaniche di dettaglio. E viceversa.

4 apprezzamenti

i miei suggerimenti.

  1. esponi più chiaramente che puoi COSA stai recensendo (il manuale? il gioco? le regole? il design? l’edizione? il font? l’accessibilità? la giocattolosità?)
  2. recensisci quello che vuoi, che tu lo abbia giocato o meno, ma chiarisci prima se stai parlando di una lettura o di un’esperienza, di una campagna o di una one-shot, con un tavolo che conosci o al “buio”.
  3. scrivi cosa ti piace e come questo gioco va in quale direzione rispetto a questo. tentare di essere oggettivi è molto difficile, invece essere onesti su cosa hai trovato, cosa ti piace e quanto questo o quel gioco vanno secondo te in quella o quell’altra direzione e secondo te perché e se lo fanno bene secondo me è molto interessante.

sugli aspetti

ultimamente io cerco 3 cose:

  1. un’ambientazione/setting interessante (quindi mi piacerebbero recensioni che mi parlino di questo aspetto);
  2. delle regole interessanti (adoro i pbta e i fitd ma vorrei giocare anche giochi che facciano altro in maniera diversa);
  3. manuali scritti decentemente (alcuni manuali, a.w. guardo te, sono difficili da leggere e capire, almeno per me);
  4. (extra) quanto l’accessibilità è presa in considerazione.

sulla scaletta

da giurato del gioco di ruolo dell’anno ti posso dire che l’utenza ha tra i 2 e i 3 milioni di modi differenti secondo cui è assolutamente sicura che un gioco vado valutato.
fatti la tua scaletta, seguila, ignorala, ridefiniscila, ma fai una cosa che va e interessa a te, non “il pubblico”.

recensioni vs gioco giocato

per me è difficile recensire un gdr senza gioco giocato, perché io sono scemo e finché non lo gioco non capisco. però non tutti sono scemi come me.

sul positivismo di una recensione

bah, le recensioni potrebbero essere sempre positive perché magari giochi cose che ti ispirano e che quindi per te sono fiche.
ogni gioco potrebbe essere un capolavoro se messo all’interno del suo contesto.
però se all’inizio spieghi di cosa stai parlando e perché, secondo me vale tutto.

6 apprezzamenti