A che cosa stai giocando?

Terminate a Bologna due giornate di convention di gdr, ho avuto modo di provare da lato giocatore e Gm un serie di giochi che mi hanno lasciato impresso un range caleidoscopico di impressioni:

  • The Pool: @ranocchio ha portato un documento di inizio jungiano, psichedelico e molto italiano - con Bologna come sfondo delle vicende di psiconauti che hanno interagito in maniera più o meno diretta tra loro nel manipolare il subconscio collettivo. Ho apprezzato quello che si è andato definendo, e il fatto che non stessimo partendo con uno scenario predefinito in cui inserire i nostri personaggi: ognuno di noi si è preso le sue libertà nell’interpretare il fondale d’inizio giungendo a temi anche molto differenti. Con il tempo di una slot si può raggiungere quello che si può, e nelle scene che ho avuto mi è capitato di sentire la stretta del tempo e di un framing un po’ troppo aggressivo sui conflitti; ma se avessimo avuto più tempo probabilmente il problema si sarebbe risolto da sè. Abbiamo chiuso con una piattaforma di lancio molto carica di spunti.
  • Blade Runner: ho portato come Gm un caso che ho generato ispirandomi alla cassetta degli attrezzi concettuale di Jesse Burneko nel suo Unchained Mysteries. Il giudizio è complesso, anche se da parte mia sono molto felice di come è andata. I conflitti fisici sono violenti e significativi, e l’idea di dividere le giornate dell’indagine in slot da un’idea di quanto tu possa fare in un giorno. Tuttavia, il meccanismo dello stress, che leggo come principale punto di pressione sui pg, è fortemente carente, e la discussione avuta in post partita ha messo in luce quelli che sono possibili problemi su come gestisco l’asimmetria informativa al tavolo e la trasparenza segli obiettivi dei Png. Con quello di cui abbiamo parlato c’è da aprire un thread molto grasso - cosa che ho delegato a @ranocchio perchè sono pigro in questo periodo.
  • Ho portato Fantasy For Real in un’ambientazione desertica, il Vasto Bianco, in una città di profeti insetto e mercanti mascherati. Devo dire che sono combattuto su cosa pensare. I due pg del caso si sono immediatamente estricati dai due pasticci che avevo creato per rubare una teca religiosa di madreperla, trasformarla in una lucertola dalle scaglie lucenti e fuggire dalla città; e anche avendo usato il meccanismo gmico della coincidenza per farli incrociare con un mercante interessato a comprare la bestia trasfigurata per venderla alla sua amata - il secondo pasticcio -, ciò si è risolto con una fuga tra proiettili su dorso di lucertola, ora alata, e la fine molto rapida dell’avventura. Chiarisco che il problema non è che i giocatori non abbiano visto tutta la mia incredibile (kek) preparazione, ma che ci sia stato un po’ di murk sul fatto se questa teca fosse o meno un “pasticcino” introdotto da uno dei pg, che a dir la verità aveva impostato un motivo della sua presenza in cittá che mi ha confuso. Altre cose non mi hanno convinto - avrei dovuto chiamare più tiri di Elan - , ma devo riflettere meglio, magari rigiocando la stessa avventura. Il tono caciarone della fuga in sè, devo dire, mi è rimasto comunque impresso positivamente.
  • Paranoia Perfect Edition: avevo già parlato del mio rapporto amore e odio con Paranoia. Questa giocata conferma purtroppo alcuni degli aspetti spiacevoli. La matematica e le interazioni tra giocatori di questa sessione potrebbero essere interessanti, con quello che risulta un coefficente molto alto di fallimento nelle prove, anche se alcuni meccanismi (come il dado Computer) mi sono sembrato piuttosto inutili. Ciò che invece risulta una piena stroncatura è che l’avventura nel manuale, che abbiamo giocato, raccoglie tutti i problemi che ho elencato precedentemente: un funnel in cui vieni trasportato in una location, tiri dadi per evitare di morire/essere bollato come traditore, e vieni spostato nella scena successiva. La sola arena di scelta che abbiamo avuto è stata nel combattimento finale contro gli ecoterroristi del Sierra Club, e devo dire che lì, complice probabilmente anche la mia stanchezza, si è generato un po’ di smarmello coreografico nelle azioni. Non ritengo che questa struttura possa davvero generare scelte e in generale un contesto di gioco agentifico, anche se la cosa alla fine mi è pesata relativamente in quanto il tavolo aveva persone molto piacevoli e simpatiche, ed è stato riconfermato che togliendo la morte dall’equazione molti aspetti che farebbero stridere i denti vengono affrontati con un sano brio.


Il caldo e alcuni contrattempi, tra cui la trasferta che mi vedono ancora in terra straniera, ci hanno impedito di continuare Trollbabe e Circle of Hands. Devo dire che quest’ultimo sta agendo in maniera forte nel mettere a nudo delle mie abitudini non produttive, non nel come preparo gli scenari, ma per come li gestisco. È sempre un po’ difficile ammettere i propri limiti ed errori, ma se quello che amiamo fare ci spinge a fare di meglio, voglio leggere la cosa come occasione per provare a fare di meglio.

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