Van Richten’s Guide to Ravenloft: D&D defocalizza i combattimenti

La quinta edizione, con mia somma gioia si sta finalmente scrollando di dosso le vestigia della terza.

Ma, al di là di questo, stavo pensando che un manuale del genere potrebbe venir usato anche per portare Ravenloft (uno dei miei setting preferiti) in giro per altri giochi, senza bisogno di troppi magheggi e materiale non ufficiale. Voi che ne pensate? Mi sto facendo un viaggio mentale da astinenza dal tavolo da gioco?

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Indipendentemente dal contenuto del libro, trovo questo articolo pessimo.

Come molte cose su Polygon, vuole vendere la narrativa del “guardate come era brutta/vecchia/limitata questa cosa prima, ma ora ci siamo noi e le cose sono cambiate, siamo nel 2021, è tutto meglio.” È una pagliacciata e non penso possiamo trarne alcun tipo di informazione utile.

Continuo a rimanere interessato nei manuali di ambientazione di D&D5, che sono probabilmente la cosa a mio avviso più usabile prodotta da questa edizione, e in realtà molto probabilmente leggerò questo, perché Ravenloft è molto figo.

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A me l’articolo e i “miglioramenti” di cui parla sembrano preistoria.

Boh.

La narrativa è pessima, ma la notizia mi pare ottima. Concordo con @Davos che di per sé non è una novità epocale (nemmeno nella scena di D&D - si fa già nell’OSR e lo faceva la TSR) ma è bello vedere che anche le grandi aziende tradizionali, con delle belle IP succose, stiano svecchiando. Ok, lo ammetto, senza IP succosa attaccata dietro sarei meno contento.

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Io l’ho comprato e letto in parte e posso dire che il manuale è stato una piacevole sorpresa. Effettivamente mi è parso quasi un manuale d’ambientazione generico per quanto riguarda il sistema di gioco (naturalmente vi sono un capitolo per le build e un bestiario, ma coprono una piccola porzione del libro). Ho apprezzato tantissimo il fatto che sia pieno di tabelle per inneschi, agganci e altri elementi narrativi (es. difetti del Signore Oscuro ecc…) e che effettivamente al posto di dare delle regole ai Dreadlords si limiti a tratteggiarne il carattere, difetti e paranoie. Altre due cose interessanti a mio parere il flavour e la cornice culturale dati a ciascun reame (Richemulot richiama la Francia di Versailles e di Dumas, c’è un reame ispirato al folklore indiano e così via) e alcune idee che lo rendono interessante per escogitare ambientazioni e tematiche da mettere in gioco (ad esempio il reame di Tepest ha un evento che richiama il film horror Midsommar oppure Il Prescelto con Nicolas Cage). Insomma da leggere è molto piacevole! Trovo che sia anche ben fatta la spiegazione dei vari generi dell’horror (dark fantasy, gothic horror, body horror e così via). Devo ancora leggere il capitolo sulle tecniche da applicare per giocare meglio il genere, ma dicono sia ben fatto. Mi ha fatto venire voglia di usare qualche reame per DW (o meglio FW…i reami del terrore mi pare soddisfino in pieno i 4 principi per i setting)!

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