Una partita a Finocchio

Finocchio è un gdr di Arco Deleggen per 5 persone, che ha come protagonista un orco “bambino” vegano e gentile, che viene malvisto dalla comunità orchesca (descritta in maniera abbastanza stereotipata) e, al tempo stesso, evitato in maniera pregiudizievole dagli esseri umani.
Dopo una prima versione stiamo testando la seconda, figlia del primo giro di playtest.

Il regolamento prevede 5 ruoli che agiscono in ordine procedurale (ognuno ha il suo turno) e che ruotano al tavolo di capitolo in capitolo (l’unità di misura del gioco): il Mondo (che apre e setta un capitolo), le Avversità (che mettono in mezzo un impedimento), la Fortuna (che supporta il protagonista), l’Imprevedibile Destino (che porta caos) e Finocchio (che vive e reagisce nel turno degli altri ruoli).
Ogni ruolo ha un certo numero di Non è proprio così, una formula che serve ai giocatori per entrare nella narrazione altrui fuori dal proprio turno per proporre un’aggiunta o una modifica.
All’inizio del capitolo, ogni giocatore sceglie una domanda dalla scheda del proprio ruolo e, senza comunicarla agli altri, prova a darle risposta giocando nel proprio turno; alla fine del capitolo, in base a ciò che emerso giocando, tutti i giocatori decidono assieme un titolo, che serve sia a sottolineare l’elemento che ha riscosso più attenzione sia a ricordare cosa è avvenuto in gioco, in caso di partita articolata in più sessioni.

Dopo avervi raccontato brevemente di cosa si tratta (per saperne di più vi lascio il link alla pagina di Arco, Creative Cottage), passo a parlavi della partita in sé (durata un capitolo).

Il Mondo ha delineato un contesto che mi è piaciuto molto: una tribù di orchi in perenne fuga da un’oramai antico passato semi-dimenticato, che si muovono costantemente con carovane di qualsiasi dimensione, trainate da bestie di ogni specie.
Ho esercitato il mio non è proprio così inserendomi in quanto detto, aggiungendo: “non ci sono solo bestie a trainare questo villaggio su ruote, in continuo movimento, ma anche figure umanoidi senzienti”.
Sul momento lo spunto è piaciuto, ma poi è rimasto inesplorato, lasciando spazio a ciò che ha suscitato maggiormente il nostro interesse.
Il Mondo ha continuato e ha chiuso il suo turno parlandoci di una carovana con un tetto pieno di piantine e vasi, dove Finocchio va a rifugiarsi (la sua domanda era: “dove si reca Finocchio per nascondersi dai suoi problemi?”).

La palla è passata proprio a Finocchio, il cui turno è spezzettato e inframezzato da quello degli altri ruoli. Ha descritto cosa stava facendo, come lo faceva sentire il viaggio, raccontandoci del temibile Forteventre, il capo orco che sostiene la marcia suonando tutto il giorno un enorme tamburo di pelle, di cui ha rispetto e timore.
Ha risposto alla domanda “che cosa noti?” inserendo in scena una maschera spezzata, dalla consistenza ferrosa, nascosta nell’erba e notata solo da Finocchio, che ha fatto fermare la sua carovana per andarla a recuperare. Questo arresto improvviso ha scatenato una sorta di reazione a catena: un carro ha inchiodato perdendo una ruota, Forteventre ha smesso di suonare, gli orchi si sono arrestati.

È giunto il mio turno, nel ruolo dell’Avversità.
Ho deciso di sfruttare la maschera, sia come causa di guai che per rispondere alla mia domanda: “gli orchi hanno mai conosciuto la guerra?”.
Ho raccontato di un rito che gli orchi compiono per passare all’età adulta: un percorso articolato su più carovane (da visitare saltando da una all’altra in movimento), in cui ognuna di esse rappresenta un pezzo della storia orchesca. L’ultima, nonché la più importante, raffigura la minaccia dalla quale fuggono: delle figure umanoidi con delle maschere in volto, riconoscibili da un luminescente colore blu elettrico.
Tornando a Finocchio, la maschera ha iniziato a perdere un liquido blu come fosse olio, macchiandogli i vestiti. Forteventre ha notato la scena e, prima che qualche orco possa fare lo stesso o porsi delle domande, lo ha acciuffato e rinchiuso velocemente dentro una carovana buia, una sorta di cupola di metallo talmente spessa e pesante che è quasi impossibile ascoltare cosa proviene dall’esterno. Finocchio è rimasto solo e stordito, illuminato soltanto dal bagliore bluastro della maschera.

Il turno è diventato nuovamente di Finocchio, che si è addormentato tra le lacrime. Ha sognato un grande orco che ha spezzato una maschera per tenerne una metà. Il sogno è diventato più confuso, mostrando lo stesso orco di prima, ma ferito e triste, mentre teneva in braccio una donna con una maschera a spezzata in volto, entrambi avvolti dal furore della battaglia. Finocchio si è risvegliato ricordando per un istante la sensazione dell’orco quando dopo tanto navigare finalmente ha rivisto la terraferma.

La Fortuna ha aperto il suo turno presentandoci Sfascio, un vecchio orco senza lingua e zoppo, che si occupa di curare gli altri. Sfascio si serve delle piante di Finocchio e lo aiuta a coltivarle perché da queste ricava gli ingredienti per i suoi unguenti medicamentosi. La persona di turno ha risposto alla domanda “chi è amico di Finocchio” e ha ripescando uno degli elementi inseriti dal Mondo all’inizio: il tetto pieno di piantine.
Sfascio ha trovato una fessura nella cupola e ha provato a rassicurare Finocchio, accarezzandolo e spalmandogli una crema sulla gamba, ancora escoriata dopo la presa di Forteventre. Qui si è innestato l’Imprevedibile Destino, che ci ha raccontato di come per errore Sfascio abbia toccato il liquido blu della maschera e si sia bruciato le dita.

La sessione si è conclusa, perché era tardi ed eravamo stanchi. Il titolo che le abbiamo dato è: Viaggio nel blu.

Quello che mi piace di questo gioco è l’intreccio sorprendente tra contributi reciproci e le suggestioni delle domande. In alcuni momenti ho percepito proprio un hivemind generale mentre in altri mi è piaciuto vedere le varie letture degli eventi, indirizzate dal ruolo.
Probabilmente continueremo a giocare la settimana prossima e se vi interessa tornerò a fare un resoconto della partita.

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Mi hai incuriosito: non so ancora se è un gioco che mi possa piacere o meno, ma attendo il resto del resoconto :slight_smile:

Ciao :slight_smile:

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