Sto scrivendo un documento chiamato Poolpendium per riassumere le regole di The Pool, aggiungere qualche spiegazione per come lo gioco io, rimuovere le regole aggiunte nell’edizione del 2006 che sono notoriamente fallate – il tiro speciale sulla morte, e il reset della Pool a ogni sessione – e infine elencare alcune varianti opzionali che ho visto funzionare con successo.
Voglio anche scrivere qualcosa di relativo a perché dovreste voler giocare a The Pool, e fare un confronto con il funzionamento dei giochi “old school”, dato che The Pool è stato derivato da una semplificazione di B/X.
Non sarà un documento molto lungo, voglio arrivare a una lunghezza simile a quella del manuale di Cairn.
Volevo sapere da parte vostra se ci sono cose di The Pool che vi sono tornate ostiche o che non siete riusciti a capire, in maniera che possa pensare di includerle.
Personalmente, io sento di aver avuto molte difficoltà con i monologhi di vittoria. Ho fatto fatica a capire a cosa servissero davvero e come usarli (la prima volta che ho giocato non ne ho usato neanche uno), e anche dopo non credo di essere riuscito ad usarli “bene” (cioè, mi è quasi sempre rimasta la netta impressione che se non avessi usato il monologo e avessi preso semplicemente il dado non avrebbe fatto grossa differenza).
Una cosa che, venendo da una cultura di gioco come la mia, è particolarmente difficile da afferrare è fino a dove ci si può spingere con il monologo, cosa si può dire e cosa no; quando si arriva a “toccare” i personaggi degli altri, o i PNG, si ha sempre paura di fare qualcosa di sbagliato.
Poi dipende anche, suppongo, da qual è il destinatario-tipo a cui il tuo documento si rivolge.
@Bille_Boo – avevo notato anche io che quando usavi il MdV non ti spingevi abbastanza oltre – forse davvero per una mancanza di comprensione di quello che il MdV ti permette di fare. In secondo luogo, rinunciando al MdV stai effettivamente dando al GM carta libera su tutto quello per cui non stavi tirando in questo momento – possiamo arrivare anche a uccidere PNG.
In realtà ‘prendersi’ la narrazione quando si vince un tiro non è una cosa tanto ‘speciale’ di The Pool – è una cosa che si fa abbastanza naturalmente in tanti gruppi.
Eccoci, io nel Poolpendium potrei molto accento su quattro aspetti.
I tiri e il cambio di situazione
Gli errori più comuni che si riscontrano giocando a The Pool.
La questione autorità, giocatore e GM.
Perché giocare a The Pool nel modo che si è diffuso su Adept Play o Locanda dei GdR piuttosto che alla lettera.
Non dico che il documento debba seguire questa sequenza logica. Sono argomenti in ordine sparso che io riterrei utili da discutere con esempi di gioco commentato.
Ho giocato recentemente con una persona che giocava a The Pool per la prima volta e mi ha detto che ha sentito di avere sprecato la sua pool in certi momenti, perché non aveva ben considerato quanti dadi scommettere ogni volta. Quindi io metterei un minimo di considerazione su quali sono i criteri che i giocatori scelgono nello scommettere i dadi.
Volevo solo dire che ho iniziato a scrivere il Poolpendio, anche basato su questi suggerimenti, ed è uscito forse il testo migliore che abbia scritto sulla natura pratica del gioco di ruolo, senza dilungarmi nelle solite parentesi teoriche – un testo che spieghi come giocare a The Pool a mio parere spiega come giocare e basta.
Non appena è in uno stato leggibile, lo pubblicherò per i vostri commenti e mi auguro che possiate setacciarlo per trovarne tutti i difetti.
Come mai consideri il tiro speciale sulla morte una regola fallata? A me piace perché prolunga il momento di tensione quando un personaggio sta per morire.
Non mi riferisco ad avere il secondo tiro. Mi riferisco alla regola che prevede regole diverse per il MoV sul tiro della morte e particolarmente che permette agli altri giocatori di puntare dadi di Pool per impedire che un altro muoia.
Più che prolungare il momento di tensione, secondo me la regola del secondo tiro fa sì che non sia automaticamente scontato fare sempre un all in in ogni conflitto letale.
(Poi in genere viene fatto lo stesso, eh… ma l’intento meccanico secondo me è un po’ quello.)
Quel che manca è un po’ delle linee guide per il master…
Tipo: master hai 50 parole per scrivere l’ambientazione/situazione.
In queste 50 parole ricava fuori i conflitti sociali/fisici che potrebbero sorgere, non è detto che accadono.