Ok, non so se è la sezione giusta e spero di non spammare troppo, ma è uscito il quickstart di Fabula Ultima, il GdR della Need Games per portare i JRPG stile Final Fantasy sul tavolo di gioco.
Ecco a voi: Press Start
Aggiornamento: è uscito il preordine! Vedi alla fine
Ciao
PS: mi ricordo che, tanto tempo fa, era uscito un altro GdR che diceva di rifarsi ai JRPG stile Final Fantasy, ma non riesco più a trovarlo…
Io ho fatto due chiacchere con Emanuele Galletto, l’autore. Ho anche provato il gioco durante un playtest fatto da Need Games. A mio parere questo è un gioco che non va assolutamente sottovalutato.
In primis, Emanuele davvero ne capisce un sacco di giochi di ruolo. Ha un approccio freschissimo e ha giocato a molti giochi diversi, di varie famiglie, e ne comprende bene i punti di forza e di debolezza.
In secondo luogo, ha trovato questa nicchia dei giochi di ruolo ispirati dai videogiochi, che gli permette di inserire con senno meta-meccaniche extradiegetiche, e con la scusa dell’emulare i videogiochi farle digerire molto più facilmente al pubblico notoriamente conservatore dei giochi di ruolo. Completamente geniale.
Come terza cosa si vede chiaramente che questo gioco è ispirato da D&D 4E – uno dei miei giochi preferiti – nelle meccaniche di combattimento. Non state a vedere il superficiale tipo la griglia a quadretti, parlo proprio del concetto di combattimento tattico giocattoloso, cooperativo, birbante e rimbalzoso. A mio parere ha distillato da quello le cose più interessanti e intelligenti e le ha messe dentro a un sistema più semplice.
Il fatto che sia ispirato dai JRPG è solo una virgola rispetto a tutto questo, anche se è comunque importante, perché ti dà la voglia di provarlo e dà a Emanuele la voglia di scriverlo.
In più, l’ispirazione ai videogiochi è ottima per proporre questo gioco ai normie che non sanno un cacchio di GDR.
Acquisterò il manuale in lingua inglese di sicuro e sono sicuro che farò diverse campagne.
Amo Ema, sono suo Patreon da parecchio. Fabula Ultima è sicuramente il GdR che lo sta portando alla ribalta internazionale e italiana, con una produzione elegante, anche solo per l’impatto grafico davvero elevato, e le meccaniche (inizialmente) ispirate da Ryuutama ma estremamente focalizzate all’emulare le classiche combo da party di videogiochi JRpG.
Detto tutto questo, non è il suo gioco che mi sta più a cuore, probabilmente perché proprio la sua parte meccanica che emula lo stile dei videochi JRpG non tocca le corde del mio cuore di giocatore di ruolo.
Gli auguro comunque di fare il botto, cosa peraltro abbastanza probabile, con questo titolo.
PS: il titolo sarebbe ancor più corretto parlando di “Vidogiochi JRpG”, in quanto i JRpG (su carta) sono parecchio diversi come stile, solitamente associabili più facilmente ad un generico D&D 3.5.
Ahimé questo è proprio l’aspetto che mi ha annoiato a morte e scollegato completamente dall’unica sessione che abbia giocato di FU. Per i mie gusti è un grande no.
Bella invece la parte di costruzione partecipativa del mondo, anche se preferisco l’approccio di Microscope in questo ambito.
Io ho letto Press Start. Siccome presentano le regole man mano che l’avventura va avanti, essa risulta essere molto guidata: devi ora fare questo, ora fare quest’altro, ora… tuttavia si intuisce un certo potenziale.
Sul combattimento: beh, il combattimento dei videogiochi JRPG è tutto basato su mosse ed incantesimi che ogni personaggio possiede, di conseguenza molto simile a D&D 4E. Non so se non potrebbe divenire troppo complesso da gestire, dal quickstart non si capisce, però fa parte dell’immaginario di quei videogiochi. Se non fosse stato così, sarebbe stato un problema (che poi io sia un pessimo tattico, è un altro discorso).
Mi piace la cosa che i PV indichino la sconfitta invece che la morte il Game Over nei videogiochi è fasullo, visto che si può riprendere dall’ultimo salvataggio.
Assolutamente. E sono felice di essere stato una delle varie fonti che ha influenzato Ema ad allontanarsi dalla morte “classica” dei GdR, per diventare ciò che è adesso, con una resa e tante opzioni narrative per proseguire, con qualcosa che è cambiato.
Inoltre, quel quickstart come hai visto non è propriamente una demo giocabile. È più un tutorial introduttivo.
Per riprendere alcune parole di Ema in chat:
Quel gioco è figlio di tante, tante, versioni, riscritture, aggiustamenti. Sono almeno cinque anni che Ema gli sta dietro, e la passione si vede tutta.
Di sicuro, aver deciso di pubblicarlo in pompa magna gli darà il budget per renderlo eccellente anche dal lato grafico, che è uno degli scogli più grandi per un piccolo creatore di giochi, quando devi investire almeno un centinaio di dollari per ogni singola artwork, di un autore (autrice) che ha talento e rispecchi lo stile che stai I fondendo nel tuo gioco.
E’ dopo il primo demo, chiamato simpaticamente “Press Start”, hanno aggiunto “Continua Partita”, con qualche pagina in più per proseguire un altro po’. Bravi