Sulla questione di The Sprawl come mera reskin di AW o 2020:
Forse non sono il più adatto a rispondere essendo di parte, ma “non ha senso fuori dal contesto iniziale” lo vedo come un pregio: vuol dire che ha un obiettivo e lo persegue. Sempre che abbia capito cosa intendi per contesto iniziale.
Vedere poi alcune delle trovate usate anche (in realtà probabilmente poco prima, almeno nelle prime iterazioni) in Blades in the Dark, e in quest’ultimo viste come chissà quale innovazione (le fasi di gioco, gli orologi per quasi tutto…), mi porta a dire che non sia poi così vero, tra l’altro.
Sono anche poco incline a considerarlo un mero reskin di AW, visto che cambia completamente contesto: abbiamo un party a missioni, a reggere l’impalcatura degli archi dei singoli personaggi, e abbiamo una struttura ben definita della distopia, con le corporazioni a farla da protagoniste.
In realtà, rispetto a DW con D&D, è proprio molto meno scimmiottante il 2020, ne riprende alcuni standard (giusto il nome di alcuni libretti, che però vengono spesso elaborati in modo anche interessante, si vedano gli orologi del reporter), sicuro ne riprende il gusto della fiction cyberpunk anni '80, ma la fa sua sia rispetto ad AW che rispetto al 2020.
Detto questo, ha dei difetti, soprattutto in alcune mosse di libretto un po’ troppo meccaniche, ma anche solo l’inserimento delle meccaniche di flashback e di fasi di gioco (preparazione, azione, downtime) prese dalle primissime istanze di BitD secondo me lo rendono qualcosa di ben diverso da un semplice reskin di AW o 2020.
Non tanto per convincere chissà chi, giusto per approfondire un po’ l’argomentazione con la mia visione (è anche uno degli obiettivi nostri come editori il cercare di portare cose che possano essere interessanti, percui riporto quello che ci vedo e ci abbiamo visto per dire “lo pubblichiamo”)