Vorrei solo dire che ho trovato, a livello di pura lettura, “Hack the Planet” assolutamente acerbo (e non è normale, dato che sono un amante del cyberpunk). La cosa che trovo più straniante è il gergo da bimbominkia (non so come altro descriverlo) con la quale descrive parti essenziali dell’ambientazione, prendendo in prestito parole con significati precisi e assegnandovene altri perché è “figo”: i personaggi si chiamano Glitches, i soldi si chiamano Joules, etc.
Da informatico – e so che @thekernelinyellow avrà il mio stesso gusto – non riesco davvero a interessarmi di qualcosa di cyberpunk che tratta temi tecnici in modo così ingenuo. Sono piccolezze, ma i FitD muoiono o vivono a seconda dell’ambientazione, a mio parere.
Concordo con altri che i Forged in the Dark in generale sembrano ben predisposti a questo tipo di storie, dato che la tipica squadra cyberpunk non è molto diversa da una banda di “Blades”.
Per quanto riguarda The Sprawl, cito qua un post di @NicolaUrbinati (e i seguenti) dove lo confronta con Blades in the Dark: