Per darti i miei 2 cents: quei giochi hanno un design che crea spaesamento e favoriscono l’ idea assurda di assenza di vincoli
Ecco perchè mi perdo. Perchè non c è alcuna strada.
Naturalmente i miei 2 cents
Mi costringo ad essere brevissimo (e quindi poco chiaro), altrimenti diventa un post settimanale con 72 uscite in edicola.
Non mi interessa l’azione.
Non mi interessa il dramma.
Non mi interessa il colpo di scena.
Non mi interessa la vittoria (qualunque cosa ci possa intendere)
Non mi interessa la storia come protagonista e fine.
Mi interessa ricostruire e scoprire un mondo vivo e vero, credibile, per analogia, al pari di quello Reale, esplorandolo lentamente attraverso Personaggi giocanti e non giocanti e le loro scelte e motivazioni.
Adoro capire il perchè di un evento o una scelta e per farlo bisogna far fermentare lentamente nelle giocate il quadro complessivo.
Non solo le personalità coinvolte nella situazione, ma anche la profondità e complessità dei problemi affrontati, così come la varietà e peculiarità dei dettagli che possono influire sulla situazione.
I diritti di acqua su un fiume di una regione in un’ambientazione medioevale (quella più giocata perchè sono un medievista amatoriale) possono divenire un problema morale, giuridico, ambientale, familiare, geopolitico clamoroso.
Ma com’è il fiume, quel fiume? Navigabile? Chi tocca e cosa bagna, dove passa e come influisce sulla vita di chi? È pescoso? Porta calamità o incursioni? Ha secche?
Queste cose mi eccitano. E vederle vivere e manifestarsi in maniera credibile e per coincidenze (il che necessita anche di un randomizzatore) attraverso l’interazione fra Personaggi (giocsnti e non giocanti) ed Eventi (una ghiacciata o un’esondazione) e la costruzione giocata di una Storia è la mia felicità.
Il motivo per cui gioco di ruolo.
Con la mia personalissima variante del regolamento di Pendragon.
4 apprezzamenti
Non so se vado OT, ma mi piacerebbe sapere perché la tua personalissima variante di Pendragon ti permette le cose che hai detto.
Ciao 