Partendo da questo thread, apro un nuovo argomento, riguardo il concetto di disinformazione nel mondo dei giochi.
E’ un argomento che mi sta davvero a cuore perché è l’argomento che studio da quasi 25 anni ed è il tema portante della mia professione.
Nel thread citato viene riportato un talk su un argomento (Il problema delle parole Immersione e Fun) che ha del potenziale per essere interessante ma che, come vedremo, viene ridicolizzato in un nulla cosmico.
Facendo disinformazione.
Ora, lungi da me dal voler fare una caccia alle streghe contro l’autore del video: non è lui il problema. Il problema è il messagio ma, soprattutto, il modo in cui viene raccontato il messaggio.
Ed è un problema diffuso. Quindi, davvero, la mia non è una crociata contro l’autore (che conosco di vista, l’ho incrociato in qualche fiera e sicuro su qualche forum / gruppo facebook) e che immagino sia animato da nobili intenti.
Per quel video è un esempio lampante di come non si debba fare divulgazione senza avere studiato la materia - né tanto meno cercando di rendere la divulgazione uno show. Giusto se siete Piero o Alberto Angela potete farlo. Altrimenti o fate divulgazione oppure fate show.
Le due cose non sono compatibili.
Per chi non avesse voglia o tempo di guardare il video (che è in inglese), ecco un’analisi punto per punto - credo di averla fatta in maniera abbastanza onesta, ma sono aperto a note o consigli a riguardo.
E giuro: ho cercato di essere il più imparziale e neutrale possibile durante la trascrizione.
Nel primo punto del video cerca di definire la parola Immersione, dicendo che non vuol dire nulla perché è utilizzata male e in contesti troppo eterogenei (a un certo punto la definisce anche un gimmick, o quanto meno che viene spesso utilizzata in questo modo - un po’ come la parola “procedurale”).
E conclude dicendo “se non c’è una definizione comune, parliamo di Immersione senza sapere se stiamo parlando della stessa cosa”.
Poi analizza un estratto di un libro, che affronta la teoria dei videogiochi, e prova ad applicarla a tutti i tipi di gioco.
Nello specifico, il libro è questo In-Game, scritto da Gordon Calleja che è un teorico e un ricercatore. La sua biografia riporta:
Gordon Calleja is Assistant Professor and Head of the Center of Computer Games Research at the IT University of Copenhagen.
In tempi recenti ha aperto una software house, specializzata nel produrre board game digitali.
Il libro, infatti, è incentrato su come funzionano i board game digitali, li analizza e li destruttura, affrontandone sfide e complessità.
Questo il pitch del libro (tratto dalla pagina di Amazon):
An investigation of what makes digital games engaging to players and a reexamination of the concept of immersion.
E poi passa al punto successivo: la parola Immersione è usata con accento positivo. E quindi, il suo salto logico è "visto che è usato solo per descrivere esperienze positive… non vuol dire nulla. Dovremmo usare parole più chiare (e si rifà alla defizioni di cui sopra, dove vengono elencati X tipi di Coinvolgimento, ad esempio il Coinvolgimento Ludico che nasce dall’uso dei sistemi di gioco e l’interazione con essi).
Again, afferma che Immersione è una parola abusata, una markettata.
E poi… passa al punto successivo: il problema con la parola Fun. Che è un po’ lo stesso di cui sopra: Fun viene usato con accento positivo, ma la sua definizione è soggettiva (falso, come ho già argomentato qui, ma finisco di analizzare il video e poi ci torno).
Cita la “ruota delle emozioni” dicendo che “non dovremmo usare solo una parola, fun, quando possiamo usare tutte quelle altre parole per definire un’esperienza”.
E poi passa al punto ancora successivo. Afferma che quando si parla del “fun” di un gioco, si parla del play e non del game.
Per chi ha voglia di approfondire l’argomento, consiglio (io, mica il video) un po’ di libri:
- Rules of Play (Salen & Zimmermann - 2003)
- The Art of Game Design (Jesse Schell - 2008)
Ma in soldoni, la differenza è la seguente:
Play
- Attività senza vincoli
- Comportamento innato (in tutti i mammiferi)
- Usa a volte strumenti (giocattoli)
Game
- Utilizza regole per stabilire la sua struttura
- Definisce quindi tempi, spazio, obiettivi e procedure
Lui definisce il Game “un insieme di regole e meccaniche” e poi afferma che quando parliamo di Fun, parliamo di Play (ed è nell’attività di gioco, non nel gioco in sé e nella sua struttura, che nasce il fun)
E poi dice che puoi avere Fun con un gioco pessimo. Fa l’esempio di D&D, che ritiene un gioco pessimo, e che però può generare Fun.
E poi critica, facendo un po’ di show, il framework MDA (che è uno strumento di analisi dei giochi) e lo critica perché continua a parlare di Fun.
E poi passa di nuovo a un altro punto (che però è la copia di due punti prima), dicendo che un altro problema della parola Fun è che è solo positiva.
Fa esempi di media che affrontano temi difficili (il fumetto Maus, per esempio) dicendo che si possono fare giochi su questi temi MA ovviamente non sarebbe Fun.
E poi da un po’ di consigli sul fare giochi su questi argomenti (tipo: occhio che sono temi difficili, ogni cosa ha delle conseguenze, bisogna sapere quello che si fa, informarsi, fare ricerche, ecc - e suggerisce un po’ di link per approfondire l’argomento).
E poi il talk finisce qui.
All’inizio ha detto che lo scopo non era quello di fare un talk, ma una breve introduzione e poi fare una “open discussion” sul tema, cercando delle soluzioni ai problemi che ha sollevato.
Bene.
Cerchiamo delle soluzioni, allora.
Partiamo dalla parola Immersione - di fatto, quello che lui solleva, è un tema sensato: una delle cose che, per esempio insegno ai miei studenti, è che prima di parlare di un argomento bisogna stabilire delle definizioni comuni, in modo da essere sicuri di essere allineati e parlare la stessa lingua.
Anche qui, @ranocchio spesso spinge perché non si usino termini che possono essere poco chiari, modi di dire o definizioni (key word) di certi argomenti - proprio per evitare questo problema.
Ha senso.
Che soluzione viene proposta (suggerita) nel video? Usare il termine Coinvolgimento, declinandolo in sotto-tipi, per essere più preciso.
Ok. Possiamo farlo. Sposta il problema? No.
Anche se parlo di Coinvolgimento Spaziale ma non chiarisco cosa intendo al mio interlocutore, posso incorrere nello stesso problema di disallineamento del linguaggio.
E il termine Coinvolgimento Spaziale è chiaro solo a chi:
- Si è informato sul termine
- Ha letto il libro suggerito nel talk
Quindi non c’è nessuna soluzione suggerita - anche perché la soluzione suggerita è quella che riportavo sopra: dare delle definizio e concordare su di esse, se si vuole discutere. O seguire quello di @ranocchio: non usarle e parlare come mangiamo, in modo da essere sicuri che chi ci ascolta possa capire quello che stiamo dicendo.
Questo ammesso che ci interessi davvero farci capire.
Andiamo alla parola Fun - non mi dilungherò: il thread che ho linkato prima (questo) riporta già la corretta definizione di Fun che… lui evidentemente non conosce. E quindi, 10 minuti di talk sono incentrati su un non-problema.
Fun non significa “divertirsi a crepapelle”. Fun significa altro. Andare in giro a dire il contrario significa che:
- O sei ignorante (nel senso che ignori la cosa, non l’hai studiata)
- O vuoi spettacolarizzare un argomento, per fare uno show
In entrambi i casi fai disinformazione, nel secondo sei anche un po’ stronzo perché non stai dimostrando onestà intellettuale.