Come sempre, molto è legato al gusto dei giocatori. A me, e ad un paio di gruppi con i quali gioco, non piace questo tipo di improvvisazione. Doppiamente, se non è fatta per dettagli di contorno (il nome della taverna, il colore dei capelli della figlia del Duca ecc.), ma per gli elementi principali. Ancor di più se stiamo giocando un’avventura di investigazione o simile.
Se dovessi fare un paragone, è come trovarsi a giocare a scacchi, oppure chiusi in una escape room, ed ogni mossa fatta dai giocatori, stupida, intelligente, logica o totalmente folle, portasse verso la vittoria della partita di scacchi, e verso l’uscita della escape room.
Non è l’esperienza e l’emozione che cerchiamo. Non abbiamo paura di fallire la sfida. Non abbiamo paura che il cattivo guadagni potere nel lungo periodo. Non abbiamo paura se l’assassino riesce a fuggire. Le conseguenze del nostro operato, nel bene e nel male, plasma o il mondo intorno a noi, e questo ha un fascino non indifferente.