Per me i giochi di ruolo sono stati spesso altalenanti. Per esempio, ho parlato in un thread di un esperienza mediocre con Fiasco, mentre altre volte ne ho avuto risultati più soddisfacenti. Spesso dopo un’ esperienza poco soddisfacente rimango a domandarmi cosa esattamente non ha funzionato - e quindi il motivo per cui i gdr sono divertenti.
Sull’avere esperienze che solo dopo ricolleghi al divertimento, non è quello che provo io quando gioco: per me l’enfasi è molto sul divertirsi “qui e ora”, e anzi, se ritengo che solo a posteriori una partita sia stata divertente, non la ritengo una gran partita…
Ti do ragione, invece, sul fatto che sia un’ attività impegnativa sul momento - siamo tutti concentrati ad ascoltarci a vicenda. Ma è proprio in questo il bello - le esperienze più belle al tavolo di gioco sono state esperienze di Flow.
Quello che ho razionalizzato sul motivo per cui i gdr sono divertenti è che giocare di ruolo è una specie di rituale - è un po’ come un rito religioso. Abbiamo una conversazione con delle regole, ci esprimiamo creativamente, scopriamo cosa accade, c’è la possibilità di un momento catartico - in molti casi senza vinti né vincitori (per questo non mi piace parlare di divertimento e basta: stupore, ansia, soddisfazione… per me il motivo per tornare al tavolo di gioco sono le molte emozioni diverse che si possono provare).
Questa caratteristica, questo motivo per cui un medium è o meno emozionante la applico anche a tutti i media più “passivi” in cui siamo spettatori di una storia, sto pensando soprattutto a letteratura e cinema. Mentre non ho mai ottenuto questa esperienza con i videogiochi, ma semplicemente non credo di averli mai approfonditi a dovere. Il video che @Matteo_Sciutteri ha postato qualche giorno fa mi ha fatto venire voglia di riapprociarmi al medium.