Lo scorso Venerdì ho giocato Zombie Cinema di Eero Tuovinen con persone che non hanno mai giocato ai GdR in assoluto, tolta la mia ragazza. Sto parlando infatti della sua famiglia stretta (genitori, fratelli, cognati ecc.): per lo più persone di mezza età o verso i sessanta che non hanno mai giocato di ruolo e la credevano una cosa da “giovani”:
Abbiamo ambientato la giocata nel paese di provincia sul mare in cui ci trovavamo. Credo che l’esperienza abbia confermato alcune miei idee sui neofiti e sul perché li preferisca agli esperti.
- Ascoltano: tutto quello che abbiamo lanciato sul tavolo è stato reincorporato senza che avessi mai spiegato la nozione. Un esempio è il fatto che avessi detto che il mio personaggio detenesse delle armi da caccia. Due delle giocatrici si sono ricordati di questo dettaglio e si sono mosse verso la proprietà del mio personaggio per trovare un accordo. (Peccato che hanno perso il conflitto per convincerlo e gli spari per allontanarle ha attirare altri zombie, portandole a fuggire.)
- Commentano La cosa che mi è piaciuta di più è che anche quando il loro personaggio non era in scena, tutti hanno commentato e partecipato con idee od osservazioni. Non avevo davvero mai afferrato cosa volesse dire fino a quel momento: non è così diverso da vostra nonna che guarda i telefilm e commenta quello che accade: nonostante non faccia nulla, non si sente meno coinvolta nella scena. Una cosa simile è quello che ho esperito al tavolo. Nessuno si è isolato quando non toccava a loro impostare una scena o un personaggio non rientrava nella scena appena impostata.
Rotto il ghiaccio e qualche risatina, si sono sorpresi del fatto che fosse così naturale giocare. Non stiamo parlando di geek o esperti, bensì di gente che non si identificherebbe mai come “giocatori di ruolo” ma hanno apprezzato l’attività in sé.