Di dadi, successi e risposte

@Matteo_Sciutteri Pienamente d’accordo. Difatti non è ciò che ho scritto né ciò che intendevo.
Se mi è permesso mi spiego meglio perché mi hai frainteso (e probabilmente come te tanti altri). Ho scritto di fretta e troppo sintetico.

quel “tira” giustamente messo tra virgolette è una metonimia con cui intendevo “si innesca una mossa in cui bisogna tirare i dadi”. Ma soprattutto il mio intervento era sulla natura delle mosse, sulla loro esistenza in quanto regole; analizzavo la cosa non dal “tavolo di gioco” ma dal “banco del designer”.

Quando dico che “bisogna tirare solo quando ecc…” non sto dando a un qualsivoglia giocatore arbitrarietà sul tiro, tutt’altro e difatti…

… con “bisogna tirare…” (opportunamente impersonale) intendevo proprio dire che questo compito l’ha assolto la mossa. (Dal mio punto di vista, probabilmente errato, nel mondo di DW e derivati “tirare” = “innescare una mossa in cui è richiesto un tiro di dado”).

A ogni modo, nella mia mente stavo confrontando la mossa personalizzata di Mauro e una qualunque altra simile (tipo discernere realtà di DW) e puntavo il dito sul fatto che non si fosse scelto di codificarla allo stesso modo, con la stessa filosofia di design.

Comunque chiedo venia perché mi sono lasciato trasportare dalle prime risposte e ho mancato le richieste in apertura di Mauro.

Io tendo sempre a fondere la risposta monosillabica con qualcos’altro; tipo: “no, ma…” oppure “sì e…”
Questo per non far “sprecare” risorse di gioco con risposte poco interessanti. Quasi a voler “ricompensare” il giocatore che abbia rischiato innescando la mossa.
Tuttavia se mi chiedono se c’è una trappola nella zona (fermo restando che pretendo sempre che mi si dica come procede il giocatore per scoprirne la presenza o l’assenza) ed effettivamente non ce nulla di pericoloso, allora dico: “non ce n’è, l’area è sicura” senza tirare in ballo alcuna mossa.

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