Nessun fascista è ammesso (cit.)

Ripeto: tu stai creando un’opera al pubblico occidentale. Se un indiano mette la svastica su un libro di meditazione e lo pubblica da noi, i problemi sono suoi. Non siamo noi a cercare le intenzioni dell’autore. Se non specifica che, pur lanciando il libro sul mercato occidentale, ha scelto di lasciare il suo simbolo del sole, quello è un simbolo nazista. A giudicare dalle discussioni effettuate in questo thread mi sembrano anche chiare le intenzioni dietro alle immagini mandate.

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Inoltre, il “pugno comunista” non è da intendersi in quel modo. Soprattutto in questi anni è un simbolo usato dai movimenti per i diritti civili

Non esattamente ed in aggiunta non avviene così una sovrascrittura della simbologia e dei significati che porta.

Ripeto che non è il luogo per parlare di questo argomento.

Per confermare quanto scritto sopra, non risponderò ad altre domande. Se volete scrivetemi in privato, ma sono contro a queste discussioni anche di mio, non solo in gruppi come questo. Fatemi un fischio e se ho voglia (siamo in due a dover parlare ed ho rispetto per l’interlocutore: se si parla di argomenti seri si fa col tempo e con la voglia) vi rispondo.

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Vado leggermente off-topic, ma guarda che è interessante:

Questa è un’immagine (se non ricordo male anche la copertina estera) di un gioco di ruolo:


Il sottotitolo di quel GdR è “Il Segnale che Uccide i Fascisti”.
Non sono supereroi comunisti. Sono uomini che combattono un regime disumano, totalitario che opprime e schiaccia i diversi, le minoranze ecc., un regime fascista.

Formula 1: lui è Lewis Hamilton. Non è comunista.


E’ solidale con una lotta per l’uguaglianza dei diritti, e la lotta contro il razzismo dilagante.

Hong Kong, 2021. Attivista che vuole la democrazia a casa sua:


Arrestati a decine, dai loro nemici, che sono praticamente dei “comunisti”.

Myanmar (Birmania). Più di 700 liberi cittadini massacrati dalla giunta militare:


Nessun comunista, lì. Hanno provato a tener duro con una democrazia antimilitarista, e il loro leader Aung San Suu Kyi è una donna, e un premio nobel della pace.

Potrei andare avanti, ma il mio punto spero di averlo chiarito. Difendo fermamente quel simbolo per rappresentare quel tipo di lotta. Che è una lotta di umanità, globale, non una piccola scaramuccia fra partiti politici (magari italiani…).

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Certo, parlare solo della scritta, e del mio logo inventato in quattro e quattr’otto, sarebbe riduttivo. Io penso che possiamo provare ad allargarci leggermente, e vedere dove la cosa ci porta.
Se superiamo i limiti, ci faranno sapere. Ma mi sembra che ci stiamo comportando tutti abbastanza bene, per ora.

Vorrei aggiungere un corollario. Ho letto da poco un gioco (onestamente non ricordo se è uno di quelli che ho già citato, non me lo sono appuntato), e anche lì l’autore prendeva posizione in modo molto fermo, molto onesto, sebbene differente da quelle frasi iniziali.
Diceva qualcosa del tipo (recupero dal mio cuore, da quello che mi ha lasciato dentro):

Questo Gioco di Ruolo parla di guerra, di mezzi fatti per uccidere, di scontri fra Stati. Vi prego, non usatelo per giocare una campagna nella quale siete una maggioranza forte, che invade e uccide, per il gusto del potere. Giocate una minoranza, un gruppo di oppressi, qualcuno che cerca la liberazione, e che si trova a dover usare mezzi così crudi.

Mi ha toccato nel profondo. Autori che si mobilitano, che decidono di mettere nei loro testi questo tipo di messaggi, stanno facendo la loro parte. Non tutte queste lotte si vincono andando in strada, o prendendo un’arma. C’è chi può combatterle anche così.
Perfino il mio semplice logo, visto da dieci persone qui in Locanda, fa esattamente la stessa funzione.

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Per concludere la ricerca della citazione, grazie ad una delle frasi inizialmente citate, sono arrivato a:

https://www.drivethrurpg.com/product/298255/iHunt-The-RPG

Questo è il GdR di Olivia Hill e Filamena Young che contiene il messaggio:

If you’re a fascist, you’re not welcome to play this game. It’s against the rules. If you’re reading this and thinking, “You just call everyone you disagree with a fascist,” then you’re probably a fascist, or incapable of drawing inferences from context and acknowledging a dangerous political climate that causes the oppressed to be hyperbolic. Don’t play this game. Heal yourself. Grow. Learn. Watch some Mr. Rogers’ Neighborhood or something.
Il testo del GdR è in Creative Commons, e Olivia ha dato (ovviamente) l’esplicito permesso di riusarlo.

E questa è parte della descrizione che si trova nella pagina del gioco, tradotta quasi in automatico:

#iHunt è un gioco da, e per, la comunità LGBTQ+. Questo è un gioco da e per i poveri. Questo è un gioco per tutte le persone che la società si lascia alle spalle e lascia cadere tra le crepe. Abbiamo scritto questo gioco per vederci prendere a calci in un mondo in cui l’industria dei giochi in generale è ancora ostile alla diversità, nonostante tutte le affermazioni del contrario. Questo non è un gioco con qualche banale barra laterale su come “ti è permesso di giocare personaggi di genere non binario”. Questo è un gioco su persone emarginate. Vi è permesso giocarci se non siete di un gruppo emarginato? Certamente. Ma capite che questo è un gioco che mette prima di tutto, davanti e al centro, le nostre preoccupazioni in modo inequivocabile.

Questo è un altro GdR che parla di rivoluzione, di resistenza contro un potere fascista.
Qui mi tiro un po’ la zappa sul piede da solo, perché il gioco si chiama Comrade, e quindi è ovvio il richiamo comunista, a prima vista.


Ma all’interno, il testo mi sembra maturo e intelligente. Fra le varie, dice (traduzione dei poveri, a braccio):

UNA NOTA SULL’IDEOLOGIA
Questo gioco è stato ispirato dai radicali di sinistra del 19° e 20° secolo
secolo, alcuni dei quali hanno vinto le rivoluzioni, la maggior parte dei quali non arrivato vicino.Quelle persone usavano una miriade di parole per descriversi se stessi: socialisti, marxisti, comunisti, sindacalisti, anarchici e molti, molti altri.
Poiché i significati di queste parole spesso si sovrappongono o si contraddicono, e perché tendono a cambiare nel tempo, questo libro evita in gran parte nominare ideologie specifiche, preferendo invece il generico “compagni” o “rivoluzionari”. Se i vostri giocatori vogliono essere specifici sulle loro filosofie, sono invitati a usare la lista delle ideologie Khreshti a pagina 122 come ispirazione.

E a pagina 122 ci sono 4 pagine di ideologie riassunte in poche righe, di sinistra, di centro e di destra.
La lotta, anche qui, ovviemente parte dagli oppressi, dalle minoranze. E la cosa mi pare come sempre abbastanza ovvia; i ricchi, le maggioranze, i generi dominanti, mirano alla stagnazione, all’inalterabilità, eventualmente a consolidare ancor di più il potere.

Passiamo ad uno dei più famosi di questo periodo, Thirsthy Sword Lesbians:


All’interno troviamo, in modo abbastanza prevedibile, visti gli argomenti trattati (tradotto a braccio):

Non sono ammessi fascisti o bigotti
Per giocare a Thirsty Sword Lesbians, devi:
(qui segue una lunga lista - la ometto)
Se non sei d’accordo, metti a posto il tuo cuore prima di condividere un tavolo con altre persone.
Se sei d’accordo, ma stai lottando con il disgusto di te stesso per qualsiasi aspetto della tua identità, è comprensibile. della tua identità, è comprensibile. Ci viene insegnato ad odiare noi stessi in così tanti modi. Venite e celebriamo l’esistenza e la gioia di persone come noi.


Ok, per oggi ho davvero finito.

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Nella storia le rivoluzioni, quella bolscevica compresa, le hanno sempre fatte i ricchi.

Il resto è narrazione.

Solo un dettaglio di mia opinione naturalmente, discutibile e provvisoria, soggetta a critica e da spiegare meglio.
Niente in contrario rispetto alla macro idea sui poveri e gli oppressi.

Solo che io preferisco il termine anawim.

Non mi ergo ad esperto di storia. Tanto meno di ideologie - metà di quelle in Comrades nemmeno le avevo mai sentite. Sicuramente ci sono dei ricchi che guadagnano, anche con le rivoluzioni.
Ma senza andare tanto indietro, io chiamo rivoluzioni anche quelle che stiamo vedendo coi nostri occhi in questi anni. Mah, forse sono solo proteste e resistenze senza speranza, non vere e proprie rivoluzioni - quelle almeno qui le facciamo finte giocando un GdR, romanzando un po’ una situazione vera e disperata, con l’illusione di provare a mettersi nei panni di chi sta veramente lottando e soffrendo per quello.

D’accordo.
Allora, dirò la mia opinione da ignorante. Non pretendo di insegnare niente a nessuno, neppure di dare un consiglio.

Le mie idee, sia in politica sia nei temi sociali e civili, sono decisamente vicine, se non coincidenti, con quelle che vedo, o intuisco, dietro questo array di scritte, loghi, disclaimer e simili (chi legge il mio blog forse lo sa).

Per inclinazione personale, preferisco decisamente l’approccio in cui si dichiara, in modo positivo, chi siamo (quali sono i nostri valori, eccetera), piuttosto che chi non siamo o contro chi siamo. Purtroppo ho l’impressione che, almeno in una certa parte del mondo, si stia affermando la seconda modalità; e mi rendo pure conto che ci sono dei motivi, che qualcuno può anche legittimamente ritenere validi. Dissentirei rispettosamente, ma il discorso si farebbe troppo ampio.
Mi limiterò a dire che, tra gli esempi citati, preferisco quelli impostati come: “questo gioco si ispira a / vuole promuovere questa, questa e quest’altra cosa positiva”, rispetto a quelli impostati come: “questo gioco non è per le persone cattive / è contro le cose cattive”. Ma è un mio gusto personale.

Quello che mi preme aggiungere, però, è un’altra cosa.

Qual è lo scopo / l’effetto che ci aspettiamo da un trafiletto del tipo “vietato ai fascisti” (consentitemi di sintetizzare per semplicità)?

Se il suo scopo è, essenzialmente, una presa di posizione, cioè dichiarare le idee / i valori degli autori, allora tutto ok. La scritta dice “vietato ai fascisti” ma tutti ci rendiamo conto che il suo vero significato è: “gli autori del gioco sono dichiaratamente contro i fascisti” (e a quel punto sarebbe, credo, più chiaro e onesto formularla così, ma sorvoliamo).

Se invece ci aspettiamo qualcosa in più di questo, cioè ci convinciamo che scrivere “vietato ai fascisti” su un manuale di gioco abbia un qualsiasi effetto concreto oltre quello, il mio timore è che sia una pretesa parecchio velleitaria.
Sarebbe come pensare che, se scrivessimo “vietato ai fascisti” sul cruscotto di tutte le automobili fabbricate e vendute, e su tutti i biglietti dei mezzi pubblici, i fascisti andrebbero a piedi.
Scusate se sono brutale, ma niente impedisce alla persona più fascista del mondo di prendere uno qualsiasi di quei giochi e giocarci lo stesso; addirittura, giocarci introducendo distorsioni che pervertano deliberatamente in senso fascista il tema della giocata. Nessuna scritta lo fermerà.
Se si è sicuri che il gioco sia così intrinsecamente antifascista nella sua stessa ossatura da rendere impossibile ciò (e confesso un certo scetticismo a riguardo) la scritta è superflua; in caso contrario, è vana.
Se qualcuno scrivesse su un manuale di fisica nucleare “questo manuale è vietato a chi costruisce le bombe atomiche”, cosa ne pensereste? Confesso che una parte di me sarebbe tentata di pensare che l’autore abbia bisogno di confortare la propria coscienza. Il massimo che l’autore può fare è scrivere: “io sono contrario alla bomba atomica”. Ma non ha il potere di espellere dal mondo, nè di tenere lontani dai suoi libri, coloro che non lo sono, e se pensasse di poter ottenere ciò mediante una scritta o un logo ci sarebbe da preoccuparsi.

Scusate la lunghezza, e spero di non aver offeso nessuno.

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Sono d’accordo. A mio parere è sempre preferibile un approccio costruttivo anche solo per invogliare il lettore a condividere il punto di vista dell’autore. Almeno si può creare un dialogo attraverso il manuale di gioco.
In tal senso una dichiarazione del genere ha un ruolo ben specifico al pari di altri paragrafi del manuale (sicurezza al tavolo, come trattare in modo maturo e originale le tematiche del gioco ecc…) e secondo me è fondamentale in gdr che trattano tematiche politiche e sociali complesse e importanti(@AndreaParducci ha condiviso con noi una caterva di interessanti esempi).

Secondo me è anche probabile che i toni siano volutamente esagerati per una miriade di motivi: visibilità, desiderio di smuovere qualcosa nel lettore, provocazione, passione ecc… Non escludo le illusioni alle quali @Bille_Boo hai accennato con il secondo esempio.

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Le discussioni sulla community che circonda il GDR e su come vada influenzata a livello sociale sono del tutto al di fuori dello scopo di questo forum.

Per piacere, smettete di portare queste questioni fastidiose, pesanti, da tifoseria su questo spazio, quando ce ne sono mille altri dove si parla tutto il giorno solo e soltanto di questo.

Non voglio che questo posto diventi l’ennesimo campo di battaglia delle guerre culturali in corso.

Non censuro nessuno, quindi siete liberi di continuare questa discussione in Fuori tema.

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Certo, il messaggio non fa sparire i fascisti. Seguendo il ragionamento, è vero che li vedremmo andare a piedi… ma io penso che lo scopo sia diverso, sia di farli sentire piccoli e miseri. Isolarli. Mostrare con forza quanta gente è orgogliosa di guidare un’auto sulla quale è scritto più o meno “fanculo ai fascisti”, oppure “io non trasporto fascisti”. Se c’è una grande partecipazione, la paura non dilaga, ed è più facile che il messaggio si diffonda.
Immagina uno spot di un’auto; appare il testimonial di turno, che scende in modo elegante, e dichiara: “Se sei fascista, non comprare quest’auto. Non vogliamo essere associati a quelli come te”.
Messaggio forte, chiara presa di posizione, segnale di evoluzione umana.
Certo, potrebbe fare male ai loro affari, ma in questi anni stiamo vedendo come (almeno di facciata, ma questo è un altro discorso) ci sia la volontà di stare al passo con la modernità e mostrare vicinanza alle minoranze.

Sono totalmente d’accordo su questo. Io penso che alcuni tipi di messaggi, in determinati momenti storici, abbiano bisogno di essere urlati. Abbiano bisogno di essere esagerati e provocatori, come hai ben scritto tu.
Il messaggio non passa nello stesso modo, se invece di fare così avessero semplicemente scritto, lungo i vari capitoli “io sono per l’inclusione, tutti sono benvenuti al tavolo di gioco”; “potete giocare ogni singola classe sia maschile che femminile”; “provate a immaginare il vostro PG anche con colori di pelle diversi dal solito, o dalle preferenze sessuali diverse dalle vostre”.

Anche per questo ne stiamo parlando, ora. Probabilmente non avrei iniziato un topic simile, in caso contrario.

Non direttamente collegato ai messaggi di cui si parlava prima:
Sono rimasto favorevolmente colpito dal fatto che alcuni autori della scena GdR abbiano deciso di esporre pubblicamente il loro pensiero, senza mezzi termini, usando le ormai famose cornici su Facebook (sicuramente approfittando della concomitanza dell’anniversario della Liberazione).
Qui, a titolo esemplificativo, vedete uno screenshot di uno di loro, che probabilmente riconoscerete, e al quale ho chiesto l’autorizzazione di poterla mostrare:
2021-06-21 21_14_55-(1) Emanuele Galletto _ Facebook
Non ci voglio trovare un parallelo con l’argomento iniziale. Ma state sicuri che sono molto più felice di investire su un autore così, che mi mostra nero su bianco il suo valore come essere umano, di un altro che si astiene perché magari pensa “non è la sede per questo tipo di messaggi” o “io non devo prendermi carico di portare avanti queste tematiche”.
Certo, si spera che ciò si trova nei loro giochi li rappresenti a dovere, ma io apprezzo molto di vederli schierati prima di addentrarmi nei loro testi.

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Non voglio entrare nella questione politica perché non mi va. Tengo solo a precisare che Fascist non è direttamente traducibile con Fascista, come quello che conosciamo ed abbiamo avuto noi; ma si tratta di qualsiasi regime totalitario: Fasciti, Nazisti, Talebani, Comunisti (come sono divetati dopo), eccetera, eccetera.

Ciò detto, certi disclaimer secondo me andrebbero messi sulla copertina e non (solo) all’interno delle pagine.

Ciao :slight_smile:
PS: Sigmata è un bel gioco :slight_smile:

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Sì, ne ho parlato in privato anche con chi non aveva piacere di continuare il confronto in questo topic.

Si trova comunque anche nelle nostre definizioni:

Incidentalmente collegato col post iniziale, condivido questo post (al quale sono arrivato girando per il topic del Carnevale Blogghereccio) che contiene un messaggio chiaro per chi sta costruendo un gruppo, sta per iniziare una campagna, e vuol essere tranquillo sui giocatori che si troverà accanto:

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Concordo con l’espressione “incidentalmente collegato”. Perché scrivere certe cose quando si apre una propria campagna, ammesso e non concesso che serva a qualcosa, è completamente diverso dallo scriverle su un manuale, da molti punti di vista.

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Questo possiamo scoprirlo facilmente, visto che il post è di @dismasterfrane e che quella campagna è ancora in corso (il che mi fa pensare che abbia avuto almeno il risultato sperato, se no avrebbe chiuso la campagna).

Volevo condividerlo anch’io, ma sono stato ninjato, proprio per sottolineare la differenza tra lo scriverlo in un regolamento (che può essere ignorato) e il portare gli stessi requisiti in uno spazio dove effettivamente hai una misura di controllo che ti permette di farli rispettare. Secondo me, è molto più utile il secondo caso.

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Le persone che ho al tavolo sono tutte persone con le quali non ho finora avuto problemi, quindi direi che ha funzionato.

Quando si sono offerte di partecipare, ho chiesto per scrupolo (a quelle che non conoscevo già) se avessero letto il manifesto, e se fosse tutto chiaro, e mi hanno risposto di sì (alcune anche con entusiasmo).

Una di loro mi ha detto che non era d’accordo con l’uso della shwa, quindi si chiedeva vedessi la sua richiesta di partecipare rispetto al manifesto (e già di per sé questo è meritevole di plauso, se non altro) ma dopo aver chiarito il fatto che il testo fa riferimento espressamente a chi frigna per il loro uso e non solo per chi è contrario (ritengo ci possano essere svariate ragioni per questa idea, e non tutte sono legate a una questione di rifiuto dei diritti civili) ha giocato con noi per un periodo e mi è dispiaciuto molto quando si è allontanata per altri motivi.

Chiarisco che se adesso il testo attuale recita (enfasi mia):

Chi frigna (← la parola non è a caso) per la “dittatura del politicamente corretto”, per il “fascismo degli antifascisti”, per l’uso dell’asterisco o la schwa, per la politica nei GdR o robacce su questa linea;

All’epoca la parte evidenziata non c’era e ho preferito includerla per chiarire questo aspetto.

Aggiungo infine che troverei anche difficile che qualcuno decida di giocare comunque con tali condizioni respingenti se si sentisse preso in causa o si offendesse per l’utilizzo del termine “frignare”, a meno che non voglia sabotare il gioco (ma a questo punto il problema sarebbe di tipo assai diverso e ben più grave, oltre che starebbe a significare che avrebbe molto tempo da perdere).

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Grazie per la conferma. Sono anch’io decisamente convinto che mettere in anticipo dei chiari “paletti” non solo sul tipo di gioco, ma anche sul tipo di persone sia opportuno e male non faccia, specialmente quando si gioca con estranei.

Prima di concludere che “ha funzionato”, però… non voglio fare il rompitore di testicoli a tutti i costi, ma debbo farti una domanda: la tua esperienza passata indica che in assenza di quel manifesto le cose sarebbero andate diversamente, cioè avresti avuto al tavolo persone del tipo che quel manifesto si propone di tenere alla larga?

Io devo ammettere che paletti di quel tipo non mi è mai capitato di metterli in modo esplicito. Visto che non mi è mai capitato di avere persone troppo spiacevoli, potrei dire che “ha funzionato” anche questo approccio :slight_smile:. Forse lo considererò in futuro, eh, visto quanto si sta polarizzando il clima.

Ah, scusate, se sto andando off topic ignoratemi.

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Scusa @AndreaParducci , hai letto l’introduzione di Comrades?

Sfogliandolo e sleggiucchiandolo a caso devo anche dire che ad una prima occhiata non mi sembra nemmeno male come impianto di gioco.

Tuttavia. L’introduzione è un problema.
È incitamento alla violenza pura.
È quasi apologia di reato.

Io non capisco. Siamo qui a parlare e proporre uguaglianza e amore e lo facciamo attraverso un incitamento e un’esaltazione a tirare bombe e imbracciare fucili?

Ragazzi, onestamente, c’è un corto circuito che non capisco proprio come facciate a non vedere.

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